giovedì 10 settembre 2020

Lettera agli sponsor del Festival della Bellezza #tuttimaschi

Gentilissimi,

Noi Rete Donne, network fra numerose competenze femminili in posizioni autorevoli nelle istituzioni e nel giornalismo, operante da vari decenni sui temi del riequilibrio dei generi, desidera riflettere con Voi riguardo all’evento finanziato dalla Vostra Azienda, che costituisce la rappresentazione deteriore e non etica del tema che si propone di scandagliare e discutere nelle sue diverse declinazioni.



Il Festival della Bellezza, che è in corso a Verona, e che vanta il Vostro sostegno concreto e dovizioso, sta inanellando pessime figure sotto il profilo comunicativo ed educativo, soprattutto, in virtù della sua struttura maschiocentrica (fra i relatori annovera un’unica donna; l’altra, in quanto pianista, ha il ruolo di accompagnatrice), dà un’immagine falsata e parziale della realtà, della società, del mondo (e anche della Vostra clientela, che, siamo certe, si compone di uomini e di donne), rischiando di riflettere l’ombra lunga della sua distorsiva interpretazione anche su chi lo sostiene e finanzia.

Già alcuni incidenti di percorso avvalorano il nostro profondo sconcerto al riguardo, creando quello che a Padova si suole definire: “Peso el tacon del buso”.

L’alibi risibile che numerose donne autorevoli e titolate, interpellate per mantenere un equilibrio di genere, abbiano declinato l’invito, non regge: guarda caso, si trattava di personalità straniere che, in piena pandemia, avrebbero potuto trovare difficoltà a spostarsi. I nomi dei partecipanti di genere maschile, tutti italiani, naturalmente, erano tutti disponibili, secondo i cachet coperti dagli sponsor.

Ci chiediamo:

possibile che fra tutte le italiane, protagoniste della cultura e dello spettacolo, non ce ne fosse nessuna all’altezza, per fama e pensiero, di uno di questi signori presenti nel programma?

Per loro, e i loro onorari non certo convenienti, il costo è sostenuto dagli sponsor, mentre sul pagamento dei diritti di un’artista si risparmia, acquisendo sul web [e utilizzandola senza averne diritto, ndr] l’immagine utilizzata nella locandina?

Oltretutto, si tratta dell’immagine di una ragazzina, che poco si coniuga col tema di Eros e bellezza (a meno che non si voglia elevare un inno alla pedofilia), come ha fatto notare la stessa autrice, Maggie Taylor, che solo ora è venuta a conoscenza dell’abuso sul copyright, in atto da più edizioni.

Gli organizzatori stanno costruendo un muro di gomma, celandosi dietro favolette fantasiose per giustificare la propria superficialità scientifica:

la violazione del copyright di una artista straniera, che ha giustamente fatto sentire le proprie ragioni; un programma, come Vi abbiamo già sottolineato, del tutto squilibrato, dove l’approccio alla bellezza e all’Eros, è univoco;

una pregiudiziale dell’ipse dixit che toglie autorevolezza all’evento, trasformandolo in una kermesse circense.

Vi invitiamo, pertanto, visto il Vostro ruolo e le Vostre competenze, a voler intervenire nei confronti dell’organizzazione dell’evento, affinché il Festival abbia una struttura binaria tale da non oscurare il pensiero femminile in materia, dandogli eguale dignità rispetto a quello maschile.

Nella speranza di un’auspicata risposta e di facta concludentia, vogliate gradire i sensi della più viva stima.

Noi Rete di Donne

Marisa Rodano, Daniela Carlà, Annamaria Barbato Ricci, Donatella Caione, Sabrina Cicin Marzetti 


La lettera è stata inviata ai Sigg:

Presidente della BCC Cerea Banca, Luca Paolo Mastena

Vice Presidente Vicario, Renzo Manfrè

Vice Presidente, Luca Bezzetto

e inoltre a:

Cattolica Assicurazioni; Athesis gr.editoriale; Centro Porsche Verona; AGSM Verona; Newchem; DAS difesa legale; Zanolli srl; BCC Cerea Banca; Phoenix Group; Vagheggi SpA; Az.agricola Bulgarini; Assigeco Srl; Terranostra Ass. provinciale Agrituristica; Ass. Culturale VIemozioneRETE

e ai Patrocini: ESU Verona, Consiglio notarile Verona