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venerdì 31 maggio 2013

A Roma lady preferenza: 3 donne fanno il pieno, con la novità della doppia preferenza di genere

Da mister preferenze a lady preferenze? Sì, stando ai dati che arrivano dalla sfida per il Comune di Roma. Grazie alla legge per la doppia preferenza, per la prima volta sono 3 donne a ottenere il maggior numero di voti nei rispettivi partiti: 3 donne che, nei rispettivi partiti, hanno sbaragliato i candidati maschi. E sono:
• per il PD Estella Marino:oltre 9mila  preferenze. Nessuna parentela con il candidato sindaco (ci tiene a precisare),  ingegnera ambientale, funzionaria dell’Ater e responsabile Ambiente per il Pd romano ; 
• per SEL Gemma Azuni: oltre 5mila preferenze (5.430). Che non indietreggiò (come invece fece il suo collega di partito, Luigi Nieri) dopo l’invito di Nichi Vendola ad appoggiare Ignazio Marino alle primarie a sindaco;
• per il PDL Sveva Belviso: oltre 11mila preferenze. Per molti anni assessora nella giunta Alemanno e poi (solo dopo le bocciature del Tar per una giunta a scandalosa densità maschile), vicesindaca.
Sveva Belviso e Gemma Azuni facevano già parte del consiglio comunale. Con loro solo un’altra donna, Monica Cirinnà (ora senatrice): erano solo 3 le donne nella vecchia aula di Giulio Cesare. E ancora solo 3 (2 del Movimento 5 stelle e una del Pdl) le elette grazie alle preferenze nel Consiglio regionale del Lazio, rinnovato appena tre mesi fa; salite poi a 8 (cioè più che triplicate) grazie alle 5 elette nel listino con Zingaretti.
Ora però le 3 lady preferenze non rimarranno sole: finora sono sicuramente 9 le consigliere comunali elette; che, nel caso di vittoria di Ignazio Marino, potrebbero salire a 13.

Senza nulla togliere alla capacità, competenza e rapporti con elettori ed elettrici, le neo elette sono sicuramente anche il risultato della nuova legge per le amministrative, che ha introdotto la doppia preferenza di genere. Legge che ha di fatto acceso i riflettori sulla necessità di garantire la democrazia paritaria.

Ne hanno dovuto tenere conto subito partiti, movimenti e schieramenti politici nella composizione delle liste, pena l’esclusione della competizione. Ha influenzato poi la campagna elettorale, dove pure erano tutti maschi i candidati sindaci: incontri, manifestazione e anche i tradizionali santini in coppia, hanno spezzato le cordate di potere finora tutte maschile. Si è insomma materializzato l’invito al doppio voto, una donna e un uomo, che gli elettori e le elettrici romane hanno gradito e accolto.
Non siamo ancora al 50 e 50 che vogliamo. Ma è sicuramente un incoraggiante e buon inizio.
Cinzia Romano, Donne e Informazione