mercoledì 7 settembre 2016

Sugli attacchi ad Agnese Landini, donna; insegnante, moglie (di un Presidente del Consiglio)

Attaccare in continuazione una persona con affermazioni infamanti per colpire qualcun altro accanto a lei è hate speech, ed è anche un atteggiamento trasversale mafioso; gli stessi attacchi rivolti a una donna in termini grondanti di sarcasmi antidonna sono pure misogini (come del resto è misogino passare ai raggi X il guardaroba o la cellulite di ogni donna che raggiunga una visibilità in politica). 



Non è chiaro cosa prevalga in questo caso, ma riportiamo l'intervento che segue, perché, approfondendo  le affermazioni ingiuste, e dando loro risposta, ristabilisce un equilibrio  e mette in chiaro qualcosa di importante. Scrive su Facebook Barbara Visicchio: Tutto avrei creduto nella mia vita, tranne che, io, insegnante, iscritta al M5S e desiderosa, come non mai, di vedere la fine politica di Matteo Renzi, mi sarei ritrovata a difendere la moglie del Presidente del Consiglio dalle accuse ingiuste e infamanti che le sono state rivolte, soprattutto negli ultimi giorni, ma più in generale negli ultimi anni. 

E la cosa di cui mi dispiace maggiormente è che le accuse vengono non solo da persone esterne al mondo della scuola, che ne ignorano le principali dinamiche, ma da colleghi che sanno perfettamente cosa stiamo vivendo in questi anni.

Stamattina, aprendo Facebook, ho visto, addirittura, che la pagina di Crozza Fan Page condivideva l’ennesimo post con Agnese Landini. Davvero non se ne può più.
Io sono la prima a non avere parole tenere per Renzi, ma me la prendo con lui, non con la moglie. I social network sono diventati sempre più il posto in cui si sputa veleno, senza verificare la fonte di quanto si afferma o si condivide.
Ricordo le critiche che sono state mosse ad Agnese Landini quando non ha partecipato agli scioperi contro la Buona Scuola.
Mi sarebbe piaciuto vedere ognuno di voi, moglie o marito di un politico del governo, scioperare in prima fila, davanti a Palazzo Chigi, al fianco di tutte le sigle sindacali. Magari sarà stata anche contro la Buona Scuola, ma glielo avrà detto a quattr’occhi al marito.
Quando Agnese Landini ha scelto di fare l’insegnante, (si è abilitata con la SSIS nel 2007), il marito non era neanche segretario del PD e ha avuto una carriera scolastica normalissima, facendo supplenze nelle scuole statali per almeno 8 anni, prima di passare di ruolo, quindi più di me che ne ho fatti solo 6, da abilitata.
A novembre 2015 è passata di ruolo, come tutti quelli che hanno fatto domanda per partecipare al piano straordinario di immissioni in ruolo, circa 90000 persone. Cosa avrebbe dovuto fare lei, rinunciare solo perché era la moglie del Presidente del Consiglio? Io, personalmente mi sento di apprezzare una donna, che, nonostante il ruolo che riveste, abbia deciso di continuare a lavorare in un mondo non facile, invece di fare la “First Lady” tutto il giorno.
È passata di ruolo trascorrendo più tempo sul Renzicottero che nella scuola, ha tuonato qualche altro saputello.
No. Ha lavorato su uno spezzone, invece che su una cattedra completa, come può fare chiunque abbia la possibilità di farlo. Avere un marito ricco non è una colpa.
È passata di ruolo, pur essendo stata bocciata al concorso del 2012.
La maggior parte delle persone che conosco, che, lavorando, ha partecipato a quel concorso, non lo ha vinto. Ed erano quasi tutte persone già abilitate e da anni nella scuola.
Gli altri insegnanti sbattuti a 800 km da casa e lei ha avuto Firenze!
Ma prima di fare affermazioni del genere siete andati a controllare il punteggio di mobilità della moglie di Renzi? Beh, io l’ho fatto: Agnese Landini ha 36 punti.
Io ho avuto Venezia, come da me richiesto, con 21 punti e un mio collega con 6 punti.
Mia cugina, in Puglia, che ha 36 punti e insegna nella stessa classe di concorso della moglie di Renzi (A051), ha avuto l’ambito territoriale in cui vive e non è parente di un politico.
Esclusi gli errori del tanto contestato algoritmo, quasi tutti gli insegnanti del Centro Italia e del Nord Italia hanno avuto l’ambito territoriale scelto.
I problemi si sono avuti nelle regioni del Sud, perché sono rientrate dal Nord persone che avevano punteggi più alti e hanno scavalcato coloro che avevano punteggi bassi, o perché in questi anni non hanno lavorato, o perché hanno lavorato nelle scuole private che non danno punteggio per la mobilità.
È stata chiamata con la chiamata diretta!
Cosa c’è di strano? Lo prevede la legge. Non ha avuto Firenze per effetto della chiamata diretta. La chiamata diretta è servita solo per stabilire in quale scuola di Firenze insegnerà per i prossimi 3 anni.
Anche se non si fosse candidata per nessuna scuola, avrebbe avuto d’ufficio una scuola dell’ambito di Firenze al quale appartiene, come ad esempio ho fatto io.
Mi fermo qui. Spero di essere riuscita a fare un po’ di chiarezza e, soprattutto, invito tutti a occuparci dei problemi seri che vive il mondo della scuola, non del posto di lavoro della moglie del Presidente del Consiglio. (Barbara Visicchio, insegnante)

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