E così il nuovo CdA RAI conta 7 uomini e solo 2 donne, esattamente come il precedente. Anche questa volta nessun rispetto per la parità di genere, a conferma che i vecchi e sempreverdi criteri della spartizione politica vanno a braccetto con la discriminazione, al punto di non rispettare nemmeno la legge. La Rai (proprio il servizio pubblico!) non è esonerata dal rispetto della legge n° 120 del 2011 che riguarda tutte le aziende quotate e pubbliche e private. Come mai il Presidente del Consiglio non ha vigilato? Questo era suo compito, visto che ha mantenuto per sè la competenza delle Pari Opportunità per cui non ha ritenuto necessario incaricare nemmeno una Ministra.
Ma non solo. Quasi come una beffa, nella carica di Presidente viene nominata una donna, ma quale? Anche noi le auguriamo buon lavoro, e ci auguriamo che dimostri la necessaria sensibilità. Ma, richiamando quanto osserva Elisabetta Tobagi:
2010: Monica Maggioni, capo redattore TG1, firma lettera a sostegno di Minzolini, mentre tanti colleghi vengono "epurati".
2015: Monica Maggioni, direttore Rainews, scelta come presidente Rai con il sostegno dei berlusconiani che la ritengono "presidente di garanzia". Sono passati solo 5 anni. Per chi non ricorda quella vicenda, qui la lettera a sostegno di Minzolini,
pare che la carica principale, affidata a una delle sole 2 donne presenti, risulti coperta da una figura di garanzia che sembra scelta per garantire i desiderata di chi si spartisce il potere, ma non precisamente i valori che ci dovrebbero interessare, a partire dall’autonomia dei giornalisti e delle giornaliste. Dal punto di vista della parità di genere, quello che ci interessa è che siano rispettati gli equilibri numerici, ma anche che le donne scelte siano vere donne esperte dei diritti delle donne, non pedine del presidente del consiglio o dei partiti.
Questi sono appunto i momenti in cui la mancanza di una Ministra delle Pari Opportunità dimostra di avere gravi conseguenze, che si riflettono poi negativamente sul 52% della popolazione. E che mantengono l’Italia in grave stato di arretratezza su tutte le questioni di genere.
Torniamo dunque a ribadire, nuovamente, l’urgenza di nominare una Ministra per le PO, e che questa Ministra sia scelta tra le donne che si occupano dei diritti delle donne.
Riguardo all’esecrabile vicenda del nuovo CdA RAI, torniamo a chiedere, come già nel 2011 con una lettera alla Rai, la nomina di una componente del Cda delegata a valutare i prodotti e la programmazione secondo una visione rispettosa e paritaria di entrambi i generi.
Donatella Martini
presidente di DonneInquota
ehiiii… ma che strano! Renzi non risponde!!
RispondiEliminastranissimo.
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