lunedì 17 agosto 2015

Le donne curde allo Stato turco: non ci faremo intimidire; Ekin Wan è la nostra resistenza nuda

A Nusaybin, nella provincia di Mardin, le donne sono scese in piazza: Ekin Wan è la nostra resistenza nuda, dicono i cartelli della protesta, indetta dal gruppo femminile Congresso delle donne libere (KJA). 
Ekin Wan è il nome di battaglia della resistente curda Kevser Eltürk, barbaramente torturata e uccisa il 10 agosto, nel distretto di Varto in Turchia, dalle "forze di sicurezza" turche (o dovremmo piuttosto dire di intimidazione). Il suo corpo, denudato e straziato dalle torture, è stato trascinato ed esposto per le strade e poi abbandonato nella piazza del paese; qui, fotografato da qualcuno, è finito sui social.
A confermare che quelle foto erano proprio di Ekin è stata Hamiyet Şahin, che era fra le donne che hanno lavato il corpo per il funerale, e che è co-presidente del DBP (Demokratik Bölgeler Partisi: partito regionale democratico e femminista).
Ora, il Governatore della regione ha aperto un'indagine: ma non contro i poliziotti sanguinari che hanno compiuto questo crimine: contro quelli che facendo circolare le foto l'hanno fatto emergere.
Le donne, dal canto loro, stanno protestando per farlo emergere ancora di più.

Le donne del gruppo YDK (Nuova donna democratica) si sono rivolte allo Stato turco con questo comunicato:
Non ci fate paura. Perché noi già sappiamo che questo Stato è un assassino, per i villaggi che ha sgomberato e le donne che ha assassinato mentre erano agli arresti. Perché noi sappiamo che questo Stato è uno stupratore, per le donne a cui ha mozzato i seni durante le torture, e per le donne che ha tentato di sottomettere con gli stupri, e per le donne che ha abbandonato alle torture sessuali in prigione. Noi lo sappiamo a causa delle tue sporche e ingiuste guerre, che non possono farci vergognare dei nostri corpi, ma ci fanno vergognare della nostra umanità. Noi sappiamo tutto questo da Shengal e da Kobané. Noi vediamo molto bene come questa tua misoginia cresce per le donne che combattono sulle barricate, nelle prigioni e sulle montagne. Perciò non ci faremo intimidire e non ci vergogneremo dei nostri corpi".
Si. diciamolo pure chiaro, che la battaglia del premier turco Erdogan "contro l'Isis" non esiste, il vero obiettivo è annientare i curdi.



E che i curdi sono tanto più temibili, e osteggiati da tutti, in queste regioni, precisamente perché nella loro identità e nella loro ideologia dichiarata ci sono il rispetto per le donne e la parità sessuale. E che la resistenza curda, dunque, ha al suo cuore proprio la resistenza delle donne - donne come Ekin. Tanto che i curdi stessi l'hanno definita anche una rivoluzione femminista.


E che, come sempre, il corpo delle donne si conferma come il campo di battaglia principale, in ogni guerra e ad ogni scala.

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