sabato 20 aprile 2024

Il tuttimaschi dalla Rai al CDA AIFA alla Commissione Paesaggio della città di Milano

Dalla trasmissione più potente di Rai1 con commentatori solo maschi in tema di aborto al tuttimaschi del CDA della Commissione Italiana del Farmaco e della Commissione Paesaggio della città di Milano... non sono tutte situazioni contestabili sul piano legale?



Parlando di mansplaining ogni donna sa di cosa si tratta, ma se credete di non saperlo è solo perché ancora non avete dato un nome all’onnipervasiva situazione in cui uomini spiegano alle donne, anche ove esse siano più competenti di loro. E ancor più interessante è quando si discetta, solo fra maschi, su ciò che concerne o riguarda solo le donne: ad esempio i diritti delle donne, le simbologie del femminile, l’aborto, la salute femminile e via dicendo.
 

Gli enti e le commissioni, così come le trasmissioni di informazione politica, ove siano composte solo da maschi sono a tutti gli effetti delle situazioni sconvenienti, e ancor più lo sono se in quelle sedi si parla di donne.

Ma più in generale, la Carta Costituzionale disegna la nostra democrazia come paritaria tra uomini e donne, applicando tale principio:

1. in ottemperanza del principio di eguaglianza (art. 3) 

2. come regola generale per l’accesso ai pubblici uffici (art. 51), 

3. come criterio informatore del canone di buon andamento della pubblica amministrazione (art. 97). 

La parità di genere si deve quindi considerare come un principio generale dell’ordinamento cui tutti gli atti delle amministrazioni dello Stato si dovrebbero uniformare.

Gli enti e le commissioni pubbliche, dunque, così come le trasmissioni di informazione politica sul servizio pubblico, ove siano solo maschili, non sono a tutti gli effetti delle situazioni non solo sconvenienti, ma anche illegali? Certo sono, come minimo, improntate a valori non condivisibili. Eppure queste situazioni continuano a ripetersi. 

Se poi ci portiamo a Milano, da cui è partita la polemica che ancora infuria perché a una statua di donna (priva di qualunque connotazione sessista) è stata negata collocazione nello spazio pubblico, notiamo quanto segue.

Nella parte dedicata all’enunciazione dei diritti e delle libertà fondamentali poste a cardine dell’amministrazione della città, lo Statuto Comunale prevede che la parità fra i sessi sia criterio di equilibrio da rispettare per la nomina della Giunta e a fondamento delle necessarie azioni da mettere in atto da parte del Comune, prescrivendo (art. 5 comma 4 Statuto Comunale): “negli organi collegiali non elettivi, nonché negli enti, aziende ed istituzioni dipendenti deve essere garantito l’equilibrio di genere”.

Ci si chiede dunque come, anche qui, la Commissione Paesaggio, ente a quanto pare deputato anche alla valutazione dei monumenti, possa essere un organismo nominato all’insegna del più classico criterio tutti-maschi. 


Commissione che (senza entrare minimamente nel merito della qualità artistica) ci spiega come un’opera che rappresenta un archetipo femminile del generare e del nutrire "non rappresenti valori universalmente condivisi”; e che, si suppone per proteggerci dallo stereotipo della donna-mucca, suggerisce di nascondere la statua; salvo poi, dopo il montare delle polemiche, concedere di esporla là dove si partorisce (e si abortisce). 

Poco importa se contro il parere di autorevoli associazioni femministe che la pensano del tutto diversamente.

QUI > Comunicato di Toponomastica Femminile

QUI > Comunicato di DonneinQuota

2 commenti:

  1. Hai perfettamente ragione: sempre e solo uomini. E’ una grande vergogna

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