Battuto
abbondantemente il tasto dell’inesperienza e dell’incompetenza delle
neo ministre, in cerca di “notizie” fresche, i giornali ci raccontano il
giuramento del nuovo governo trasformandolo in una ridicola e imbarazzante (per
chi la scrive e per chi la legge) sfilata di moda. Il linguaggio del
giornalismo politico e di quello della moda si mescolano: diventano un giallo il colore della giacca della ministra della Salute; uno scivolone gli stivali della ministra ai rapporti con le Regioni; uno scontro tra calze
velate e coprenti. Si intervistano “esperte” per il taglio dei pantaloni (troppo
stretti o troppo larghi), si stilano le pagelle delle ministre in
base al guardaroba.
Di
fronte a un governo che per la prima
volta è composto da metà uomini e metà donne, i grandi giornali – chissà se per stupidità, stizza o misoginia - mandano in
edicola e online il peggio degli stereotipi di genere.
Per
par condicio e completezza dell’informazione vorremmo un chiarimento: le
cravatte dei ministri della Giustizia e dell’Agricoltura erano bordeaux o rosso
veneziano? E la differenza tra le scelte cromatiche dei due ministri, rispetto
ai loro colleghi e soprattutto al premier, dobbiamo interpretarle come “prime
crepe” nell’esecutivo? Urge un editoriale, perché i lettori devono sapere!
Certo, le donne vanno rimesse sempre al loro posto, no?
RispondiEliminainfatti il problema non è come si vestono le ministre, il problema sono certi quotidiani
RispondiEliminaQualcuno deve avervi preso sul serio, ieri mattina l'ANSA commentava il look delle ministre al Senato e come postilla aggiungeva che Franceschini aveva la cravatta rossa (o bordeaux, non mi ricordo).
RispondiElimina