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giovedì 6 agosto 2015

Alla beffa del nuovo CDA RAI rispondiamo chiedendo 1. la Ministra alle Pari Opportunità; 2. una figura delegata, nel CDA, a valutare i contenuti in un'ottica di genere

E così il nuovo CdA RAI conta 7 uomini e solo 2 donne, esattamente come il precedente. Anche questa volta nessun rispetto per la parità di genere, a conferma che i vecchi e sempreverdi criteri della spartizione politica vanno a braccetto con la discriminazione, al punto di non rispettare nemmeno la legge. La Rai (proprio il servizio pubblico!) non è esonerata dal rispetto della legge n° 120 del 2011 che riguarda tutte le aziende quotate e pubbliche e private. Come mai il Presidente del Consiglio non ha vigilato? Questo era suo compito, visto che ha mantenuto per sè la competenza delle Pari Opportunità per cui non ha ritenuto necessario incaricare nemmeno una Ministra.
Ma non solo. Quasi come una beffa, nella carica di Presidente viene nominata una donna, ma quale?  Anche noi le auguriamo buon lavoro, e ci auguriamo che dimostri la necessaria sensibilità. Ma, richiamando quanto osserva Elisabetta Tobagi:
2010: Monica Maggioni, capo redattore TG1, firma lettera a sostegno di Minzolini, mentre tanti colleghi vengono "epurati".
2015: Monica Maggioni, direttore Rainews, scelta come presidente Rai con il sostegno dei berlusconiani che la ritengono "presidente di garanzia". Sono passati solo 5 anni. Per chi non ricorda quella vicenda, qui la lettera a sostegno di Minzolini,
pare che la carica principale, affidata a una delle sole 2 donne presenti, risulti coperta da una figura di garanzia che sembra scelta per garantire i desiderata di chi si spartisce il potere, ma non precisamente i valori che ci dovrebbero interessare, a partire dall’autonomia dei giornalisti e delle giornaliste. Dal punto di vista della parità di genere, quello che ci interessa è che siano rispettati gli equilibri numerici, ma anche che le donne scelte siano vere donne esperte dei diritti delle donne, non pedine del presidente del consiglio o dei partiti. 
Questi sono appunto i momenti in cui la mancanza di una Ministra delle Pari Opportunità dimostra di avere gravi conseguenze, che si riflettono poi negativamente sul 52% della popolazione. E che mantengono l’Italia in grave stato di arretratezza su tutte le questioni di genere.
Torniamo dunque a ribadire, nuovamente, l’urgenza di nominare una Ministra per le PO, e che questa Ministra sia scelta tra le donne che si occupano dei diritti delle donne.
Riguardo all’esecrabile vicenda del nuovo CdA RAI, torniamo a chiedere, come già nel 2011 con una lettera alla Rai, la nomina di una componente del Cda delegata a valutare i prodotti e la programmazione secondo una visione rispettosa e paritaria di entrambi i generi.
Donatella Martini
presidente di DonneInquota 

venerdì 7 novembre 2014

Rosa Shocking. Violenza, stereotipi... e altre questioni del genere

Rosa Shocking: è l'eloquente titolo dell'ultimo Report su violenza e stereotipi di WeWorld (già nota ome Intervita) che sarà presentato alla Camera dei Deputati martedì 18 novembre.

Titolo mutuato da un evento del 2013, contro la violenza, per il quale fu scelto da UDI Monteverde e Movimento Artisti Arte Per. Un'ottima scelta: perché per una volta il "rosa shocking" non è riferito a vacui stereotipi, ma evoca efficacemente scioccanti realtà.
In occasione della presentazione avrà luogo anche un dibattito con i media, sulle problematiche legate alla comunicazione su questo tema. 
Parteciperanno la Presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini e il Premier Matteo Renzi; il quale - ricordiamo - ha tenuto per sé la Delega alle Pari Opportunità (limitandosi a nominare una consigliera).
Interverranno inoltre Marco Chiesara (Presidente WeWorld Intervita Onlus); Nando Pagnoncelli (Ipsos); Massimo Guastini (Presidente ADCI - Direttore Creativo&Partner cOOkies) e Stefano Piziali (Responsabile Advocacy WeWorld Intervita Onlus); Valeria Fedeli (Vice Presidente Senato) ed Ermenegilda Siniscalchi (Capodipartimento per le politiche con la Famiglia).
I Media invitati per il Dibatto saranno rappresentati da:
Maria Bollini - Presidente del Comitato per le Pari Opportunità della Rai
Urbano Cairo - Presidente Cairo Editore
Fedele Confalonieri - Presidente Mediaset
Alberto Contri - Presidente Pubblicità Progresso
Diamante D'Alessio - Direttrice IO Donna
Luca Dini - Direttore Vanity Fair
Barbara Stefanelli - Vice Direttrice Il Corriere della Sera
Rosa Urso - Production's Supervisor Endemol Italia
Andrea Zappia - Amministratore Delegato Sky
Modera: Luisa Betti
Per accreditarsi scrivere a comunicazione@intervita.it  
Martedì 18 novembre ore 10.00, Camera dei Deputati, Sala della Regina; Piazza Montecitorio, Roma (accesso consentito solo in orario e fino a esaurimento posti; Si ricorda che, nei palazzi della Camera, per gli uomini è d'obbligo la giacca.)

WeWorld Intervita è una Ong attiva in Italia e nel Sud del Mondo; si occupa di diritti dei bambini e delle donne e stila rapporti sulla violenza e gli stereotipi di genere

lunedì 20 ottobre 2014

Ministero Pari Opportunita, la risposta di Renzi alle donne: una bella porta in faccia. Ma da dietro quella porta non ci spostiamo

Esattamente 6 mesi fa, il 18 febbraio, le donne, per iniziativa dell'Accordo di Azione Comune per la Democrazia Paritaria, hanno scritto una lettera all'allora neo-primoministro Renzi.
In tante abbiamo poi atteso pazientemente - ma sapete, il Primo Ministro ha sempre da fare; dunque abbiamo aspettato, benché sollecitando risposte. Un richiamo in una nuova lettera, ai primi di luglio…. Ed ecco che, il 3 ottobre, una risposta è arrivata; indiretta, beninteso: attraverso una nomina. Ed eccola, in buona sostanza, la risposta implicita in questa nomina: 
 • NO, il Ministero alle Pari Opportunità non lo facciamo.
 • NO, e quale delegata? nemmeno quella: la delega alle Pari Opportunità me la tengo io. 
 • SI, alle donne ci penso, certo che ci penso: nomino un consigliere che mi consiglierà. 
 • Il consigliere riferirà del proprio operato direttamente a ME. 
 • Consigliera, dite…? SI, è una donna.
 • Ah si; un ultimo dettaglio: l’incarico verrà svolto a titolo gratuito. 
E chi è la designata? certamente, una donna: la deputata del PD Giovanna Martelli. Una donna, sul cui valore non vogliamo discutere; anche se un po' salta agli occhi quel suo essere figura di partito:  come ci informa la Gazzetta di Mantovaex-assessora comunale nell’Alto Mantovano, figura emergente del Pd locale, rappresenta uno dei volti più noti dell’area renziana del partito mantovano.
In effetti il suo commento di esordio è più in linea con questo profilo, che con l'appartenenza di genere: esprimendo soddisfazione per il nuovo incarico, la consigliera commenta: «Sono pronta a mettermi al lavoro anche su questo fronte. Ovviamente sono felice della fiducia che il presidente del consiglio dimostra nei miei confronti. Ritengo che questo atto dia valore all’intero Partito democratico mantovano. Cercherò, in tutti i modi, di mettere a disposizione della nostra comunità l’opportunità che mi è stata offerta di lavorare al servizio delle pari opportunità».
Si, è vero, "tante donne" nel governo. Ma, da Renzi, di strumenti per tutte le donne, come un vero Ministero, nemmeno l'ombra. E del prezioso metodo della (ahimé) ex-Ministra Josefa Idem nessuna traccia. 
La nuova Consigliera per le PO farà il proprio debutto ufficiale a Roma il 23 e 24 ottobre: coordinando una delle sessioni della conferenza  "Gender Equality in Europe: Unfinished Business?"; ecco qui il programma completo dei lavori. Evento cui (in assenza di una Ministra per le pari opportunità) le donne italiane saranno rappresentate da 2 uomini: i sottosegretari Scalfarotto e Del Rio. Il primo presente in qualità di moderatore della tavola rotonda sul futuro dell'eguaglianza di genere; il secondo, incaricato di chiudere i lavori.
Che dire… forse che più unfinished business di così c'è solo lo zero assoluto.

venerdì 25 luglio 2014

Approvata in Francia la nuova legge per l'uguaglianza fra uomini e donne

Approvata in Francia la legge sulla parità: adottato ieri, 23 luglio, il disegno di legge sostenuto da Najat Vallaud-Belkacem, ministra e portavoce del governo per i diritti delle donne. 
Ecco cosa cambia avere un serio Ministero per le Pari Opportiunità! o meglio ancora, proprio come in Francia, una ministra dedicata a vigilare sui diritti delle donne in modo trasversale a tutti i ministeri. Di questa legge avevamo già parlato in questo post
Di cosa si tratta esattamente? Il testo completo è consultabile qui,  mentre a questo link trovate l'infografica che riassume le misure essenziali introdotte. Il nuovo testo, in seguito a un accordo tra deputati e senatori, è stato approvato in due assemblee grazie ai voti della sinistra e della maggior parte dei centristi, mentre la maggioranza degli eletti UMP si sono astenuti: ma - nemmeno a destra - nessuno ha votato contro
Per contrasto, giova ricordare il grottesco comportamento dei politici italiani maschi, che utilizzando a ripetizione il vigliacco trucco dei voti segreti, hanno reiteratamente votato trasversalmente perfino per affossare la doppia preferenza. E che proprio in questi giorni tornano a dar prova del loro anacronistico maschilismo nell'opposizione alla legge per il diritto di scelta sul cognome, che dovrebbe introdurre l'opportunità di scegliere il materno. 
Terrori che, a quanto pare, non fanno più presa sui francesi, che pure ghigliottinarono Olympe de Gouges per aver osato scrivere la "Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina".
Ma dalla Rivoluzione Francese ad oggi un paio di secoli non sono trascorsi invano. Meglio tardi che mai, al cuore della nuova legge il contrasto alla violenza e alle discriminazioni, il congedo parentale anche maschile e la riaffermazione del diritto alla scelta in termini di Interruzione di gravidanza: il testo estende anche il reato di "interferenza con l'aborto", che riguarda adesso anche tutte le azioni per bloccare l'accesso alle informazioni sull'interruzione di gravidanza e alla sua applicabilità in rapporto alla relativa legislazione.

mercoledì 2 luglio 2014

Matteo Renzi, rispondi alle donne: vogliamo una Ministra per la Pari Opportunità

Al Presidente del Consiglio Matteo Renzi
Egregio Presidente,
l’Accordo di Azione Comune per la Democrazia Paritaria, che raccoglie 55 associazioni, gruppi e reti femminili e ha per scopo la promozione della parità di genere nelle Istituzioni,  e  che ha, già in passato, espresso apprezzamento per la presenza di un numero paritario di Ministre e Ministri, e di alte funzionarie ed esperte a posti di comando, si augura che tale presenza  sia il primo segnale di un cambiamento di passo sulle questioni di genere nel nostro Paese, che appare in ritardo rispetto ai maggiori paesi europei, come appare, solo per fare un esempio, dalla percentuale di donne presenti nel mondo del lavoro (47%).

Alla luce delle discriminazioni che ancora colpiscono le donne italiane, auspichiamo, come già più volte richiesto sia dall’Accordo sia da altre associazione e con interrogazioni parlamentari, che la delega alle politiche di Parità e delle Pari Opportunità venga  attribuita al più presto a una Ministra. Precisando che la Ministra dovrebbe svolgere un’azione di coordinamento per il “mainstreaming” della politica di genere in tutti i dicasteri del Governo.
La nostra richiesta è motivata anche dal fatto che l’Italia assumerà tra pochi giorni la Presidenza europea per il prossimo Semestre e in particolare per l’appuntamento del 23 ottobre durante il quale l’EIGE presenterà il suo rapporto sullo stato delle questioni di genere nell’Unione europea. In questo incontro, presieduto dall’Italia (e a lato del quale la società civile vorrebbe organizzare un evento di rilievo), pensiamo che la presenza di una Ministra sia necessaria, sia come segnale della volontà di garantire l’effettiva applicazione delle raccomandazioni europee in Italia, sia. per assicurare che l’incontro si svolga, come merita il tema della parità e delle pari opportunità, a livello politico,  con le Ministre degli altri paesi, e non solo a livello tecnico,.
Saremmo liete di poterla incontrare per presentarle il nostro Accordo, che presumiamo abbia svolto un ruolo non secondario nel cambiamento di approccio sulle questioni di genere nel nostro Paese.  
In attesa di un Suo gentile riscontro, Le porgiamo i nostri migliori saluti
Per l'Accordo, Daniela Carlà e Marisa Rodano

martedì 25 giugno 2013

Le dimissioni della ministra non sono una ragione per smembrare il Ministero delle Pari Opportunità

Femminicidio, violenza e discriminazioni non si combattono a parole, ma tramite le azioni e istituzioni serie. E' gravissimo che, nel giro di poche ore dalle dimissioni della ministra Josefa Idem, il premier abbia serenamente annunciato che le sue deleghe "saranno ridistribuite. Scrivono dunque al Premier le oltre 50 associazioni aderenti all'Accordo di Azione Comune:
Onorevole Presidente Enrico Letta,
a prescindere dal merito delle dimissioni della Ministra delle pari opportunità, riteniamo preoccupante quanto da Lei dichiarato in merito a una redistribuzione delle deleghe di cui la Ministra era titolare.

Riteniamo infatti essenziale che vi sia nel Governo un punto di riferimento per le politiche nei confronti delle donne in un momento in cui la crisi economica le colpisce doppiamente in quanto lavoratrici e in quanto erogatrici di lavoro di cura: problemi quali  la disoccupazione femminile, in particolare delle giovani,  il precariato che penalizza le donne più ancora degli uomini, la violenza perpetrata contro le donne, la necessità di difendere l'immagine femminile contro le distorsioni operate sui media, la carenza di servizi sociali dovuta alle ridotte risorse degli enti locali, la esigenza di promuovere la parità della presenza delle donne nelle istituzioni e nei luoghi decisionali non possono essere trascurati.

Consideriamo pertanto necessaria la nomina di una donna, Ministra o Sottosegretaria per Le Pari Opportunità, che abbia un curriculum di attività in favore dei diritti delle donne e che sia in grado tra l'altro, di avere un rapporto di interlocuzione con l'insieme dell'associazionismo femminile. 
Fiduciose che Ella comprenderà la rilevanza del problema, restiamo in attesa di un Suo cortese cenno di riscontro.
Accordo  di Azione Comune per la Democrazia Paritaria, 25 giugno 2013