sabato 8 febbraio 2014

Imbarazzo #Italicum: non si nasconda la vergogna sotto al voto segreto

Risparmiamo il fiato, e sull'argomento della nuova legge elettorale vi rimandiamo a ottimi pezzi: dalla lettera aperta di Paola Concia alle considerazioni di Marina Terragni nonché a quelle (di segno diverso) di Pina Nuzzo - che si concordi o meno. Ricordiamo pure (su aspetti che vanno oltre la democrazia paritaria) le opposizioni dei costituzionalisti contro quello che hanno già ribattezzato indignati Porcellum Italicum. Questo post non intende prendere posizione su questo, una sola cosa diciamo qui ai politici: basta trincerare le vostre decisioni impresentabili dietro al voto segreto. Strumento nato con ben altro (e più nobile) scopo che truffare elettrici ed elettori nascondendo loro le proprie esecrabili decisioni. Uno strumento che, nello specifico, è ormai una spranga usata abitualmente contro le donne.
Si, siamo arrabbiate. E sull' #Italicum potremmo riassumere le ragioni in due semplici punti: 
1. la nuova legge elettorale non ci entusiasma. E va bè. All'arroganza di un sistema politico che perpetua se stesso contro ogni logica e dignità siamo abituate. 
2. non possiamo accettare che chi l'approverà non abbia nemmeno il coraggio delle proprie scelte. Qualunque sia il contributo più o meno attivo alla forma finale che la legge prenderà, ciascuno lo mostri pubblicamente.
Nello specifico delle esperienze regionali, con il voto segreto hanno già affossato fin troppe leggi per l'eleggibilità (anche) delle donne: dalla Sicilia all'Abruzzo, dalla Puglia alla Sardegna. Una vergogna di cui fra i politici maschi non si vergogna nessuno: stiamo tranquille che tranquillamente continueranno a reiterarla se non interverranno le donne. 
Martedi 11 febbraio riparte la discussione in aula e ci aspettiamo che le parlamentari, tutte, prendano in mano la situazione almeno sull'elementare (quanto svillaneggiata) questione della democrazia paritaria, e almeno esigendo il voto palese sugli emendamenti che riguardano l’alternanza uomo-donna e il 50% di donne capilista nelle liste elettorali.
Se volete partecipare alla campagna #iocisono promossa da Snoq, qui la pagina per aderire






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