giovedì 31 ottobre 2013

Sui famigerati Concorsi per baby miss che dilagano anche in Italia

I Concorsi per baby miss dilagano anche in Italia ma li possiamo fermare. Tutti possiamo partecipare a questa battaglia firmando la petizione al Garante per l'Infanzia: condividendola, facendola conoscere. Perché farlo? Un video-spot di 2 minuti per convincervi. I concorsi di bellezza per bambini sono una vera una piaga sociale, come è dimostrato dalle drammatiche conseguenze riscontrate nei paesi in cui si sono radicati; ma quanti sanno veramente cos'è questo fenomeno? come si muove, come si radica, cosa comporta?
I danni che causano queste "competizioni" sono notissimi; ma nonostante gli allarmi di pediatri e psicologi, nonostante gli studi scientifici che danno conto delle conseguenze.. ora c'è chi li promuove anche in Italia. Crescono dal basso, con kermesse regionali che dal 2009 si sono moltiplicate, coinvolgendo ormai migliaia di bambini: ora sono quasi pronti per l'assalto alle televisioni nazionali. Per questo abbiamo lanciato questa petizione al Garante per l'infanzia (che vi invitiamo a sostenere!), perché promuova adeguate pressioni sul Parlamento. Se ci sono riusciti i francesi, possiamo farlo anche noi.
francia-concorsi bellezza
La Francia li ha fermati: mettendoli fuori legge lo scorso settembre. E dobbiamo farlo anche noi: perché i bambini coinvolti, dopo il primo momento di euforia, patiscono traumi e forti pressioni, subiscono gravi distorsioni alla loro percezione di sè (e questo accade a tutti gli spettatori coetanei). Quando iniziano le competizioni "professionali", la cosa precipita; i danni sono enormi, e lasciano profondi strascichi, sfociando in depressione e anoressia bulimia. Inoltre tutto ciò alimenta la peggiore cultura sessista e comporta una forma di sfruttamento infantile inammissibile. Ma soprattutto... soprattutto queste fiere sono brodo di coltura per la cultura della pedofilia e per tutti i traffici ad essa legati. 
E non ci si dica che in Italia "sarà diverso"! Ciò che è successo negli altri paesi non ci insegna nulla? Le cose che avvengono nei backstage sono talmente rivoltanti, che perfino le manager sfrutta-bambini più agguerrite a volte cedono e abbandonano il business disgustate. Non aspettiamo di arrivare fin lì, lì dove poi non ci si riesce più a fermare.
concorsi-bellezza bambini
Lo studio dell'Università dell'Arizona è stato condotto dalla nutrizionista e docente dell’Arizona University Martina M. Cartwright che, insieme ai suoi collaboratori, ha partecipato di persona a moltissime gare organizzate negli angoli più sperduti d’America, e tastato da vicino la vita delle baby-miss. Ha anche presenziato a diverse registrazioni del (famigerato) reality show Toddlers & Tiaras. Il risultato è incontestabile: queste competizioni hanno poco a che fare con i bambini. Piuttosto, sono arene in cui trovano spazio i peggiori istinti degli adulti - inclusi, purtroppo, i genitori.

Cara senatrice, caro senatore: una lettera di Sandra Bonsanti

Cara senatrice, caro senatore,
vorrei chiederti se quando pronunci in aula o davanti alle telecamere, oppure anche soltanto davanti allo specchio della tua stanzetta la parola “regola”, un fremito ti attraversa il cuore.
Una sorta di sentimento di vergogna, che ti fa arrossire, nella tua solitudine di parlamentare della Repubblica.
Mai come in questi giorni, in queste ore, hai dedicato tanto tempo allo studio, si fa per dire, delle regole: incandidabilità, voto segreto e così via. Per arrivare alla sacrosanta conclusione: le regole sono regole e vanno sempre rispettate.
Peccato che solo pochi giorni orsono hai votato per tradire la Regola delle Regole. E non ci hai fatto nemmeno un pensierino, ti è venuto spontaneo, facile, ascoltare le parole dei capigruppo e obbedire. “Per questa volta, solo per questa volta” l’articolo 138, messo a baluardo della Costituzione, non conta, se ne può fare a meno. Lo dicono tutti, che si può fare: il ministro Quagliariello e le larghe intese, i saggi e Luciano Violante, il presidente del consiglio Enrico Letta e anche il Quirinale, che se tace su questo punto specifico, vuol dire che acconsente altrimenti si sarebbe fatto sentire. Per 4 miseri voti, cara senatrice, caro senatore, avete consentito che si stabilisse questo precedente foriero di futuri disastri.
Adesso aspettiamo trepidamente di ascoltare di nuovo il coro sulle regole appena voteranno i deputati, tra la fine di novembre e il 10 dicembre. A meno che allora non vinca il pudore, si rinunci del tutto a parlare di regole e di partecipazione (se non avessero i due terzi potrebbe esser concesso ai cittadini di esprimersi in un referendum).
Tranquilli tutti. Alla Camera i voti assicurano al governo Letta un iter sereno. La Regola sarà dichiarata infranta, ma “solo per questa volta” che si intende cambiare 65 articoli della Costituzione.
Peccato. Sono abbastanza sicura che questo referendum sulle regole poteva esser vinto. 
Alla domanda: vuoi tu che il governo delle larghe intese ti scippi, oltre a tutto il resto, anche la somma REGOLA della Repubblica? Molti italiani avrebbero risposto di NO, costringendo così chi vuole cambiare la Costituzione (e alcune cose da aggiornare ci sarebbero) a farlo rispettando le regole.
Come pensate invece che risponderanno gli italiani a quell’ultimo referendum che ci sarà concesso e che andrà all’incirca così: volete che ad eleggere il Presidente della Repubblica siano questi politici, o volete scegliervelo da soli?
Indovinate come risponderanno gli italiani. E indovinate anche chi vincerà.
Allora, davanti allo specchio della vostra stanzetta romana, care parlamentari e cari parlamentari, qualcuno di voi si chiederà: chi è stato? 
Perché siamo arrivati a questo punto? Arrossirete, forse, ma nessuno lo saprà mai. Statene certi: nessuna Tv di Stato, nessun grande commentatore. Le regole del Palazzo sono regole. E l’altra, quella che scrissero i costituenti, l’articolo 138 per il quale si batteva Costantino Mortati non ricorderete nemmeno più cosa prescriveva. Forse niente, forse non era nemmeno una regola.
Sandra Bonsanti (Presidente di Libertà e Giustizia)



La Costituzione

Articolo 138
Le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali sono adottate da ciascuna Camera con due successive deliberazioni ad intervallo non minore di tre mesi, e sono approvate a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera nella seconda votazione [cfr. art. 72 c.4].
Le leggi stesse sono sottoposte a referendum popolare [cfr. art. 87 c.6] quando, entro tre mesi dalla loro pubblicazione, ne facciano domanda un quinto dei membri di una Camera o cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali. La legge sottoposta a referendum non è promulgata [cfr. artt. 73 c.187 c.5 ], se non è approvata dalla maggioranza dei voti validi.
Non si fa luogo a referendum se la legge è stata approvata nella seconda votazione da ciascuna delle Camere a maggioranza di due terzi dei suoi componenti.


Donne contro le mafie: in pensieri, parole e opere

Il prossimo 6 novembre avrà luogo a Roma un importante incontro, sul tema "parole e azioni di donne contro le mafie". Intanto abbiamo appreso di nuovi arresti nella 'ndrangheta grazie a Lea Garofalo

Sembra acclarato che, in tema di mafie, le donne sentono, vedono e parlano più degli uomini. I quali, rispetto alle donne, vi sono invece coinvolti in modo proporzionalmente inverso (così come in ogni altro settore) ai livelli di potere. 


Assenze di cui, nel caso, andiamo fiere.
L'incontro che si terrà a Roma (dalle h. 16 presso Pegaso, Università Telematica in Via di S. Pantaleo, 66) è promosso nell’ambito di un progetto più ampio: il ciclo ‘Corruzione e illegalità. Il NO delle donne’, che ha al suo attivo già numerose iniziative. 
Il 6 novembre 2013 parleranno le autrici di 3 libri sulla mafia: Rosaria Capacchione (Giornalista e Parlamentare), autrice di L'oro Della CamorraLaura Caputo, (Giornalista); autrice di Il Castello Di San Michele, e Paola Di Nicola (Magistrata), autrice di La Giudice.
Parteciperanno inoltre Isa Ferraguti (già Senatrice e Presidente Cooperativa Libera Stampa - Editrice Noidonne), Maria Rosaria Lanzetta (la coraggiosa ex-Sindaca di Monasterace), Sonia Mecenate (Dirigente del Ministero dell’economia e delle Finanze),  Monica Soldano (giornalista e direttora di Radio Cento Passi).
Il dialogo con le partecipanti sarà condotto da Marisa RodanoRoberta Morroni e Daniela Carlà di Noi Rete Donne, e Tiziana Bartolini di Noi Donne. Si tratta di un dibattito prezioso per tutte (e tutti) noi; in particolare per chi sente che, il dialogo sul tema, va sostenuto ogni giorno, in ogni ambito, da ciascuna (e ciascuno) di noi.


E aggiungiamo.. diversi nomi citati sopra li ritroverete anche nel progetto EticaPA per una nuova etica pubblica. Il che, diciamolo, non è un caso.

lunedì 21 ottobre 2013

Nadya di Pussy Riot lancia nuova ONG: per i diritti dei carcerati in Russia

Nadya Tolokonnikova delle Pussy Riot lancia una nuova organizzazione per i diritti umani, specificamente focalizzata sulla regione di Mordovia in cui si trovano i famigerati carceri speciali e sede di uno dei più grandi complessi detentivi in Europa, con circa 15.000 prigionieri detenuti. 
La ONG si chiamerà "Mordovlag" (abbreviazione di "Mordovia Camp" in russo: il nome di quelli che ormai sono i famigerati nuovi Gulag russi), e coordinerà il lavoro di avvocati esperti e attivisti per poter ispezionare le carceri della regione, visitare i prigionieri e assisterli nei ricorsi legali.
"In pratica”, ha comunicato il marito di Nadezhda, “sarà una ONG in difesa dei diritti dei detenuti della regione. Questa sarà la principale eredità che Nadya lascerà in seguito a tutta questa situazione."
Il costo annuo totale del progetto è stimato in 120mila dollari, da raccogliere tramite crowd-funding e donazioni private.
La decisione di avviare la nuova organizzazione è l’esito finale della recente campagna lanciata da Nadia contro le autorità della sua colonia, iniziata tre settimane con  uno sciopero della fame durato 9 giorni, prima che il rischio di danni permanenti alla sua salute la costringesse a interromperlo. Le inumane condizioni del carcere sono divenute pubbliche per la prima volta solo grazie a una lunga lettera aperta fatta uscire dal carcere proprio da Nadya. A questo Link trovate il testo integrale tradotto in italiano.

domenica 20 ottobre 2013

Nadya di Pussy Riot svela per la prima volta la verità sulle carceri russe: la lettera integrale

Molti articoli hanno riportato la notizia dello sciopero della fame di Nadya Tolokonnikova e della sua lettera pubblica sulle strazianti condizioni in cui sono costrette le detenute nella colonia penale in cui lei sconta la pena da oltre un anno. Ma da nessuna parte abbiamo trovato il testo integrale della lettera in italiano: per questo ne abbiamo fatto una traduzione. Eccola:
Da lunedi 23 settembre ho iniziato lo sciopero della fame. E' un metodo estremo, ma sono convinta sia attualmente la mia sola via d'uscita. L'amministrazione della colonia penale rifiuta di ascoltarmi. Ma io, a mia volta, rifiuto di recedere dalle mie richieste. Non voglio rimanere in silenzio, rassegnata a guardare come le mie compagne di prigionia collassino sotto il peso di condizioni di schiavitù. 

Chiedo il rispetto dei diritti umani, esigo che il campo di Mordovia funzioni in conformità con la legge. Esigo che veniamo trattati come esseri umani, non come schiave. E' passato un anno da quando sono arrivata alla Colonia penale n° 14 nei pressi di Parts. Come dicono le prigioniere: "Chi non ha mai subito parte della pena in Mordovia è come se non ne avesse subita affatto."

venerdì 18 ottobre 2013

Tratta: presentato il Primo Rapporto di ricerca

E’ stato presentato oggi, in occasione della giornata europea contro il traffico di esseri umani, il Primo Rapporto di ricerca sulla tratta: una vergogna mondiale di proporzioni immani. Il mercato del sesso, infatti, risucchia fiumi di donne e bambini.  
Qui la sintesi del rapporto della Caritas.
La giornata di lotta è stata sancita dal 2007, prendendo atto che oggi, nel mondo, la tratta riduce in brutale schiavitù molti milioni di persone.

giovedì 3 ottobre 2013

A Lampedusa tragedia delle tragedie. Vicine a tutti i migranti e alla sindaca Giusi Nicolini

Ennesima, immane tragedia a Lampedusa, figlia dell'assenza di qualunque piano nazionale e internazionale volto alla prevenzione, all'accoglienza e all'integrazione e di un ventennio italiano di colpevoli politiche della paura e della repressione. Vergogna. Vergogna italiana e internazionale.
La sindaca Giusi Nicolini, in lacrime chiede: "basta! ma cosa aspettiamo? cosa aspettiamo oltre tutto questo? è un orrore continuo, le dimensioni ancora non le conosciamo. Se è vero che sul barcone erano 500, e in salvo sul molo ce ne sono solo 170, è davvero un orrore".
Orrore nell'orrore, coloro che da 20 anni "affrontano" il problema immigrazione con leggi poliziesche e lager, coloro che hanno voluto la famigerata legge Bossi-Fini, quelli che non hanno saputo fare altro che seminare paura e creare sacche di violenza e alienazione, oggi si scagliano sulle ultime arrivate: "Tutta la colpa è della politica buonista della coppia Boldrini-Kienge", osa affermare Gianluca Pini, il capogruppo della Lega a Montecitorio.

mercoledì 2 ottobre 2013

La Chiesa, le donne e Papa Francesco

Il Papa annuncia che parlerà presto delle donne: quello che dirà ci interessa molto.
Un Papa che appena eletto esordisce, nella solennità della lavanda dei piedi, chinandosi a lavare i piedi a due donne (una delle quali pure musulmana), non poteva che sollevare ansiosa preoccupazione (se non odio) da parte dei più retrivi sostenitori della religione come strumento di potere patriarcale. Ma perché quel gesto era inaccettabile? perché il rito evoca la lavanda dei piedi fatta da Gesù agli apostoli i quali, secondo la tradizione sopravvissuta nella Chiesa patriarcale, erano tutti maschi.