Ogni par condicio di genere, in barba a proclami e contratti di servizio, e all'art. 51 della Costituzione, è costantemente disattesa. In vista delle elezioni del 26-27 maggio, Monica Cirinnà presenta un'interrogazione al ministro dello Sviluppo economico e a quello delle Pari opportunità.
I ministri competenti e l'Agcom facciano rispettare la par condicio della presenza di genere nelle trasmissioni televisive. Nonostante la legge preveda la possibilità, nelle elezioni locali, di esprimere la doppia preferenza di genere, persiste nelle trasmissioni di approfondimento politico, televisive e radiofoniche, la pratica scorretta di far
partecipare ai dibattiti un numero esiguo di donne. Una palese violazione della par condicio di genere che si registra anche nei maggiori talk show politici delle emittenti pubbliche e private. Ricordo che dal 26 dicembre del 2012, i mezzi di informazione sono tenuti, senza eccezione di sorta, al rispetto dei principi di cui all'articolo 51, primo comma, della Costituzione, per la promozione delle pari opportunità tra donne e uomini. Un impegno che non è stato rispettato ove l'AGCOM, nonostante il chiaro disposto legislativo, ha continuato ad ignorarne le palesi violazioni nonostante siano in corso le campagne elettorali per l'elezione diretta dei Sindaci e dei Consigli Comunali nonché dei Consigli Circoscrizionali. E' necessario inoltre che la RAI in ottemperanza al contratto di servizio, pur in assenza di specifico regolamento emanato dal Parlamento, assicuri comunque un'equilibrata rappresentanza di genere tra le presenze e pubblichi i dati di genere sul sito raiparlamento.it, rendendo consultabili sia i risultati quotidiani del monitoraggio che quelli settimanali. E' indispensabile un intervento tempestivo dei ministri interessati e dell'Agcom affinché il sistema dell'emittenza radiofonica e televisiva, pubblica e privata, rispettino i principi fondamentali della par condicio, anche nella rappresentanza di genere.
Monica Cirinnà, senatrice PD, 22 maggio 2013
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