venerdì 31 maggio 2013

A Roma lady preferenza: 3 donne fanno il pieno, con la novità della doppia preferenza di genere

Da mister preferenze a lady preferenze? Sì, stando ai dati che arrivano dalla sfida per il Comune di Roma. Grazie alla legge per la doppia preferenza, per la prima volta sono 3 donne a ottenere il maggior numero di voti nei rispettivi partiti: 3 donne che, nei rispettivi partiti, hanno sbaragliato i candidati maschi. E sono:
• per il PD Estella Marino:oltre 9mila  preferenze. Nessuna parentela con il candidato sindaco (ci tiene a precisare),  ingegnera ambientale, funzionaria dell’Ater e responsabile Ambiente per il Pd romano ; 
• per SEL Gemma Azuni: oltre 5mila preferenze (5.430). Che non indietreggiò (come invece fece il suo collega di partito, Luigi Nieri) dopo l’invito di Nichi Vendola ad appoggiare Ignazio Marino alle primarie a sindaco;
• per il PDL Sveva Belviso: oltre 11mila preferenze. Per molti anni assessora nella giunta Alemanno e poi (solo dopo le bocciature del Tar per una giunta a scandalosa densità maschile), vicesindaca.
Sveva Belviso e Gemma Azuni facevano già parte del consiglio comunale. Con loro solo un’altra donna, Monica Cirinnà (ora senatrice): erano solo 3 le donne nella vecchia aula di Giulio Cesare. E ancora solo 3 (2 del Movimento 5 stelle e una del Pdl) le elette grazie alle preferenze nel Consiglio regionale del Lazio, rinnovato appena tre mesi fa; salite poi a 8 (cioè più che triplicate) grazie alle 5 elette nel listino con Zingaretti.
Ora però le 3 lady preferenze non rimarranno sole: finora sono sicuramente 9 le consigliere comunali elette; che, nel caso di vittoria di Ignazio Marino, potrebbero salire a 13.

Senza nulla togliere alla capacità, competenza e rapporti con elettori ed elettrici, le neo elette sono sicuramente anche il risultato della nuova legge per le amministrative, che ha introdotto la doppia preferenza di genere. Legge che ha di fatto acceso i riflettori sulla necessità di garantire la democrazia paritaria.

Ne hanno dovuto tenere conto subito partiti, movimenti e schieramenti politici nella composizione delle liste, pena l’esclusione della competizione. Ha influenzato poi la campagna elettorale, dove pure erano tutti maschi i candidati sindaci: incontri, manifestazione e anche i tradizionali santini in coppia, hanno spezzato le cordate di potere finora tutte maschile. Si è insomma materializzato l’invito al doppio voto, una donna e un uomo, che gli elettori e le elettrici romane hanno gradito e accolto.
Non siamo ancora al 50 e 50 che vogliamo. Ma è sicuramente un incoraggiante e buon inizio.
Cinzia Romano, Donne e Informazione

giovedì 30 maggio 2013

Si, Franca era bellissima. No, l'informazione del TG2 non è accettabile.

Si, Franca era bellissima. Si, era impegnata in politica, a sinistra, e combatteva per i diritti delle donne. Si, le donne vengono punite per la loro autonomia e per la loro bellezza, qualora non sia servita come un oggetto di proprietà maschile. Si, i fascisti non ammettono né diritti né autonomia delle donne. Si, il maschilismo e il fascismo sono inferni delle donne. Proprio per questo tutto ciò non deve passare inosservato. Queste le parole dal servizio del TG2 della una, nel giorno della sua morte: 
Una donna bellissima Franca, amata e odiata. Chi la definiva un'attrice di talento che sapeva mettere in gioco la propria carriera teatrale per un ideale di militanza politica totalizzante; chi invece la vedeva coma la pasionaria rossa che approfittava della propria bellezza fisica per imporre attenzione. [!! ndr]

Finché il 9 marzo del 1973 fu sequestrata e stuprata (cos'altro si aspettava? ndr). Ci vollero 25 anni per scoprire i nomi degli aggressori, ma tutto era caduto in prescrizione". Ma non è tutto. E che significa? Come giustamente osserva GIULIA Globalist, recentemente il TG2 ha addirittura omesso la notizia della morte del generale genocida e fascista argentino Videla: parlarne avrebbe significato dover parlare anche dei crimini dei golpisti. Nel ricordo di Franca Rame, allusioni scandalistiche al presunto uso spregiudicato della sua bellezza: ma zero notizie sul rapimento da lei subito, con torture e stupro, da parte di fascisti, per giunta in combutta con i carabinieri: perché al Tg2 parlare di fascisti non si può. Probabilmente disturberebbe troppo i nuovi piccoli editori di riferimento, tra i tanti contorcimenti e riposizionamenti della testata, nel nobile esercizio di salvare le chiappe a rischio. Anzi, nell'ambiguità del racconto è parso anche che l'attrice si fosse in qualche modo cercata lo stupro per l'uso della sua bellezza fisica. Alla faccia di tutte le campagne contro il femminicidio e la violenza sulle donne. E sì, perché nel serviziodell'edizione delle 13, firmato da Carola Carulli, c'è un cenno alla terribile esperienza dell'attrice, violentata dopo essere stata sequestrata. Ma non una parola su chi e perché: era una comunista impegnata politicamente e i fascisti - sobillati da alcuni settori dell'Arma dei carabinieri che li proteggevano - vollero darle in quel modo una lezione. Tanto che l'ineffabile giornalista ha detto: 'Finché il 9 marzo del 1973 fu sequestrata e stuprata'. Chi erano questi aggressori e perché? Silenzio del Tg2, hai visto mai che alla vigilia del ballottaggio per il sindaco di Roma si dia fastidio ad Alemanno? 
E tanto "approfittava" della sua bellezza, quella sciagurata "finché...". Finché? Ma stiamo scherzando? La giornalista (e meno male che è una donna) [non per caso il servizio è affidato a una donna, ndr] vuole forse dire che se l'è andata a cercare? (...) E poi stuprata da chi? Da ignoti violentatori prescritti. Perché dire fascisti non si può. Parlare dei mandanti (all'interno dei carabinieri) giammai. Meglio il finché. Un bel ricordo degno del Tg2: in parte censurato (il ruolo dei fascisti) in parte tendenzioso (totalizzante) in parte perfino giustificativo dello stupro (finché)
A sera sono arrivate le scuse del TG2, a denti stretti.  Ma.. ricordiamoci che in questo momento si discute il contratto RAI: la cosa ci interessa, e ci riguarda.  

Carissima, meravigliosa Franca

Quando ero piccola avevo un pensiero che mi esaltava: morire: quando morirò? Com’è quando si muore? Come mi vestirò da morta? A volte mi stendevo sul lettone di mamma: aspettavo che qualcuno mi venisse a cercare e si spaventasse…scoppiando in singhiozzi. E’ mortaaa! Franchina è mortaaaaa?! E tutti a corrermi intorno piangendo… Ora siamo nel 2013. Da allora sono passati molti anni. Sono arrivata agli 84: il 18 luglio. Faremo una bella festa tutti insieme
Franca Rame, da Lettera d'amore a Dario
Carissima, meravigliosa Franca, come dirti addio, dicendoti grazie? spiegandoti quanto ti abbiamo avuto cara? promettendo che non sprecheremo quanto hai fatto e lasciato? volevamo parlare di te ma poi.. no per favore, parla tu. 
Qui Franca nel monologo "lo stupro", che (nel 1988, 15 anni dopo averlo subito), narra il terribile rapimento in cui era stata stuprata e torturata da una squadra di fascisti. Qui in "Tutta casa, letto e chiesa".  O con Dario in "il maschio prepotente". O sull'orgasmo; in "Sesso? grazie, tanto per gradire". 
Sei per sempre coraggiosa, divertente e bellissima, e noi ti saluteremo cosìproprio come tu immaginavi... nell'ultima fantasia sul tuo funerale. 

sabato 25 maggio 2013

La giornata di una donna di Barletta: secondo Alfarano, aspirante sindaco

Care donne di Barletta, davvero vi riconoscete nel "modello positivo" di donna e di famiglia che il  sig. Alfarano, aspirante sindaco della vostra città, propone nel suo spot elettorale? 
Mi dispiace, non ci crediamo: ecco dunque un'ottima ragione per non votare un politico non solo implacabilmente retrivo, ma che per giunta si autodenuncia in modo talmente plateale. Qualcuno [la sinistra al caviale?] lo ha avvisato, di aver fatto un autogol - e da qualche canale il video è scomparso, ma non dal suo
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Resta anche su Repubblica ma.. nel triste caso dovesse sparire, abbiamo fatto volentieri lo sforzo di estrapolare il monologo della casalinga di Barletta, che qui vi riproponiamo integralmente. Una preziosa testimonianza da conservare, una perla da non perdere. Eccolo dunque: musica dolce e commovente. Lei, coi riccioli bruni, e dolcemente sovrappeso, indossa una maglietta con la scritta "love", e, intenta alle faccende di casa, riflette protettiva, fra sè e sè:
Ce la metto tutta.. ogni giorno mi sveglio per prima. Preparo la colazione alle bambine, i vestiti a mio marito, [a un uomo adulto, perfino i vestiti ogni mattina??! ndr] le cartelle, e li mando a scuola. Poi comincio a sistemare la casa, a fare i letti, i bagni, apro le finestre, e faccio cambiare l’aria. Quanto mi piace sul viso l’aria fresca della mattina! [la donna modello è disposta a fare a sè stessa anche qualche concessione: un respiro profondo mentre cambia l’aria viziata della casa, ndr]. Mentre pulisco, penso a cosa gli preparerò da mangiare, 5 persone, e ognuno vorrebbe una cosa diversa.. eppoi quando tornano a casa c’hanno pure da dire! C’è sempre qualcuno che dice: ma perché hai preparato la verdura, lo sai che non mi piace! Non fa niente, sono ragazzi. Finito di mangiare loro si mettono a guardare la televisione, io metto a posto. Sparecchio, faccio i piatti, lavo a terra, rifaccio la cucina. Mio marito ritorna a lavorare [bè, certo, deve "mantenere" la moglie, ndr], le ragazze a studiare, io ne approfitto per stirare, fare la lavatrice, stendere i panni, con la piccola tra le gambe che gioca con le mollette. E’ già arrivata la sera! Preparo la cena a mio marito che torna, mangia, è stanco e si mette a vedere la televisione, mentre io [che non faccio niente tutto il giorno, ndr] metto a posto. Quando ho finito, torna la grande, che sempre arrabbiata arriva! E se ne va in camera sua. Bè, è l’età! Bè, io me ne vado a dormire, che domani ricomincia un’altra giornata. Io non mi lamento, non dico niente, lo faccio per loro, loro sono la gioia della vita mia, la mia famiglia: io non chiedo niente per me, a me basta che stanno bene, che sono felici loro. La cosa che mi dispiace è che si sta spegnendo la luce nei loro occhi. Mio marito ha le spalle larghe, ma pure lui ha paura, tanti amici suoi hanno perso il lavoro e non sanno come andare avanti, come mettere il piatto sul tavolo. E ti vedi questi uomini, mortificati, che non si sentono più uomini [si sentiranno donnette? Ndr] perché non si sentono più in grado di badare la loro famiglia. E' brutto, è brutto assai. Io non dico niente per me, non mi lamento [ci mancherebbe altro mi venisse in mente di reclamare un lavoro, rubandolo agli uomini, ndr]. Però, Giovanni, quanto volevo che le cose cambiavano! [sos congiuntivi, ndr]. Così almeno, tornano a casa, mi fanno un sorriso, e io me ne vado a dormire stanca, ma contenta! 
La musica si spegne sfumando. Compaiono in sovraimpressione gli slogan: Cambia Barletta. Adesso puoi. Alfarano Sindaco.
In una successiva conferenza stampa, Alfarano ha dichiarato che il suo bellissimo spot, che rappresenta una situazione reale (ed è proprio questo, che ci preoccupa!), è stato attaccato dalla sinistra al caviale che ignora i veri problemi.  Eccola, la parola chiave: i veri problemi. 
Che si sa, sono quelli degli uomini. Non per niente questo è l'argomento principe con cui sono state attaccate da sempre tutte le battaglie delle donne, incluse quelle per il suffragio universale. Il nostro consiglio, invece, è: votate donna! e scegliete bene.






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venerdì 24 maggio 2013

Donne inQuota: il monitoraggio di genere nel servizio pubblico di informazione

Vi segnalo i botta-e-risposte intercorsi con le istituzioni sul tema del monitoraggio di genere sui media del servizio pubblico. In data 14 maggio 2013 abbiamo inoltrato la seguente comunicazione, a:
Presidente della Rai Anna Maria Tarantola, 
Direttore Generale della Rai Luigi Gubitosi, 
Ministra Pari Opportunità Josefa Idem, 
Ministro Sviluppo Economico Flavio Zanonato, 
Vice-Ministro Sviluppo Economico Antonio Catricalà,
 e p.c. Presidente C.P.O. Rai Maria Pia Ammirati, Presidente Camera dei Deputati Laura Boldrini

Oggetto: Monitoraggio di genere
Il Contratto di Servizio Pubblico 2010 - 2012 ha segnato una data storica per la storia delle donne italiane: per la prima volta sono stati inseriti 13 emendamenti sull'immagine delle donne nella televisione pubblica. Dei 13 emendamenti, però, al momento è stato messo in pratica solo l'art. 2, comma 7 - che impegna la RAI a monitorare i programmi sotto il profilo di una rappresentazione plurale e non stereotipata dell'immagine femminile. 
L’Osservatorio di Pavia che è stato incaricato del monitoraggio [e della cui ultima ricerca: “Chi fa (la) notizia in Europa?” alleghiamo i risultati], ha consegnato i dati a novembre 2012, come ci ha informato la lettera di congratulazioni per il primo importante frutto della nostra azione che l'on. Zavoli ha inviato alle firmatarie dell'Appello Donne e Media. 
Successivamente, a febbraio di quest'anno, durante un'iniziativa organizzata a Milano dal settimanale femminile "A", il Dr. Gubitosi ha accennato al monitoraggio ma ancora oggi non ne abbiamo potuto avere visione. Sollecitiamo quindi la pubblicazione dei dati, quanto mai urgente in un periodo di continue violenze - verbali e fisiche - contro il genere femminile. 
I media e la televisione in particolare hanno infatti una pesante responsabilità nei confronti di questo fenomeno che la cronaca di questi giorni ci riporta, quasi giornalmente,
in tutta la sua gravità. 
In attesa di un pronto riscontro porgiamo distinti saluti.
DonneinQuota, La Presidente Donatella Martini

Ecco le prime risposte:
Gentile Donatella Martini,
il sondaggio del novembre 2012 è un sondaggio parziale e di tipo sperimentale da me voluto, a seguito del quale è stata avviata una rilevazione sistematica e completa. Non appena i dati saranno disponibili sarà  mia cura farglieli avere e pubblicarli sul sito Rai. Cordialmente,
Anna Maria Tarantola

Gentile Donatella Martini,
la Presidente della Camera dei deputati, Laura Boldrini, ha ricevuto la sua e-mail e ne ha preso visione. Al riguardo, desideriamo comunicarle che la Presidente ha disposto che copia della sua e-mail sia trasmessa alla Commissione parlamentare competente, affinché i deputati che ne fanno parte possano prenderne visione ed assumere le iniziative che riterranno appropriate. 
Con i migliori saluti
Segreteria Laura Boldrini

Gentile Presidente, 
incontrerò lunedì presidente e direttore generale RAI e caldeggerò la Sua giusta richiesta. 
Antonio Catricalà

Dunque, riassumendo:
• la Rai firma il contratto di servizio 2010 – 2012 solo nel 2011 e, per quanto riguarda i 13 emendamenti sull’immagine della donna, non lo applica 
• contrariamente a quanto tutti, Zavoli compreso, pensavamo il monitoraggio commissionato all’Osservatorio di Pavia NON è stato fatto in ottemperanza all’art. 2 comma 7 del contratto di servizio
• la Presidente della Rai non solo non si preoccupa di far rispettare i 13 emendamenti, ma commissiona un monitoraggio parziale e sperimentale (e perché?) che non è indicativo e che quindi non serve 
• siamo a maggio del 2013, si sta discutendo il nuovo contratto di servizio (di cui non sappiamo ancora niente) e stiamo ancora perdendo tempo.
Speriamo che gli interventi di Boldrini e Catricalà servano a riportare il tema sotto i riflettori.
Noi comunque vigiliamo perché ciò avvenga.
Donatella Martini, DonneinQuota

giovedì 23 maggio 2013

Nell'anniversario della strage di Capaci, solidarietà a Ilda Boccassini

Qualcuno manda proiettili a Ilda Boccassini. Noi le mandiamo grande e affettuosa solidarietà.
Questo il comunicato del Procuratore capo di Milano, Edmondo Bruti Liberati: 
Nelle ultime settimane sono pervenute, in un crescendo, numerose lettere anonime con gravi minacce nei confronti del procuratore aggiunto Boccassini e da ultimo ieri, una lettera contenente due proiettili. La procura della Repubblica di Milano, con tutti i suoi magistrati, adempie e continuerà ad adempiere con immutata serenità al compito di svolgere indagini e sostenere l’accusa in dibattimento nel più rigoroso rispetto delle regole e delle garanzie processuali, fedele al principio costituzionale della eguaglianza di tutti di fronte alla legge.
Tutto questo, nel giorno dell'anniversario dell'orrenda strage di Capaci. A maggior ragione ci uniamo oggi al grande respiro di affetto che, nella memoria di Falcone e Borsellino, sale dalla rete verso tutte le vittime della mafia, e verso tutte le donne e gli uomini che coraggiosamente combattono la difficilissima battaglia contro la corruzione.


mercoledì 22 maggio 2013

Task force contro la violenza sulle donne: il primo incontro a Roma fra la Ministra Idem e le associazioni femminili

Chissà se, prima negli immensi corridoi, e poi nel salone d’onore della Guardia di Finanzia a Roma, si erano mai viste tante donne tutte insieme. E chissà che ne avrebbero pensato tutti quei generali, naturalmente maschi, i cui ritratti  tappezzano le pareti e “scortano” con sguardi seriosi, tutte nella sala dove la ministra per le pari opportunità, i giovani e lo sport, Josefa Idem ha incontrato, dialogato e soprattutto ascoltato tante donne e anche uomini che, con le loro associazioni e servizi, si occupano in molti modi e con tante specificità di contrastare la violenza di genere e le discriminazione fondate sul genere e sull’orientamento sessuale.
Perché la task force che la ministra Idem ha in mente non sarà composta solo dai ministeri più direttamente coinvolti ed invitati a collaborare e dal Parlamento (era presente la ministra della salute Beatrice Lorenzin, la presidente della Camera Laura Boldrini, il presidente del Senato Pietro Grasso e la vice presidente del Senato Valeria Fedeli). Ma anche dalle tante associazioni, gruppi, professioniste, operatori e operatrici di servizi pubblici e privati, impegnate-i a combattere la violenza e ogni forma di discriminazione e stereotipi  di genere.
La ministra ha le idee chiare: annuncia che la convenzione di Istanbul sarà ratificata la prossima settimana anche dall’Italia, e che occorrerà reperire risorse per contrastare violenza e discriminazione. Ha in mente di multare le aziende che continuano a proporre stereotipi sessuali nella pubblicità e di chiedere alle aziende private “così attente alle donne quando si tratta di vendere prodotti e servizi” di fornire contributi per i centri anti violenza.
Si intrecciano nelle decine di interventi racconti di esperienze virtuose e indispensabili, proposte, nuove idee. Le parole, il sapere, la partecipazione di ognuna e ognuno getta raggi di luce su una realtà cupa come può essere il bilancio di 158 donne uccise nel 2012 da partner o ex, da familiari maschi.
La ministra non si prende un secondo di pausa, non lascia mai la sala, nessuna telefonata o sms la distrae. E’ un ascolto attento, vero, che la porta a concludere, in modo sintetico ed efficace. Immagina interventi in tre fasi:
1. quella immediata: per proteggere le vittime in modo efficace (dai ministero della Giustizia e dell’Interno la proposta di rendere la querela di parte non più ritrattabile, come avviene nei casi di violenza sessuale; l’allontanamento coatto del violento dal domicilio della coppia, per permettere alla sopravvissuta e ai figli di non dover peregrinare in centri che magari neanche ci sono; istituzioni di nuclei di forze dell’ordine e  magistrati specializzati);
2. quella a medio termine: attraverso la formazione, l’informazione e la sensibilizzazione, anche per contrastare il potere manipolativo che avviene attraverso le immagini e le parole;
3. e infine quella a lungo termine: per rimuovere le cause di violenza e discriminazioni.
Un programma non da poco. Con buona pace di Grillo, [che ha scritto, riferito a Idem: ma portare una canoista al governo, un po' tedesca, è da scemi più che di sinistra, ndr] tutto lascia pensare che la ministra “canoista” sappia fare sul serio.
Cinzia Romano, Donne e Informazione

Monica Cirinnà: violazione continua della par condicio di genere

Ogni par condicio di genere, in barba a proclami e contratti di servizio, e all'art. 51 della Costituzione, è costantemente disattesa. In vista delle elezioni del 26-27 maggio, Monica Cirinnà presenta un'interrogazione al ministro dello Sviluppo economico e a quello delle Pari opportunità.

I ministri competenti e l'Agcom  facciano rispettare la par condicio della presenza di genere nelle trasmissioni televisive. Nonostante la legge preveda la possibilità,  nelle elezioni locali, di esprimere la doppia preferenza di genere, persiste nelle trasmissioni di approfondimento politico, televisive e radiofoniche, la pratica scorretta di far
partecipare ai dibattiti un numero esiguo di donne. Una palese violazione della par condicio di genere che si registra anche nei maggiori talk show politici delle emittenti pubbliche e private. Ricordo che dal 26 dicembre del 2012, i mezzi di informazione sono tenuti, senza eccezione di sorta, al rispetto dei principi di cui all'articolo 51, primo comma, della Costituzione, per la promozione delle pari opportunità  tra donne e uomini. Un impegno che non è stato rispettato ove l'AGCOM, nonostante il chiaro disposto legislativo, ha continuato ad ignorarne le palesi violazioni nonostante siano in corso le campagne elettorali per l'elezione diretta dei Sindaci e dei Consigli Comunali nonché dei Consigli Circoscrizionali. E' necessario inoltre che la RAI in ottemperanza al contratto di servizio, pur in assenza di specifico regolamento emanato dal Parlamento, assicuri comunque un'equilibrata rappresentanza di genere tra le presenze e pubblichi i dati di genere sul sito raiparlamento.it, rendendo consultabili sia i risultati quotidiani del monitoraggio che quelli settimanali. E' indispensabile un intervento tempestivo dei ministri interessati e dell'Agcom affinché il sistema dell'emittenza radiofonica e televisiva, pubblica e privata, rispettino i principi fondamentali della par condicio, anche nella rappresentanza di genere.
Monica Cirinnà, senatrice PD, 22 maggio 2013

lunedì 20 maggio 2013

#tisaluto. Senza rispetto nelle regole del gioco, non giochiamo

Questo post è pubblicato in contemporanea da diverse blogger, che in tal modo hanno inteso avviare un passaparola sul tema: se ti va, copiaincollalo anche tu. Che cosa propone? di concordare un rifiuto collettivo delle modalità sessiste (per non dire violente) con cui spesso le donne sono messe (anche "scherzosamente"), a tacere, o in condizioni di minoranza:
In Italia l'insulto sessista è pratica comune e diffusa. Dalle battute private agli sfottò pubblici, il sessismo si annida in modo più o meno esplicito in innumerevoli conversazioni.
Spesso abbiamo subito commenti misogini, dalle considerazioni sul nostro aspetto fisico: lo scopo [più o meno consapevole, da parte di chi lo fa, ndr] è quello di intimidirci e di ricondurci alla condizione di oggetto, al violento rifiuto di ogni manifestazione di soggettività e di autonomia di giudizio. E se in Italia l'insulto sessista è pratica comune, è perché è socialmente accettato e amplificato dai media, che all'umiliazione delle persone, soprattutto delle donne, ci hanno abituato da tempo.

Ma il sessismo è una forma di discriminazione e come tale va combattuto.

A gennaio di quest'anno il calciatore Kevin Prince Boateng, fischiato e insultato da cori razzisti, ha lasciato il campo. E i suoi compagni hanno fatto altrettanto. Mario Balotelli minaccia di fare la stessa cosa.

L'abbandono in massa del campo è un gesto forte. Significa: a queste regole del gioco, noi non ci stiamo. Senza rispetto, noi non ci stiamo.
L'abbandono in massa consapevole può diventare una forma di attivismo che toglie potere ai violenti, isolandoli.

Pensate se di fronte a una battuta sessista tutte le donne e gli uomini di buona volontà si alzassero abbandonando programmi, trasmissioni tv o semplici conversazioni.

Pensate se donne e uomini di buona volontà non partecipassero a convegni, iniziative e trasmissioni che prevedono solo relatori uomini, o quasi (le occasioni sono quotidiane).

Pensate se in Rete abbandonassero il dialogo, usando due semplici parole: #tisaluto.

E noi aggiungiamo: al primo insulto, al primo schiaffo di un ragazzo tanto caro, ma un po' troppo possessivo - è geloso, si sa, dice di amarci! bè, al primo gesto violento.. un bell'sms: #tisaluto. E ciao.

Sarebbe un modo pubblico, e privato, per dire: noi non ci stiamo. O rispettate le donne o noi, a queste regole del gioco, non ci stiamo. Se è dai piccoli gesti che si comincia a costruire una società civile, proviamo a farne uno molto semplice.

domenica 19 maggio 2013

Pina Debbi: caro Grillo, su Josefa Idem attacchi gratuiti

Posso capire il tentativo di andare oltre un mondo declinato secondo le logiche dell'ideologia, posso anche capire la volontà di attribuirsi un'identità frutto della cosiddetta democrazia orizzontale... Siccome non amo cadere nel pre-giudizio, mi sforzo anche di comprendere (fino a prova contraria verificata con i comportamenti) la strategia di andare contro la "vecchia politica", distruggendo per ricostruire qualcosa che non è ancora molto chiaro... 
Ma l'attacco di Grillo a Josefa Idem non lo accetto.
Questo sì che è pregiudizio... oltre ad essere gratuito.
Oggi, parafrasando la celebre canzone di Gaber, sul blog del leader 5 stelle sono apparsi questi versi....

Ma cos'è la destra cos'è la sinistra...
Gridare Forza Italia alle partite di pallone
ha un gusto un po' di destra
ma portare una canoista [il link è nostro, ndr] al governo, un po' tedesca,
è da scemi più che di sinistra.
Ma cos'è la destra cos'è la sinistra...

Caro Grillo, non sto neanche a sottolineare che la storia della Idem ne fa un personaggio pulito ed esemplare [e capace, aggiungiamo noi, ndr], ricordo che è stata assessore a Ravenna, ricevendo la stima anche dei suoi avversari... Ma, come ho risposto via twitter... se i politici avessero la determinazione, la correttezza, la dedizione al lavoro della "canoista" (messa al ministero che comprende anche lo sport oltre alle pari opportunità) questo Paese sarebbe migliore. Grillo compreso.
Pina Debbi, 19 maggio 2013

giovedì 16 maggio 2013

Grazie

Grazie, Riccardo Iacona.
E una dedica: dedicato alle Iene. E dedicato ai padri separati. A quelli che pretendono di parlare a nome di tutti, e raccontano balle. E a quelli che non si lasciano strumentalizzare. Con sentimenti diversi, certo; ma dedicato a tutti.

Al Presidente del Consiglio Letta: NO ad altri comitati monogenere/maschili

A quanto pare, Quagliariello e il premier Letta starebbero lavorando, tra decine di curricula, alla composizione del comitato di 20-25 esterni che entro 100 giorni presenterà un progetto per il testo di una nuova legge elettorale. Sui membri del Comitato, per ora, c'è ancora silenzio, ma ecco il totonomi: da Luciano Violante e Valerio Onida a Cesare Mirabelli, Francesco Paolo Casavola e Gustavo Zagrebelsky, Stefano Rodotà, Stefano Ceccanti, Michele Ainis, Paolo Armaroli, Edoardo Frosini, Beniamino Caravita, Marcello Pera, Vincenzo Lippolis, Vincenzo Tondi delle Mura, Francesco Clementi... Ora: vi sembra di vedere qualche nome femminile? 
NO. Naturalmente no.
Perché come al solito, senza che nemmeno si venga sfiorati dal più lieve senso del ridicolo, i nomi indicati come papabili sono tutti maschili. Manco si dovesse eleggere, veramente, sempre il Papa.

Un comunicato
Accordo di azione comune per la democrazia paritaria chiede al Presidente del Consiglio di comporre in modo PARITARIO il gruppo che, sembra, sarà incaricato di predisporre le proposte di riforme. Prime tra queste, per urgenza e importanza, le modifiche del sistema elettorale.  
Le associazioni, i gruppi e movimenti firmatari dell’Accordo, a prescindere dalla validità dell’iter ipotizzato (che deve comunque garantire il ruolo primario del Parlamento!), si rivolgono al Presidente Letta affinché, se si dovesse giungere alla nomina di esperti, sia assicurata la presenza di donne competenti, [e ribadiamo: di donne competentindr] e in numero pari a quello degli uomini.

Oltre che in contrasto con i principi costituzionali, non sarebbe accettabile una decisione del Governo che, trascurando l’importanza della forza innovatrice delle donne, non si avvalga delle tante esperte che dedicano la propria attività professionale ai temi che saranno all’attenzione del gruppo che dovrebbe essere incaricato di elaborare le proposte che il Parlamento dovrà esaminare.

Accordo di azione comune, Roma, 16 maggio 2013

martedì 14 maggio 2013

Se 89 anni vi sembran pochi.. Lidia Menapace racconta

Se 89 anni vi sembran pochi….
Incontro con una donna che ha fatto la Storia: Lidia Menapace racconta il secolo breve
Ecco il file audio dell'incontro con Lidia Menapace tenutosi sabato 11 maggio 2013 ore 18 Genova Palazzo Ducale, sala Munizioniere: scaricatelo al sito della Radio delle Donne.

Monica Pasquino: la festa della Mamma non dovrebbe essere giornata di marce integraliste

La giornata che dovrebbe essere dedicata alla Mamma e alla maternità (caduta quest'anno il 12 maggio), dovrebbe porre l'accento sui veri diritti di mamme e bambini. Eppure, da alcuni anni chi se ne appropria sono aree culturali oscurantiste, che tentano di farne un giorno di battaglia contro le donne: contro il diritto di scelta e perfino di aggressività antidemocratica. Come è possibile? Questo è non solo molto triste e lesivo di diritti fondamentali, ma anche paradossale. Riportiamo qui (quasi integralmente) un intervento da cui il paradosso emerge piuttosto bene. Scrive Monica Pasquino:
Formazioni dichiaratamente fasciste e gruppi antiabortisti sono state in piazza domenica 12 maggio per una manifestazione denominata Marcia della Vita. Tra le adesioni spiccano quelle di Forza Nuova, Opus Dei, Militia Christi, Movimento per la Vita e Legionari di Cristo.
L'iniziativa, alla sua terza edizione, ha avuto la benedizione del sindaco Alemanno, che dimostra ancora una volta di non essersi liberato della cultura politica oscurantista e integralista dalla quale proviene. Mentre il candidato del centrosinistra Ignazio Marino dichiara "Non sono alla marcia per la vita perché non voglio strumentalizzare politicamente un'iniziativa giusta".
I movimenti pro-life sono l'avamposto di ideologie misogine ed eterosessiste, che non contemplano né l'utilizzo della contraccezione responsabile; né la promozione di un'educazione sessuale laica per le nuove generazioni; né la libertà di amare una persona dello stesso stesso. La retorica familistica che portano avanti si rifiuta di guardare ai dati sui femminicidi: la casa, purtroppo, è il luogo più frequente in cui le donne e le bambine subiscono violenze fisiche e psicologiche. La Marcia per la vita minaccia i diritti fondamentali perché limita la libertà delle donne e mette a rischio la loro salute: gli aborti clandestini sono la causa di morte di moltissime donne, ogni l'anno. Le leggi proibitive non eliminano il fenomeno dell'interruzione volontaria di gravidanza, alimentano soltanto il mercato degli aborti clandestini, con tutti i rischi che questi comportano per la salute e la vita delle donne interessate.
A rendere, se possibile, ancora più grave la scelta di autorizzare la Marcia è la data in cui si svolge [quest'anno, ndr]. Il 12 maggio 1977 a Roma è stata uccisa Giorgiana Masi, 19 anni, durante un corteo che celebrava il terzo anno dalla vittoria nel referendum sul divorzio. 

Erano scoppiati violenti scontri tra dimostranti e forze dell'ordine - allora il divieto di di manifestare era arrivato dal Ministro dell'Interno Francesco Cossiga. Giorgiana nel tardo pomeriggio cadde sull'asfalto di Ponte Garibaldi, sotto il colpo di un proiettile calibro 22 che le colpì l'addome. La Questura di Roma disse: la polizia non ha sparato. 
In un'intervista al Corriere della Sera del 25 gennaio 2007 l'ex Ministro dell'Interno dichiarò di essere una delle 5 persone che sono a conoscenza del nome dell'assassino.
Il 12 maggio 2013 Roma ha ricordato la storia di Giorgiana in corteo. Presente solo un candidato sindaco, Sandro Medici, che dichiara: "Nonostante i divieti il corteo ha raggiunto il luogo dove Giorgiana venne ucciso di maggio, sfilando per le strade del centro. E' stata una dimostrazione di quella consapevolezza politica che rifiuta ogni forma di discriminazione e rivendica diritti di libertà e di autodeterminazione". 

Dopo 2 giorni di trattativa con la Questura di Roma, i gruppi e le associazioni promotori della giornata del 12 maggio in ricordo di Giorgiana Masi hanno ricevuto il divieto di manifestare, per motivi di ordine pubblico, in vista della concomitante "manifestazione sportiva" [ndr] (così il Campidoglio ha camuffato la Marcia, nella comunicazione data alla Questura, per ottenere il permesso e avere lungo il percorso solo la presenza della Polizia Municipale), ma cittadine e cittadini, associazioni e comitati sono scesi in piazza ugualmente. Per Alemanno, come è accaduto altre volte, due cortei, due pesi e due misure: prima ha applicato a proprio piacimento il Protocollo sui cortei e poi si è indignato per delle contestazioni verbali provocate dall'esasperazione di una città condotta allo sbando. 
"Voi la vita l'avete strozzata, tagliando la sanità della regione Lazio, vi dovete vergognare" urla una donna facendo esplicito riferimento alla Marcia per la vita e a Giorgiana Masi, mentre entra con un gruppo di persone nella sala di un ristorante del centro, dove Renata Polverini, ex presidente della Regione Lazio ora deputata del Pdl, si trovava per una cena politica. (...) Renata Polverini la cui aggressività è ben nota a Roma - uno per tutti l'episodio "Questa purtroppo è la democrazia e se me volete ascoltare bene senno' fate come cazzo vi pare a me le zecche come voi non mi fanno paura" - si è a lungo distinta per aver promosso politiche contro l'aborto e i diritti delle donne. 
Ma "ora", conclude l'articolo, "il caso politico è rappresentato da una contestazione verbale nei suoi confronti: quando il dito nasconde la luna".
Monica Pasquino, (presidente di S.CO.S.S.E.) 13 maggio 2013

lunedì 13 maggio 2013

Iole Natoli: educazione al rispetto di genere, già nella scelta del cognome

Ieri è stata la Festa della Mamma. Quante belle parole! Intanto certe mamme le ammazzano anche davanti ai figli (quando non fanno fuori anche questi) se soltanto si vogliono separare o se hanno comportamenti difformi da quelli “stabiliti” dai loro mariti e compagni, perfino per un “compito domestico” eseguito in modo imperfetto. E se proprio non le ammazzano, le picchiano. Oppure, ciò che è impensabile per qualsiasi lavoratore, spesso diventa per alcuni praticabile se la lavoratrice è la moglie.
Occorre intervenire urgentemente con azioni educative, fin dalla nascita, volte a un nuovo rispetto fra i generi.
Una petizione da firmare adesso perché ogni singola misura educativa non è più differibile e più incide su tutte le persone più è costruttiva.
Iole Natoli, 13 maggio 2013

Dopo il servizio delle Iene, diffide e minacce di azioni legali: a cui rispondiamo qui

I recapiti della rete delle reti, e le moderatrici del blog, hanno ricevuto diverse "diffide", tramite posta certificata, che imponevano di cancellare questo post, in quanto conterrebbe informazioni "false, destituite di qualunque fondamento, calunniose e diffamanti". In caso contrario "l'associazione Adiantum procederà", continuano le diffide, "nei vostri confronti nelle opportune sedi giudiziarie - civili e penali, con riserva di risarcimento di tutti i danni. Cordialità", conclude "Alessio Cardinale, Portavoce Nazionale di Adiantum". 

Premessa: noi approfondiamo sempre ogni notizia verificando attentamente le fonti e citandole scrupolosamente. Ogni nostra teoria, e la nostra prassi, si fondano ferreamente sulla gentilezza e la verità: anche se a volte questi 2 concetti sembrano fare a pugni. Perciò, anche senza minacciarci di niente, se mai ci capiterà di riscontrare di essere incappate in una bufala, sarà nostra cura rettificare subito e chiedere scusa per prime, su questo non si discute. 
Proprio per questo non crediamo necessario cancellare il nostro post. E per inciso, le diffide legali ci appaiono come l'altra faccia del bombardamento di commenti pieni di violenza che colpiscono sempre a raffica chi osa criticare un certo tipo di posizioni e di siti: vedi questo altro post, uscito ieri, sullo stesso sconcertante servizio delle Iene
Doveroso, però, rispondere nel merito ai 4 punti che il Portavoce Nazionale di Adiantum chiede anche pubblicamente di rimuovere, in un commento al post citato. Li elenchiamo di seguito, fra virgolette, citando le sue parole letterali, e dando le relative risposte:   

1. "questo articolo, tra le altre cose, riporta la seguente frase: '...ma sono ben esplicitate nei siti delle "associazioni" suddette e della loro capofila, l'associazione Adiantum (..)"
RISPOSTA: a cosa fa riferimento il post, dicendo che è 'ben esplicitato' nei vostri siti? al concetto che ogni sorta di dramma sociale e di conflitto fra i sessi sarebbe causato dal 'femminismo', presentato come una sorta di piaga culturale che induce anche il diffuso presunto malcostume femminile di vessare padri e mariti, a causa del quale la maggior parte di denunce per violenza domestica e pedofilia sarebbero addirittura 'false'.
Che questa sia la visione delle cose promossa da associazioni che si presentano come "dei padri separati", difficile negare: considerato che è il principale messaggio promosso dai rispettivi siti. Saremmo liete però di ricevere (e di valorizzare) una chiara e inequivocabile presa di distanze da simili concetti. Nell'attesa, rimuoviamo il nome di una particolare associazione dal post

2. Sempre citando il nostro post, segue la frase (riferita ad associazioni di "padri separati"): "capitanate dal papà (separato?) di un signore condannato in via definitiva per abusi sui bambini di un asilo in cui aveva una posizione professionale di rilievo..."
RISPOSTA: si tratta in effetti di un fatto gravissimo. Ma poiché lei ci informa che sarebbe "falso e destituito di qualunque fondamento", in attesa di ulteriori verifiche accogliamo la sua richiesta e rimuoviamo la notizia - benché di dominio pubblico in quanto già acquisita in rete da anni: noi infatti l'abbiamo desunta da una fonte pubblica la quale riporta anche "stralci della sentenza che ha portato alla condanna in appello" (fonte che - come facciamo sempre - abbiamo scrupolosamente citato, e che richiamiamo anche qui e qui).
Aggiungiamo che, qualora tutto ciò fosse falso, dovreste rivolgere le vostre querele a questa fonte. Nel caso vi preghiamo di informarci dandoci gli elementi utili a pubblicare anche un post di smentita; cosa a cui (nel caso) sarebbe nostra cura adempiere senza riserve. 

3. Sempre dalle frasi che si chiede di cancellare: "E' l'associazione ospite di Le Iene, e che a Roma, dalla giunta di Alemanno, ha avuto case a basso costo (a spese della collettività) per i poveri padri cacciati, messi sul lastrico da mogli avide. E' l'associazione che qui, a Le IENE, ci rivela il tragico costume delle denunce di falsi abusi".  
RISPOSTA: ha ragione, sig. Cardinale: non abbiamo elementi certi per dire che l'operazione delle "case a basso costo per i padri separati" sia andata in porto grazie alla mediazione di una particolare associazione. Questo, per chi (come noi facciamo sempre) decidesse di approfondire, è quanto si potrebbe dedurre da varie fonti in rete: ma conveniamo che non sempre la rete è attendibile ("padri separati" insegnano); dunque, dato che la forma non vi era gradita ed era forse imprecisa, abbiamo in parte rettificato, e provveduto a precisare meglio.

4. Infine si chiede di cancellare quanto segue: "Negazionismo della violenza, tolleranza della pedofilia, discredito e disprezzo sulla metà intera del genere umano...."
RISPOSTA: Completiamo noi la frase lasciata in sospeso "Eccola: questa è esattamente la "cultura" su cui attecchisce la piaga del femminicidio". E qui si tratta di opinioni legittime (oltre che fondate), opinioni che (grazie a Dio) non sono ancora fuorilegge. Leggendo i siti misogini "In difesa dei padri separati" noi leggiamo questo (e non siamo le sole; qui un esempio a caso - di quasi 3 anni fa! e qui un altro di pochi giorni fa), come i suddetti difensori di "padri separati", leggendo il messaggio per la parità fra i generi e per pari diritti (che con grande fatica il femminismo ha introdotto in un mondo che da millenni esclude le donne), ci vedono strapotere vessatorio, al punto di definire le attiviste per i diritti "nazifemministe".

Il nostro modo di reagire è indubbiamente perentorio, perché il dilagare di vero odio contro le donne, che sfocia quasi ogni giorno in nuovi femminicidi, non può lasciarci indifferenti. Specie ove si adombri che la violenza stessa contro le donne sia (così come i suicidi maschili) da considerare come logica conseguenza di presunta arroganza femminile.

Noi amiamo i nostri padri, fratelli e mariti (e figli), sig. Cardinale: noi amiamo ogni uomo capace di avere verso di noi considerazione paritaria: e dunque quell'empatia che rende ogni essere oltremodo caro e prezioso al suo simile. Noi sappiamo quanto sia prezioso, ogni padre che affianca una madre - anche da separato. Dunque ci indigna che, prendendo a pretesto la povertà (che non colpisce solo i "padri separati", ma tutti), nonché singole situazioni di disagio familiare di cui anche le donne (certo!) possono essere responsabili, e facendo leva sui drammi delle separazioni, si finisca per addossare tutte le colpe al "femminismo" e all'universo femminile, perfino la colpa delle violenze di genere.  Cercando di rinfocolare l'astio di uomini che le separazioni non le accettano. Con un solo scopo: ricacciare le donne in condizione di sudditanza, la sola in cui (dal punto di vista dei loro aspiranti padroni) non potrebbero "fare danni". Queste le nostre opinioni, fintantoché qualcuno non riuscirà a metterle fuori legge.

Tanto dovevamo e, per maggior chiarezza, rimandiamo chi legge al successivo post in cui cercheremo di esplicitare meglio perché riteniamo che il servizio delle Iene della discordia abbia presentato una situazione mistificata e lesiva della figura femminile.
Cordialità
Retedellereti femminili

domenica 12 maggio 2013

Festa della mamma

Auguri mamme.
Tutele contro la violenza. Diritto di scelta. Servizi e consultori. Diritto alla salute. Diritto al lavoro. Sostegni alle famiglie. Sostegni alle madri sole. Difesa dei bambini. Lotta agli abusi e contro la pedofilia.
Meno ipocrisia, più fatti.


La foto con il nido è di Birgit Jürgenssen.

sabato 11 maggio 2013

Sabina Ciuffini: madri e padri separati, e abusi sui più deboli

Sabina Ciuffini scrive in riferimento al tema delle separazioni e degli abusi sui più deboli; anche in relazione alle offensive di associazioni che si definiscono di “padri separati” che fra i loro sponsor contano su Timberio Timperi, che da anni porta ad esempio la sua storia personale. Sua storia in cui, però, risulta che eventuali “false accuse” forse provenivano proprio da lui, visto che recentemente Timperi è stato rinviato a giudizio per diffamazione proprio nei confronti della ex-moglie. Chi dice il vero, e chi il falso? In un recentissimo servizio delle Iene queste associazioni hanno spiegato che le donne sarebbero spesso dedite a persecuzioni nei confronti dei compagni o degli ex-mariti, al punto di produrre numeri considerevoli di denunce false, che sarebbero volte più che altro a ottenere più soldi in sede di separazione. Riteniamo questi dati privi di fondamento, mentre è del tutto reale la diffusione di una violenza contro le donne che si concretizza nella strage ininterrotta che conosciamo. 

Non so cosa abbia in mente Tiberio Timperi, non lo conosco personalmente, ma ho preso visione della lettera di smentita diffusa già nel 2010 in cui la sua ex-moglie Orsola Gazzaniga documentava di aver ottemperato con scrupolo a tutte le prescrizioni del Tribunale dei Minori.
Una semplice considerazione: la presenza di un padre amorevole ed affidabile è una tale benedizione, per qualunque madre, che è davvero difficile credere che una qualunque di noi ci rinunci.
Tutti sappiamo quanto è oneroso allevare un figlio da sole, dal punto di vista economico ma soprattutto dal punto di vista dell'assistenza e della formazione.
Nessuna madre avrà amico migliore e più rispettato di un padre degno di questo nome.

Chiedo quindi a tutti i responsabili dei media e ai giornalisti della carta stampata di non prestarsi ad un'operazione, chiaramente infondata, che mira a descrivere le madri che hanno difficoltà con l'altro genitore come truffatrici e bugiarde. 

Ci sono sicuramente delle percentuali irrisorie di donne patologiche, ma è doveroso tener presente la realtà del quadro generale. La cronaca ci restituisce continuamente i dati inconfutabili che la tendenza alla pedofilia e ai maltrattamenti appartiene quasi esclusivamente a persone di sesso maschile, che siano padri o no [su questo dato elementare abbiamo notato che anche gli uomini sono in grado di convenire, ndr]. Pensiamo ai dati del turismo sessuale, che vede coinvolti i bambini, gli uomini italiani sono ai primi posti e i numeri non mentono, quindi usiamo la logica.

Ogni volta che un responsabile della comunicazione mediatica sceglie con leggerezza tesi fantasiose come quella che parla di false denunce da parte delle madri si assume la responsabilità diretta della sofferenza di migliaia di bambini italiani e non solo
Per concludere, stavo riflettendo che dovremmo immaginare un modo di connettere gli abusi commessi sui soggetti deboli in generale, parlo di donne sì, ma anche di vecchi, disabili e bambini perchè l'origine di questo esercizio di violenza ha una causa comune. 
Per esempio vi segnalo il terrificante caso Forteto/cooperative Coop che un'altra iena, Pablo Trincia, ha raccontato. E' un racconto dell'orrore che sembra duri da moltissimi anni e che bisogna affrontare con decisione. 

Di questo dovremo parlare, e su questo interrogare gli uomini
Sarebbe veramente bello iniziare a farlo insieme, uomini e donne uniti dalla stessa indignazione e solidali nel pensare a un mondo migliore per i loro/nostri figli.  
Sabina Ciuffini, 10 maggio 2013