sabato 27 dicembre 2014

Congratulazioni Acuña! la tua vittoria è una speranza per tutto il pianeta

Chì è Màxima Acuña? una piccola coltivatrice indigena peruviana, che per 4 anni ha resistito coraggiosamente agli attacchi violenti, supportati da polizia e istituzioni, di una multinazionale mineraria.

Lei e i suoi famigliari picchiati, intimiditi e arrestati - ma sempre sostenuti dal movimento delle donne peruviane e da altre associazioni per i diritti  e per la sostenibilità (come Grufides) - e alla fine hanno vinto: 


La compagnia Yanacocha, che nel suo sito si vanta di estrarre in modo sostenibile (!) era decisa a trasformare quella terra in una miniera d'oro a cielo aperto. Un progetto fieramente osteggiato da Acuña de Chaupe che con la sua famiglia ha continuato a presidiare il terreno, subendo per quasi 4 anni ogni sorta di intimidazioni e attacchi fisici e legali.
A causa della sua resistenza a lasciare la sua stessa terra in balia degli estrattori minerari, Acuña è stata anche accusata di “usurpazione aggravata" (!) per invasione abusiva di suolo, dalla compagnia stessa, spalleggiata dalle autorità: accusa che nell’agosto scorso è valsa a lei, e ad altri 3 membri della famiglia, la condanna a due anni e otto mesi di reclusione, oltre a una multa in denaro.
Ma questa pesante condanna è stata annullata dalla sentenza d’appello dei giorni scorsi, con cui la Corte di Cajamarca le ha dato ragione. Ecco le sue parole: Voglio ringraziare i giudici della Corte di giustizia di Cajamarca, per aver applicato la giustizia in modo imparziale, senza permettere che i lavoratori agricoli soffrano per mano di Yanacocha. Prego Dio di prendersi cura di loro. Durante questi quattro anni molte autorità mi hanno torturato, diffamato e perseguitato. Ma oggi abbiamo visto che a Cajamarca c'è una autorità onesta.
La vittoria di Acuña è un importante punto a favore di tutte le resistenze locali alla predazione senza fine da parte delle multinazionali. Festeggiamola anche noi. 
Una piccola donna ha sconfitto forze molto potenti; la sentenza che le dà ragione è una vittoria di tutto il Pianeta che resiste alla implacabile distruzione della vita in nome del profitto. 

mercoledì 24 dicembre 2014

L'origine della guerra

L'oggetto del desiderio - secondo le più banali descrizioni c'è questo al centro del quadro di Courbet l' "origine del mondo". E l'opera che (oltre un secolo dopo) completa il quadro, rappresenta, potremmo dire, il desiderio in sé: il suo titolo è l' "origine della guerra". 
L'atto desiderante è qui  evocato dall'impercettibile tensione dell'inizio di un'erezione; ma - soprattutto - al centro c'è il sesso maschile.

Cioè il soggetto desiderante per eccellenza, che nell'immaginario patriarcale evoca potere e conquista (soggetto). Il sesso femminile, secondo lo stesso vocabolario, evoca invece la terra di conquista (oggetto).
Ma in verità non si può evitare che evochi anche la generazione, dunque il (vero) soggetto agente per eccellenza, a dispetto di tutti volonterosi oggettivizzatori. Qualcosa di tale potenza da far tremare i polsi, qualcosa, appunto, che (da quell'altro che il potere ha avocato interamente a sé) esige costantemente di essere represso e incatenato. Mentre la generazione, a sua volta, dà luogo a nuove infinite battaglie di predazione e ancora di conquista.
Vi proponiamo l'accostamento fra questi due quadri come fonte di ispirazione: per una riflessione quanto mai necessaria e irrimandabile
Ognun* si abbandoni alle proprie associazioni di idee e tiri - se crede - le sue conclusioni. Da dovunque si parta, è ora di iniziare a parlarne.
Nel 2013 l'origine della guerra è stato incluso nella mostra parigina Masculin/masculin, dedicata alla nudità maschile nell'arte. Ecco come ne parla l'autrice, Orlan:



L'origine del mondo è stato fin dall'inizio fonte di scandalo e dopo oltre un secolo continua ad esserlo; lo stesso capita all'origine della guerra

Nel 2014 è stato esposto alla 10° Nuit des musés a Besançon, ad esempio; ma l'organizzazione ha ritenuto di non doverne fornire l'immagine alla stampa. (!)

Ma - in entrambi i casi - lo "scandalo", dov'è??
Il quadro di Courbet è del 1866; l'opera di Orlan è del 1989. Del 2014 è la performance "Je suis l'origine": 
Je suis l'origine
Je suis toutes les femmes
Tu ne m'as pas vue
Je veux que tu me reconnaisses
Vierge comme l'eau
Créatrice du sperme

QUI il video della performance (misteriosamente censurato perché sia visibile solo agli adulti, purtroppo). 
Debora de Robertis, con lacrime dorate dipinte sul viso, si è messa ai piedi de l'origine du monde e ha aperto le gambe esponendo il sesso; sullo sfondo l'Ave Maria di Schubert e le parole, ripetute ad libitum: Sono io l'origine / io sono tutte le donne / tu non mi hai vista / io voglio che tu mi riconosca / Vergine come l'acqua / creatrice di sperma.
Messa in scena il 29 maggio, nel giorno dell'ascensione del Cristo, l'origine du monde 2.0 (dal titolo  Miroir de l'origine) non aveva certo intenti blasfemi, crediamo: ma - semmai - intenti di verità. Qui, il nesso con il sacro e con la sua distorsione da parte del maschile patriarcale.


sabato 20 dicembre 2014

Cadere vittime e fare vittimismo. Bontà e buonismi. Etica e moralismi. Verità e caricature. E la forza delle donne

Sai cosa... tra l'essere vittime di qualcosa e fare vittimismo c'è grande differenza. Tra essere buoni e buonisti c'è la stessa differenza. Ed è la stessa che intercorre fra essere moralimoralisti. Eccetera. Una differenza che chiama in ballo la verità contro la sua caricatura. A pochi giorni dal processo del massacratore di sua figlia, un padre ha postato su fb le foto della ragazza in coma scrivendo: «..mancano poche ore dalla sentenza su quell’essere, voglio pubblicare la foto di come è stata ridotta Chiara: solo per ricordare che la vittima sarà per sempre lei». Lui ha ragione; e se ci sono dubbi intendiamoci bene sulle parole:
L'ex "fidanzato" picchiatore Maurizio Falcioni è stato condannato a 20 anni. Il padre in lacrime ha concluso: l’incubo non è finito; ora devo tornare da mia figlia che è in condizioni disperate. Come lei tante altre: se le vittime da femminicidio sono cancellate dalla faccia della terra, le sopravvissute sono spesso rovinate per sempre; per non parlare dei sopravvissuti rappresentati dalla scia di orfani. Credete davvero che il problema sia il vittimismo? Eppure tocca parlare di questo. Ringraziando Lorella Zanardo, useremo qui le sue parole:
C'è un fenomeno preoccupante ed è rappresentato dalle donne che temono di essere accusate di vittimismo. Tempo fa ad un'importante premiazione la direttrice di una agenzia di pubblicità, che fino a quel momento aveva tessuto le lodi del nostro lavoro, mi si avvicina e dice sottovoce "Zanardo lei ha ragione. Però non dobbiamo troppo lamentarci perché penseranno che siamo vittime, deboli". "Penseranno chi?" chiedo io sapendo che la risposta sarebbe stata "gli uomini". Solitamente chi teme di apparire debole è in effetti debole. Lo dico con grande comprensione. Ma divento meno comprensiva quando chi è affetto da debolezza, denigra l'operato altrui per non avere dinnanzi a sè la dimostrazione che "si può fare". Tra piangersi addosso e lavorare per i propri diritti c'è molta differenza.
Se una donna si lamentasse tutto il giorno dei pochi diritti riservati al suo genere, sarebbe indubbiamente afflitta da vittimismo. Se molte donne combattono con coraggio e come leonesse per affermare i propri diritti, non sono affette da vittimismo, come è evidente. Il motivo per cui molte donne temono di essere giudicate lagnose e vittime quando si battono per i propri diritti è che non sono sufficientemente forti da accettare la mancanza di consenso da parte del genere dominante. Sarebbe come affermare che Martin Luther King o Nelson Mandela avrebbero dovuto abbandonare la loro battaglia perché giudicati rompiscatole, litigiosi e afflitti da vittimismo da parte dei bianchi wasp. Avere troppo bisogno di consenso è un segno di debolezza. Che non va criticato, succede. Ma va combattuto. Cioè noi donne dobbiamo essere in grado di conoscere noi stesse a sufficienza da comprendere quando le nostre azioni sono dettate dal bisogno insopprimibile di ottenere il plauso del gruppo dominante. Se è così, bisogna lavorare per aumentare la nostra autostima e la nostra centratura ed essere in grado di sopravvivere senza il consenso, che è raro nei processi di cambiamento. Chi necessita di approvazione ha una via sicura da seguire: il conformismo e l'adeguamento allo status quo. Mi risulta sempre difficile leggere i commenti su pagine di lettrici che affermano "ma questa pagina è letta da una alta percentuale di donne!" quasi a sottendere che solo le pagine lette dagli uomini siano valide. E naturalmente nessun giornale letto principalmente da uomini si fa problemi perché scarseggiano lettrici donneChiamasi insicurezza. E va bene, ma bisogna lavorarci e non distruggere il lavoro di quelle che l'insicurezza l'hanno gia combattuta. Noto anche che ogni volta che scriviamo di femminicidio, ci sono sempre lettrici che commentano "si' si'. ma però non tutti gli uomini sono così eh! non dobbiamo scagliarci contro gli uomini"Io [e noi tampoco, ndr] non ho mai considerato gli uomini come un problema né l'ho mai scritto. Queste lettrici proiettano verso me una loro insicurezza. Che - perdonatemi - riassumo nell'esempio del cane che porta in bocca le pantofole al padrone per ricevere una carezza. Io le carezze le ho sempre desiderate, e ricevute, senza portare scarpe in bocca ad alcuno. Informo anche le più giovani che, anche in Italia, ci sono uomini che sono attratti dalle donne forti e orgogliosamente dedite a non farsi sottomettere. Insomma vi assicuro che la forza positiva in una donna è spesso dote affascinante per molti uomini.  Dunque andiamo avanti e - se vi viene paura di essere vicino, troppo vicino, al prendere in mano la vostra vita - e la vera indipendenza vi fa battere i denti, perché signifIca sperimentare come si sta sulle proprie gambe al mondo…

… fatevi forza che è quella la strada giusta. Lorella Zanardo

venerdì 19 dicembre 2014

Un'avvocata risponde, per i Centri antiviolenza emiliano-romagnoli, all'intervista diffamatoria pubblicata dal quotidiano Qq - qelsi

Attacchi infondati e sommari ai Centi antiviolenza. 
Ricevo e pubblico questa lettera dell'avv. Susanna Zaccaria del Foro di Bologna, chiedendo di aiutare a diffonderla sul web
Scrivo la presente a nome e per conto del Coordinamento dei centri antiviolenza dell’Emilia-Romagna e della Casa delle donne per non subire violenza Onlus di Bologna - che rappresento. Dopo aver preso visione dei contenuti apparsi sul quotidano on line qelsi il 10 dicembre scorso dal titolo Vi racconto il buisness delle associazioni antiviolenza, preme fornire le seguenti precisazioni:
A quanto consta, la signora Marzia Schenetti non si è rivolta a nessun centro aderente al Coordinamento dei centri antiviolenza dell'Emilia-Romagna per avere un aiuto per la situazione di violenza che ha subito, quindi non può parlare per esperienza diretta. Lo ha fatto invece per la presentazione di un suo libro, (cosa che è avvenuta) e successivamente per avere la retribuzione di un suo spettacolo teatrale. In questa seconda occasione le è stato risposto che - pur apprezzando il suo impegno artistico a favore della tematica della violenza contro le donne - non era possibile finanziare uno spettacolo teatrale, non avendo il centro antiviolenza fondi da destinare a questo scopo.
La mission dei centri antiviolenza, in linea con tutte le disposizioni internazionali, oltre a quella di fare promozione per un cambiamento della cultura e della politica, è quella di offrire supporto e percorsi di protezione alle donne che chiedono aiuto per uscire dalla violenza (counseling, ospitalità, supporto alla ricerca del lavoro, ecc.), non quella di erogare contributi direttamente alle donne che si rivolgono a loro, se non nella forma di rimborsi per i trasporti, il vitto, le spese telefoniche, ecc. Per questa esigenza, oltre al supporto dei servizi sociali territoriali, nella regione Emilia-Romagna esiste la Fondazione vittime di reato alla quale ci si può rivolgere per avere un contributo che possa -  almeno in parte – risarcire il danno che la violenza ha prodotto. I centri, per scelta, offrono supporto relazionale e percorsi di empowerment affinché le donne si rafforzino e si proteggano dalle relazioni danneggianti, ricostruendo nuove traiettorie di vita. I centri antiviolenza si sono sempre battuti perché lo stato riconosca un adeguato risarcimento alle vittime e di fatto indirizzano alla Fondazione vittime di reato molti casi ogni anno. Le avvocate che fanno riferimento ai centri antiviolenza, oltre a fare consulenza gratuita presso i Centri, supportano le donne con il gratuito patrocinio laddove è permesso dalla legge e in linea con le disposizioni dell’Ordine degli avvocati. Le attività della Casa delle donne di Bologna (e lo stesso si può dire per gran parte dei centri aderenti al Coordinamento) sono solo parzialmente coperte da fondi pubblici, per il resto si provvede con donazioni private, progetti, fundraising, destinazione del 5 per mille e un grande numero di ore di lavoro  volontario messo a disposizione anche dalle operatrici retribuite.

lunedì 8 dicembre 2014

Dall'incontro di Roma del 5 dicembre: una riflessione verso gli Stati Generali delle Donne

Il 5 dicembre è stata convocata una riunione sugli Stati Generali delle Donne, con un invito (di cui abbiamo dato informazione qui) che è stato accolto con entusiasmo da un gran numero di altre singole e associazioni. Anche noi - inteso con questo noi alcune donne al servizio della Rete delle Reti Femminili - abbiamo collaborato e siamo state presenti, per ascoltare e documentare. Anche questa volta il nostro contributo sarà di collaborare a nutrire connessioni: verso gli Stati Generali delle Donne.. tenendo conto che al sogno degli Stati Generali stanno prestando i propri pensieri, da anni, molte donne e gruppi di donne.
Un simile evento, se organizzato davvero collettivamente, rappresenterebbe un’occasione storica di fare il punto sugli stati delle donne, per fare emergere la volontà femminile con una modalità forte e davvero inclusiva; qualcosa che da sempre sogniamo. Senza andare troppo lontano ricordiamo, ad esempio, il 3 ottobre 2010: quando 700 donne riunite a Milano cercano il modo di iniziare a fare rete: è lì che fu lanciato, veramente, il progetto degli Stati Generali delle Donne. E da allora attendiamo di realizzarlo. Da lì nacque la mobilitazione del 29 gennaio a Milano, che con tanti altri contribuì all'avvio della Italian Women's revolution. Che di lì a pochissimo portò all'immensa piazza di Se non ora quando.

Un'occasione storica tante volte evocata, anche con annunci ufficiali che però non hanno avuto ancora sbocchi rilevanti; o addirittura con iniziative a sproposito.
Oppure ancora vanno ricordati gli Stati generali avviati a livello locale in Puglia, una regione che ne ha quanto mai bisogno. Ma se, a livello nazionale, ad oggi in poche hanno osato pronunciarne il nome se non nel campo dei desideri e dei progetti futuri, una ragione c’è: lì, in quel termine - Stati Generali, c’è un patrimonio di tutte le donne e un potenziale che, per la sua importanza, va trattato con la massima cura e senza dimenticare nessuna.
In bocca al lupo, dunque: mettendosi ciascuna al servizio di tutte. Chi più si è spesa per arrivare fino qui avrà la gratitudine delle altre se saprà portare la responsabilità molto grande che ha ora sulle spalle. Una responsabilità che impegna a rivolgersi a tutte le donne mettendosi al loro servizio - appunto - e, ci auguriamo, mai a capo. Non sarà un’organizazione facile, ma proprio per questo ha bisogno dell’aiuto di tutte. La cura dell’ambito collettivo farà la differenza. Nel rispetto di quelle che, già ora, hanno risposto generosamente, e di tutte quelle che potranno farlo in futuro. Fra le prime, la sentarice Valeria Fedeli che, intervenuta all'incontro del 5 dicembre, ha posto l'accento in modo efficace sullo stato delle cose sul lato delle Istituzioni e delle leggi, prefigurando possibili obiettivi futuri.




NB - con dispiacere constatiamo che da questa iniziativa non è uscito poi un gruppo di lavoro aperto, quindi non sono previste nuove riunioni di confronto in cui elaborare un programma, quindi il percorso verso gli attesi "stati generali delle donne" ci appare interrotto. vedi > aggiornamento del 15 gennaio 2015  



domenica 7 dicembre 2014

Un workshop per l'educazione finanziaria rivolto alle donne

Ringraziando per lo spazio offerto da questo blog alle donne, vi presento un workshop dal titolo Come conquistare la tua indipendenza, promosso da PoterEconomico e Young Women Network: che si presenta come associazione di promozione sociale che riunisce giovani donne di talento con l’obiettivo di favorire networking, cooperazione, knowledge sharing e formazione “non formale”, per sostenere la loro crescita personale
L’appuntamento è a Milano giovedì 11 dicembre 2014, h. 19,30 presso la Sala Tim4Expo della Triennale di Milano.
Dice Teresa Budetta, presidente di Young Women Network:  «Dopo la crisi finanziaria del 2008, la finanza è stata additata come la bestia nera da combattere, eppure conoscerla è utile a ogni donna. Siamo convinte che l’educazione finanziaria serva a tutte, in particolare in Italia: non solo perché siamo al di sotto della media Ocse, ma soprattutto perché esistono marcate differenze di generestando all’ultima indagine Pisa-Ocse 2012, le donne ottengono un punteggio di 8 punti inferiore rispetto agli uomini in educazione finanziaria. Young Women Network vuole contribuire, nel suo piccolo, a invertire la rotta».
«Sono felicissima di presentare Women’s Financial Studio, il nostro progetto rivolto alle donne, alle socie di Young Women Network», commenta Cristina Perciaccante, fondatrice e titolare di PoterEconomico. «Molte donne non gestiscono i loro soldi per paura o per ignoranza. Ma imparare a farlo è semplice e alla portata di tutti, come scoprirete durante il workshop». E’ possibile acquistare i biglietti online, a 10 € per le socie Young Women Network e 15 € per le non socie: qui per iscriversi
Info e accrediti stampa: youngwomennetwork@gmail.com
Valentina Magri

venerdì 5 dicembre 2014

Allarme Clima: in Senato interrogazione al Ministro Galletti

Grande apprezzamento alla senatrice Laura Pupato che, a seguito del grave allarme sul clima lanciato dall’IPCC, ha rivolto un’interrogazione al Ministro Galletti.

La richiesta è di riferire sulle iniziative che l’Italia intende intraprendere perché i prossimi incontri internazionali di Lima e Parigi trovino un accordo capace di vincolare tutti i paesi all'obiettivo non più procrastinabile della riduzione dei gas serra: e dunque del ricorso al petrolio, in favore di fonti rinnovabili. L’interrogazione è stata sottoscritta da quasi 50 senatori, di diversi schieramenti. Ecco il testo integrale:
Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare
Premesso che:
la relazione di sintesi del V Rapporto dell'Ipcc (Intergovernmental panel on climatechange) su clima e pianeta pone l'urgenza di adottare misure che contengano le emissioni di gas serra a livello globale;
gli scienziati dell'Ipcc sono convinti che l'unico mezzo per limitare a 2°C l'aumento medio delle temperature è di ridurre a zero l'utilizzo delle risorse fossili entro il 2100, dimezzandolo entro il 2050;
il rapporto stima la presenza di gas serra in atmosfera come la più alta degli ultimi 800.000 anni, con incremento della produzione e della velocità di produzione degli stessi negli ultimi 30 anni a livelli non più compatibili con la mitigazione e l'adattamento ai nuovi effetti;
considerato che:
l'azione umana è considerata la causa principale dei cambiamenti climatici, con una margine di certezza altissimo stimato al 95 per cento secondo i calcoli dell'IPCC;
se non vi saranno adeguati interventi con i livelli di produzione inquinante non modificati, si stima che la temperatura media globale si innalzerà di almeno 5°C;
considerato, inoltre, che:
lo stesso Ministro in indirizzo ha giustamente segnalato la propria preoccupazione, affermando che "Il rapporto Ipcc sui gas serra è una chiamata alla responsabilità per il mondo. L'Europa è guida verso Lima e Parigi 2015, ma ora serve una presa di coscienza";
nel 2015 vi saranno importanti incontri internazionali a Lima e a Parigi, dove si dovrà trovare un punto di incontro tra Paesi emergenti, Paesi in via di sviluppo e industrializzati, per evitare una vera e propria tragedia collettiva e che metterebbe a serio rischio la salute e la capacità di produzione agro-alimentare dell'intero pianeta;
nel 2015 avremo grazie all'EXPO di Milano una vetrina mondiale sul tema del cibo strettamente correlata ai cambiamenti climatici e alla capacità di produzione alimentare per ogni uomo del pianeta Terra;
l'informazione e la politica italiana hanno parlato molto poco del rapporto in oggetto, così che la questione risulta sia ben poco presente nell'opinione pubblica,

si chiede di sapere:
quali siano le misure che l'Italia intende adottare per abbandonare gradualmente ma in modo determinato e programmato, le fonti di energia fossili;

quali sia la posizione che l'Italia assumerà negli incontri internazionali dei prossimi mesi sul tema;

se il Ministro in indirizzo non ritenga di dover riferire al Parlamento sul rapporto Ipcc e adottare ulteriori strumenti perché le informazioni diventino patrimonio comune e vi sia una diffusione adeguata nel Paese.

IVG: la Francia dichiara il diritto alla scelta "diritto fondamentale per tutte le donne, in Francia, in Europa e nel mondo"

A 40 anni dalla legalizzazione dell'aborto in Francia, l'Assemblea Nazionale (corrispondente al nostro Parlamento) ha riaffermato il diritto delle donne alla scelta, e dunque a decidere l'interruzione di gravidanza: un voto all'unanimità che ha inoltre sottolineato come l'accesso all'aborto sia un diritto fondamentale per tutte le donne, in Francia, in Europa e nel mondo. I soli voti contrari...
tutti dalla destra, e tutti di maschi. I magnifici 7 contro l'autodeterminazione delle donne. Eccoli:
Jacques Bompard (ex-Front Natinal) • Jean-Christophe Fromantin (UDI) • 
Xavier Breton, Nicolas Duicq, Olivier Marleix, Yannick Moreau, Jean-Frédéric Poisson (UMP)

giovedì 4 dicembre 2014

Al via prima riunione pubblica verso gli Stati Generali delle Donne: a Roma, 5 dicembre 2014


E' stata convocata una prima riunione di presentazione degli Stati Generali delle Donne, 5  dicembre 2014, h. 9.00-18.30 
Roma, Sala delle Bandiere Uff. Informazione in Italia del Parlamento Europeo.
In diversi Paesi il motore dell’occupazione femminile si è acceso quando si sono formate «coalizioni pro donne» in seno alla classe dirigente (imprenditori, leader sindacali, intellettuali) e all’élite di governo. Purtroppo, nonostante gli sforzi di alcune singole personalità e organizzazioni, in Italia una simile coalizione ancora non c’è, le cose possono però cambiare.
Nella crisi le donne creano lavoro e combattono in modo positivo. Nascono per questo gli Stati Generali delle donne: per valorizzare e dare voce alla componente femminile. A Roma presenteremo già i risultati di un lavoro condotto, negli ultimi 2 anni, nei territori italiani con due iniziative rispettivamente intitolate ‘Donne che resistono’ e ‘Donne che ce l'hanno fatta’; saranno inoltre messi in evidenza i dati di esperienze europee, nazionali, regionali e locali di rilevante interesse sociale, culturale ed economico. Parteciperanno (secondo la formula di brevissimi interventi integrati da contributi scritti) oltre 150 donne, che a Roma si confronteranno in vista della Conferenza Mondiale delle donne “Pechino vent'anni dopo" che si svolgerà a Milano nei giorni 26 - 27- 28 settembre 2015, nell'ambito di Expo. Sarà una giornata molto operativa di lavoro alla cui conclusione sarà redatto un documento progettuale da consegnare alle sedi istituzionali per tracciare programmi di intervento concreti a favore della componente femminile. Così presenta l'iniziativa di avviare gli Stati Generali delle Donne Isa Maggi, una fra le organizzatrici del primo incontro.
E' un appuntato accolto con favore, in quanto già da quasi 2 anni si guarda a organizzare gli Stati generali delle donne da più parti. Hanno già avuto luogo delle riunioni a livello regionale (ad esempio in Puglia), e altre sono in preparazione (ad esempio in Piemonte). E' dunque l'occasione di accelerare il processo. Per questo in tante abbiamo aiutato e sostenuto la partecipazione a questo primo incontro.

NB - con dispiacere constatiamo che dalla prima riunione che annunciavamo qui non è uscito poi un gruppo di lavoro, quindi non sono previste nuove riunioni di confronto in cui elaborare un programma, quindi il percorso verso gli attesi "stati generali delle donne" ci appare interrotto. vedi > aggiornamento del 15 gennaio 2015  

PROGRAMMA
Invitati il Presidente del Consiglio, che ha tenuto per sè la delega alle Pari Opportunità, e Giovanna Martelli, Consigliera Politica del Presidente del Consiglio 

Apertura dei lavori
dopo Il saluto di Daniel Ractliffe (Parlamento europeo, Uff. d'Informazione in Italia):
Alessia Mosca, Parlamentare Europeo (video)
Silvia Costa, Parlamentare Europeo
Valeria Fedeli, Senato della Repubblica
Ludovica Agrò, Ministero Sviluppo Economico,
Monica Parrella, Dipartimento Pari Opportunità,
Mirella Ferlazzo, Ministero Sviluppo Economico
Alessandra Poggiani, Ag ID
Loredana Bracchitta, Consiglio per le Pari Opportunità Regione Lombardia
Alida Castelli Consigliera di Parità Regione Lazio
Marta Leonori Ass. Politiche commercio, industria e artigianato, Roma
Francesca Zajczyk delegata alle Pari Opportunità del Sindaco di Milano
Abiti Santarella, un marchio nato in Italia dall'incontro delle architette Barbara Annunziata e Francesca Gattoni

Gli argomenti sviluppati da questa prima riunione verso gli Stati Generali sono:
Democrazia paritaria • Lavoro • Imprese/start up • Donne & politica • Stili di vita • Giovani donne, confronti tra generazioni • Donne & Territorio • Comunicazione • Innovazione e nuove tecnologie • Processi di integrazione • Le famiglie migratorie • Leadership • Politiche ed azioni intorno al Mediterraneo • Cambiamento • Potere • Creatività • Fragilità economica e sociale • Sport  • Formazione /educazione 

Interverranno, per le seguenti sezioni:

Comunicazione
Coordinano Graziella Rivitti, Cug del Mise, e Cinzia Boschiero, giornalista
Claudia Padovani, DSPGI - Università di Padova 
Donatella Martini, DonneinQuota
Rosanna Oliva, Rete per la Parità
Floriana Mastandrea,
Antonella Gramigna, Litaliaintesta
Anna Bandettini, Repubblica.it
Luisa Betti, giornalista esperta diritti e minori
Vanna Palumbo, giornalista

Donne & Media
Myriam Defilippi, Donna Moderna
Giuditta Lembo, Consigliera di Parità Regione Molise
Daniela Brancati, giornalista, dirigente d'azienda settore comunicazione
Paola Ciccioli, Giornalista e blogger Donne della realtà

Democrazia paritaria
Coordina Donatella Martini, Donne in Quota
Marilisa D'Amico, Costituzionalista 

Daniela Carlà, Accordo di Azione comune per la Democrazia paritaria 

Rosanna Oliva, Rete per la parità

Magda Terrevoli, portavoce Comitato per la Legge 50/50 

Lavoro
Coordina Loretta Campagna, sociologa
Marcella Corsi, docente Univ. La Sapienza, Roma
Adriana Nannicini, psicologa 
Rosa Amorevole, Consigliera di Parità Emilia Romagna
Annamaria Buzzetti, Presidente Associazione Giuriste Italiane
Valeria Maione, Consigliera di Parità Regione Liguria

Imprese/start up
Coordina Isa Maggi, Sportello Donna, Bic Italia net
Amelia Scotti, Commercialista, Pres. Com. Pari Opportunità Ordine Commercialisti di Napoli
Maria Lustrì, Ministero Sviluppo Economico
Pina Amarelli, Imprenditrice e Pres. Associazione EnterprisinGirls
Debora Armiento, imprenditrice, Varese
Paola Zambon, Commercialista, Presidente Ass. ICT Dott. Com
Marina Di Muzio, Presidente Confagricoltura Donna

Donne & Politica
Coordina Paola Sciocchetti, Associazione Terre Comuni, Toscana
Patrizia Ciabattoni 
Franca Nardi, Ministero Esteri, “Donne e Politica”
Floriana Mastandrea
Pamela Paparoni

Stili di vita
Coordina Giovanna Seminara, Caltagirone, Sicilia
Fulvia Signani, Un. di Ferrara ”Salute, sanità e gender medicine”, 
Maria Pia Rossignaud, Direttrice Media Duemila  e VicePres. Osservatorio TuttiMedia “Stili di vita”
Maria Giordano, Comunicazione web Ama 
Francesca Ena, Cagliari
Antonella Gramigna, Litaliaintesta
Elena David, Una Hotels &resorts, Calenzano,Firenze
Miriam Bisagni, Associazione Piace Cibo Sano, Piacenza

Politiche e azioni intorno al Mediterraneo
Coordinano Lorena Saracino, Magda Terrevoli e Giusi Giannelli, Stati Generali delle donne di Bari
Laura Trezza, imprenditrice 
Giuliana Cacciapuoti, arabista esperta relazioni con l’Islam 
Milly Tucci, responsabile Istituto Piepoli, socia Sgi e Istituto alti studi strategici e politici sulla leadership 

Giovani donne, confronti tra generazioni
Coordinano Mariella Rosati e Elisa Vigali
Paola Petrucci, Consigliera di Parità Regione Marche

Donne & territorio
Coordina Agata Cleri, Donne di Torrechiara, Appennino Parmense
Rosalba Dragone, formatrice, Matera 2019
Maria Pia Ercolini, “Il genere invisibile”
Marilù Barnaba, Monopoli
Rosa Dell’Aversana, sociologa, Pres. Ass. “Donne&Diritti”, Campania

Innovazione, nuove tecnologie
Coordina Flavia Marzano, Stati generali Innovazione, Wister
Emma Pietrafesa, Sonia Montegiove
Alessandra Donnini, imprenditrice, Direttrice tecnica Etcware srl  Roma
Annalisa Corrado, tecnica delle fonti rinnovabili 
Mariella Berra, Dip. Culture, Politica e Società, Un. di Torino 
Maria Sangiuliano, PhD, European Centre for Women and Technology "Smart Cities Gender and Diversity" 

I processi di integrazione, le famiglie migratorie
Carolina Ramirez
Isabel Recavarren del Foro donne latino, Eurolat, Cefial da Lima, in teleconferenza
Silvia Dumitrache, Ass. Donne rumene in Italia 
Danijela Marinkovich, imprenditrice Tavas srl 

Leadership
Coordinano Daniela Bandera, Presidente nazionale di Ewmd e Anna Maria Gandolfi, Consigliera di Parità Provincia di Brescia
Luciana D’Ambrosio Marri, Sociologa del lavoro, Selezione, Formazione, Diversity management Sviluppo delle Persone e Benessere Organizzativo Roma 
Myriam Ines Giangiacomo, Bottega Filosofica 
Emanuela Palazzani, Executive Board WilEurope

Cambiamento
Coordina Piera Pisanu
Elisa Ercoli, Pres. Differenza Donna ong
Roberta Bortolucci, Pres. nazionale Centro Studi Progetto Donna e Diversity Mgmt

Potere 
Coordina Donatella Proietti Cerquoni

Creatività
Coordina Simona Assandri, I Cantieri
Mariarosy Calleri, Roma

Fragilità economica e sociale
Coordina Nicoletta Mestieri, Asp Fidenza

Sport
Coordinano Flora Benincaso e Luisa Rizzitelli
Mara Cinquepalmi, giornalista, osservatorio web sugli stereotipi di genere nell'informazione sportiva.

Formazione /educazione 
Coordina Graziella Zelaschi, Dirigente Scolastica, Miur
Elisa Benzo,
Patrizia Galeazzo, Resp. Progetto Scuole, Padiglione Italia, Expo 2015
Catia Monacelli, Direttrice Museo dell'Emigrazione Pietro Conti
Laura Nanni, docente, redazione di Iaph, Referente Aps Art'Incantiere

Verso la Conferenza Mondiale delle Donne Pechino vent'anni dopo, Milano Expo, 26 27 28 settembre 2015
Isa Maggi
Simona Lanzoni, Pangea
Titti Carrano, Presidente D.i.re. - donne in rete contro la violenza
Luisa Festa, Consigliera di Parità della Provincia di Napoli

Non potranno essere presenti ma inviano la loro dichiarazione di interesse, e proporranno eventuali contributi scritti, le seguenti donne singole e associazioni:
Caterina Della Torre di Dols Donneonline • Patricia Adkins Chiti (Presidente Fondazione Adkins Chiti Donne in Musica) • Roberta Agostini (Coord. Donne PD, Camera dei Deputati, Vicepresidente  Commissione Affari Costituzionali) • Aidda • Giovanna Badalassi, GenderCapp Un. di Modena e Reggio Emilia • Ondina Baradel, ex-addetta culturale a Tripoli • Claudia Brancaccio, Aosta • Renata Briano, Europarlamentare • Simonetta Cannoni, Provincia  di Siena • Rita Capponi Martini, ex dirigente scolastica, imprenditrice, Resp. Segretariato Sociale MIDD - Movimento Italiano Donne per la Democrazia paritaria • Iside Castagnola Pres. Comm. tutela diritti e sicurezza I Municipio Roma Capitale  • Benedetta Castelli, Vicepresidente A.N.D.E. ass. nazionale donne elettrici • Marisella Chevallard • Letizia Ciancio, Corrente Rosa • Viviana Cippone, amm. Romagna Mamma srl  • Sabina Ciuffini, UnaTalks • Margherita da Cortà Fume (formatrice e consulente, Venezia) • Alessandra Del Monte • Nicoletta Del Monte • Ilaria Dioguardi, giornalista, Wister • Cinzia Donadelli, cooperatrice internazionale • Pina Ferraro, Consigliera  di Parità Provincia di Ancona • Valentina Ferri, scrittrice • Ziva Fischer (Capo Dipartimento Relazioni Esterne Adei Wizo) •  Liliana Fratini Passi, Consorzio Cbi, Roma • Eliana Lanza • Barbara Marà • Giancarla Marchesi, Sindaca di Cesate • Domenica Manzoni, Consiglio delle Donne  di Treviglio • Tiziana Medici • Maria Teresa Menotto, Presidente Consulta delle Cittadine Comune di Venezia • Daniela Minetti, Presidente Consulta delle elette Municipio Centro-Ovest, Genova • Francesca Montemagno (Wister, Pari e Dispare) • Noi donne • Alessandra Oddi Baglioni • Raffaella Palmisciano, Consigliera di Parità Regione Friuli • Patrizia Pelliccia Progetti  Strategici e Gare Internazionali ICE • Francesca Pontani, Monza • Federica Scarrione, Liceo Galilei, Voghera • Mila Spicola • Gabriella Taddeo, Consigliera  di Parità Provincia di Trieste • Udi Unione Donne Italiane • Angelica Vasile, Fermati Otello! • Paola Viero, ex direttrice cooperazione in America Centrale • Anna Zaccheo, Presidente CUG ICE - Agenzia •