Premessa: le 200 (e oltre) tonnellate di pesci morti venuti a galla nella laguna di Orbetello (così come le ripetute altre morìe - dai fiordi al porto di Palermo - e mille altre catastrofi grandi e piccole) non sono una calamità naturale: ma solo una fra le molte conseguenze di un disastro annunciato, tutto umano. Sono inoltre un terrificante avvertimento.
Se avanzando in miniera il tuo canarino muore, tu cosa fai: vai avanti? o ti fermi e batti in ritirata?
E se ti ci stanno portando altri su un carro che fai, ti lasci trascinare in fondo? o provi a fermare questo assurdo viaggio verso la morte? Se vuoi fermarti ricordati: non ti salverai da solo; perciò dovremmo essere in tanti a muoverci, tutti insieme.
Al nostro Premier vorremmo dire: poiché Lei occupa il posto di Primo Ministro, spettano in primis a Lei la responsabilità e il dovere di difendere l'Italia. Contro la barbarie, il terrorismo e l'Isis; certo. Contro la mancanza di lavoro e di sostentamento. Ma oltre all'Isis e alla disoccupazione, lo vede che ci stanno minacciando forze ancor più distruttive e potenti? sono il caldo e il gelo, le carestie, la siccità, le inondazioni e i terremoti; e i veleni, con la distruzione delle nostre risorse più preziose: il cibo e il turismo che hanno dato all'Italia quel posto, nel mondo, che ora traballa sinistramente.
Forse, dunque, non basta riconoscere a Orbetello lo stato di calamità naturale, come richiesto dal sindaco; sarebbe ora di riconoscere che bisogna affrontare a livello nazionale un'emergenza ambientale che è globale: sarebbe ora di investire ogni energia in un piano nazionale per il salvataggio del nostro habitat: dalla terra dei fuochi agli ulivi del Salento al mare di Taranto.
Sarebbe ora di riconoscere che le norme salvatrivelle sono state un errore, di sospendere immediatamente i folli piani per la trivellazione del mare e per l'estrazione del petrolio con le bombe marine. Sarebbe ora di rigettare l'illusione delle grandi opere che distruggono l'ambiente e alimentano la corruzione per impegnarsi urgentemente a riparare l'immenso danno in atto contro quello che abbiamo di più prezioso.
Sarebbe ora di ascoltare l'allarme dell'ONU. Sarebbe ora di azioni urgenti per il clima e il territorio.
Perché non c'è più tempo.
Sarebbe ora di ascoltare l'allarme dell'ONU. Sarebbe ora di azioni urgenti per il clima e il territorio.
Perché non c'è più tempo.
Solo a Orbetello i danni sono già ora stimati intorno ai 15-20milioni di euro. Davvero? no, è molto di più: non si può monetizzare la vita. Ma anche accettando il mero linguaggio del denaro, anche un bambino capisce che non serve spremere i cittadini e tagliare i servizi, se poi i soldi così "risparmiati" vanno nel vaso senza fondo di disastri preannunciati e senza fine, e della corruzione che li provoca.
La sinistra è delusa dal governo Renzi. Ma non possiamo certo contare su un nuovo governo delle destre autoritarie e xenofobe: si tratterebbe solo di schiacciare ancor più sull'acceleratore. Perciò per l'ennesima volta ricordiamo che serve una inversione a U: governo Renzi, serve cambiare verso, ma davvero e in fretta; anzi, adesso.
Adesso. Perché esondano catastrofi climatiche ovunque.
Perché siamo stati avvisati.
Perché non c'è più tempo.
Perché siamo stati avvisati.
Perché non c'è più tempo.
tò, forse oltre ai (pochi) blogger inascoltati qualcun'altro inizia a svegliarsi: stamattina su Repubblica
RispondiEliminahttp://www.repubblica.it/cronaca/2015/07/29/news/la_strage_di_pesci_a_orbetello_cosi_il_clima_devasta_la_natura-120012785/
per una volta un articolo:
1. con un titolo che centra il punto
2. e con contenuti che vanno al punto
invece di girarci intorno