Perché parliamo di politica femminile? Una premessa: il femminile non è solo delle donne, né "essere donne" può di per sé garantire nulla. Detto questo, non solo le donne sono in grave minoranza dove si decide, ma il contributo femminile in sé è inascoltato. Dai tempi più remoti la Storia è un susseguirsi di conquiste e di distruzioni, decise e agite solo da uomini. Così come le donne nel mondo sono ancora soggette a gravi vessazioni, allo stesso modo lo è tutto il pianeta: e questo è a causa di una gestione diffusa del potere di tipo predatorio, basata su presupposti di dominio, che come tali guardano solo ai risultati immediati.
Dalla politica del dominio è stata espulsa una visione capace di abbracciare l'insieme e di preoccuparsi delle future generazioni; ed è per questo che dà sempre risultati fallimentari sul piano della felicità e del rispetto ambientale. Questa visione fallimentare si può rinnovare solo includendo lo sguardo e le decisioni delle donne.
Non si tratta dunque di mitizzare la figura femminile, ma di iniziare a riconoscere, e a reclamare, il valore delle donne che viene semplicemente svilito e sprecato, avendo nuove visioni. Serve una visione capace di riconoscere che stiamo distruggendo il Pianeta: stiamo sottraendo alle future generazioni il terreno stesso su cui camminare. Tutto questo richiede azioni forti e davvero proiettate verso il bene comune, capaci di imporsi e di superare lo sbarramento delle corruzioni.
A proposito di "corruzione", vale la pena ricordare una cosa di cui si parla poco o niente: e cioè che le donne rappresentano (in Italia e in tutta Europa) solo il 4,5% del totale dei condannati per reati di qualunque natura; una percentuale minima. È sempre stato così, e fino a non molto tempo fa si liquidava la cosa con la spiegazione che le donne sono così stupide e incapaci che non sanno nemmeno delinquere. Oggi, che questa stupidaggine non si può più dire, la percentuale resta la stessa; quindi si: statisticamente le donne sono anche molto più oneste dei colleghi maschi. A chi chiede: "E come mai ci sono tante politiche come gli uomini, se non peggio?" ricordiamo che forse un ruolo ce l'ha anche il fatto che le donne che si fanno anch'esse espressione di cattiva politica sono state in gran parte selezionate da uomini, come loro pedine.
Gli uomini sono indirizzati culturalmente a non ascoltare il femminile che è in loro, proprio come la parte maschile della società "dimentica" di consultare la parte femminile che rappresenta la metà di quella stessa società. La carenza di ascolto, le politiche autoritarie e inique, l'incapacità di individuare soluzioni che diano felicità e benessere, sono aspetti dello stesso processo asfittico che si morde la coda. Oggi abbiamo più che mai bisogno di cambiamento e la leva più potente sta proprio qui: nel contributo delle donne. Si dice che il cambiamento viene dalle donne, ed è vero; senza donne, tutto resta come prima.
Del resto non può essere altrimenti, e cambiare è necessario visto che la politica, noto "affare da uomini", ha prodotto il mondo-disastro al maschile che conosciamo.
Un mondo che si organizza e si riproduce non solo escludendo e penalizzando le donne, ma riservando, da sempre, proprio al genere femminile le sue chiusure più resistenti. Basti ricordare come, nonostante la sua radicata tradizione di schiavismo e razzismo, quando l'America osò il grande passo di ammettere al voto la popolazione nera, ancora sembrava troppo scandaloso ammettervi le donne, bianche o nere che fossero. Ancora oggi, mentre nelle democrazie ci sono almeno condizioni legali di pari opportunità, restano incredibilmente estese le aree in cui le donne sono ufficialmente dei minori senza diritti, e non si placa la spinta a ridurre i diritti femminili là dove sono stati conquistati.
Noi vogliamo anche le donne là dove si decide, e donne capaci di esprimere una vera politica del cambiamento. Le donne hanno bisogno di più spazi di condivisione e di confronto: ecco perché servono anche nuovi strumenti per farle parlare, incontrare, riconoscere; è in questa direzione che anche questa rete-blog vuole dare un contributo.
Grazie per l'invito.
RispondiEliminaEsordisco cinicamente: la politica forma la società? no, è la società che esprime la politica.
In realtà si tratta di un mutuo influenzarsi e definirsi.
Allora, ancora polemicamente, noto che forse un femminile ideale, olistico, ecologico è scomparso o ridotto.
Uno dei miei criteri etici di valutazione della realtà, uno dei più importanti, è la sostenibilità.
Mi pare che le donne, attualmente, siano come gli uomini, in questo colossale, sterminato calpestare famelico, divoratore consumistico e accrescitivo di Terra Madre.
Allora è necessario riscoprire gli archetipi del femminile E del maschile selvatici, ecologici e rivalutare le loro specificità, apologizzarne differenze e complementarietà.
Ora, però, - come darvi torto? - è necessario riscoprire e rivalutare lo spirito di Gaia, di Pacha Mama, della Shakti, di Terra Madre.
Grandi verità.
RispondiEliminaSiamo condannati ad amarci. Oppure a farci solo danno tutto il tempo, l'un l'altro, come imbecilli.
Come hanno fatto sempre, sempre, sempre gli uomini da quella notte dei tempi in cui mossero guerra al matriarcato e la vinsero. Come bene ci ha spiegato Engels:
«Il rovesciamento del matriarcato segnò la sconfitta sul piano storico universale del sesso femminile. L'uomo prese nelle mani anche le redini della casa, la donna fu avvilita, asservita, resa schiava delle sue voglie e semplice strumento per produrre figli»
(L'origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato)
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RispondiEliminaNon possiamo lamentarci se l'Italia ha la mentalità che ha ed è quella che è: troppo spazio alla Chiesa, e un modo di pensare comune a molti che a priori maledice le polemiche, a prescindere se quello che dicono è valido o no. Io so solo che già nel mio piccolo, ogni volta che osservo, noto e annoto informazioni "scomode" e commento con qualche parente, amico o conoscente in modo anche solo vagamente polemico col sistema che c'è in giro le reazioni sono sempre quelle: si cambia discorso, si strofinano il naso, si fa un'espressione come per dire "ma cosa vuole questa qua?" e altre reazioni di fastidio, fino al girare i tacchi. Tanto basta per farti passare per "antipatica", "poco furba socialmente", "rompiscatole", fino ad arrivare alla vecchietta sclerotica che ancora è rimasta agli anni fascisti e ha paura che arrivino le guardie fasciste col manganello......e magari ti dice "shhh" che poi c'è qualcuno che può fare la spia.....
RispondiEliminaTrovo profondamente offensivo nei confronti delle donne che sono in politica giudicarle "pedine degli uomini", senza volontà né personalità. E questo sarebbe un sito che difende le donne? Ma per favore!
RispondiElimina@Gioia. Se le donne si fecero defraudare del matriarcato e persero la guerra, allora significa che erano più deboli e quindi che si rassegnino. Come vedi, questo ragionamento è un boomerang.
Le donne più vicine alla natura e all'ecologia? Certo, come le donne impellicciate e che mangiano foi gras!
mi spiace rispondere con tanto ritardo (solo perché il commento mi era sfuggito); ma: no, qui non c'è niente di offensivo;
Eliminala frase a cui (immagino) ti riferisci è:
"come mai le sparute donne che arrivano al potere sono spesso "come gli uomini, se non peggio"? Per la sola, ovvia, ragione che in quei posti, quelle sparute donne, vengono di regola messe da uomini, come loro pedine. Dunque sono anch'esse espressione della politica che non ci piace. Viceversa, così come accade ai veri uomini del cambiamento, le donne del cambiamento che arrivano al potere vengono attivamente osteggiate"
Tutto questo è un fatto; e la condizione di "pedine" NON si riferisce affatto "alle donne che sono in politica", ma a quelle che "spesso sono come gli uomini, se non peggio"; dunque a una precisa categoria di donne politiche deludenti. (e dunque non "tutte", ripeto).
Una politica NON deludente era (sarebbe stata) Josefa Idem:
http://politicafemminile-italia.blogspot.it/2013/06/josefa-idem-presenta-il-metodo-che.html
la quale, INFATTI, fu appunto spazzata via molto rapidamente, dimissionata senza complementi sull'istante per una stupidaggine pretestuosa, non appena (molto in fretta) rivelatasi una donna in grado di agire davvero bene.
e MAI sostituita:
http://politicafemminile-italia.blogspot.it/2013/06/le-dimissioni-della-ministra-non-sono.html
http://politicafemminile-italia.blogspot.it/2013/06/risposta-sbagliata-sig-premier-le-diamo.html
Per finire, questo non è "un sito che difende le donne", ma un sito che tenta di dare più opportunità a noi stesse, a tutte noi, per farci sentire meglio e di più, per collegarci più facilmente fra noi e sostenerci a vicenda.
Questo non significa promuovere acriticamente nessuna donna solo in quanto tale.
Ps- per inciso, NON mangiamo foie gras (e tantomeno mettiamo pellicce) nessuna persona che sa cosa siano e comportino queste cose e abbia un minimo di empatia lo fa.