Ci siamo e vogliamo esserci: nel prossimo nuovo Governo italiano è essenziale la Ministra per le Pari Opportunità
Egr. Matteo Renzi, Presidente del Consiglio incaricato, Roma
Nel prossimo nuovo Governo Italiano è
essenziale la Ministra per le Pari Opportunità. Perché?
• Perché la
voce delle Donne Italiane e i loro problemi di Cittadine, devono trovare non
solo ascolto, ma avere valore di priorità del Paese e, come tali, seguiti da
indispensabili e adeguate soluzioni, nel rispetto dei principi costituzionali e
delle direttive europee;
• perché questa
lunga ed intensa crisi non solo economica – ma anche sociale, culturale, etica,
sta colpendo in modo significativo soprattutto le donne, nella vita pubblica e
privata:precariato e disoccupazione femminile, disparità di carriera e di
retribuzione sul lavoro, atti di violenza contro le donne e femminicidio,
distorta rappresentazione sui media delle donne e delle loro vicende,
smantellamento o riduzione dei servizi sociali, esigua presenza delle donne
nelle Istituzioni e nei luoghi decisionali... sono solo alcuni esempi;
• perché le
politiche di genere non diventino solo un bel vessillo di proclamata
“modernità”, contemplandole nei punti programmatici al momento della
costituzione del Governo e poi trascurate, ma siano un concreto impegno di
tutti i Ministri;
• perché è
importante avere una figura di riferimento, di stimolo e di coordinamento, per
politiche delle Pari Opportunità e delle azioni positive in tutte le attività e
gli atti di Governo - in una logica di gender mainstreaming, con
la valutazione delle diverse implicazioni per uomini e donne di ogni azione
politica, compresa la legislazione e i programmi, in tutti i settori e livelli;
• perché le
politiche generali, per essere davvero tali e portare benefici collettivi,
devono tener presenti tutte le prospettive, basilare quella di genere. Basti
pensare alla recente vicenda sull’attribuzione del cognome ai figli/figlie, già
oggetto di condanna della Corte di Strasburgo all’Italia per violazione del
principio di parità, del cui DDL approvato dal CdM, pur lodevole per la
tempestività ma criticabile nei contenuti e modalità, non si è avuto più
notizia (sull’argomento incombe altresì un giudizio della Corte Costituzionale
e un ulteriore ritardo comporterà gli inevitabili effetti della condanna);
• perché è
essenziale che il punto di vista delle Donne, la democrazia pari, diventino un
esempio per le nuove generazioni di uomini e donne, nell’auspicabile funzione
anche pedagogica della politica e delle più alte Istituzioni della Repubblica
Italiana;
• perché deve
essere istituzionalizzato il rapporto e reso continuativo il dialogo con il
mondo dell'Associazionismo Femminile, così come diventa ormai indispensabile
nella logica di rinnovamento, cambiamento, efficienza generali, il ripensamento
di tutti gli Organismi di Pari Opportunità.
Se non sono sufficienti
questi “perché” ne abbiamo tanti altri. Quelli delle Donne
Italiane, oltre la metà del Paese.
Roma, 17 febbraio 2014, a Egr. Matteo Renzi, Presidente del Consiglio incaricato, Roma
L'Accordo di Azione Comune per la Democrazia Paritaria
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Per info Rif. Daniela Carlà • Roberta Morroni