Lunedì 27 luglio 2020 [dopo la prima assemblea di cui abbiamo riferito QUI] le donne si ritrovano nuovamente (e virtualmente da tutta Italia) nel giardino della magnolia (ospitate dalla Casa Internazionale di Roma), per discutere della proposta battezzata con l'hashtag #dallastessaparte. Le organizzatrici invitano a discutere insieme di ciò che ci sta più a cuore e di quello che più ci preoccupa, di quello che vogliamo cambiare o mantenere; di lavoro, scuola, salute e ambiente o semplicemente di noi, seguendo la regola femminista di sempre: partire da sé. Perché esiste un nostro sapere che non è fatto solo di cognizioni e tecnica, ed è proprio questo che ci porterà a disegnare quel Paese che vogliamo.
Già: cosa vogliamo? noi vogliamo questo, vogliamo esserci e poter agire per questo:
Invitiamo tutte a esserci, a seguire, a contribuire. Per partecipare scrivete a:
adesionedallastessaparte@gmail.com
adesionedallastessaparte@gmail.com
Si, però. Da subito mandiamo un invito: per favore, almeno noi donne, non mettiamo “l’ambiente” in elenco fra i vari argomenti, come fosse uno fra i tanti. Questo ci ricorda in modo grottesco di come noi stesse - la cosiddetta condizione femminile! siamo da sempre messe ai margini, in quel non detto per cui l’umanità è maschile, le donne altro non sono che una propaggine, un accessorio dell’uomo. Dalla notte dei tempi fino alla Dichiarazione dei diritti dell’Uomo (ove si mandò a morte colei che rispose con la Dichiarazione dei diritti della Donna), e ancora così fino a oggi.
No, dobbiamo ricordarlo: noi donne non siamo una umanità-B che chiede diritti per gentile concessione maschile in un mondo androcentrico, ma vogliamo stare al centro del progetto, esattamente come gli uomini.
Quindi dovremmo saper riconoscere l'analogia nell'arroganza con cui si guarda alla “questione ambientale”.
Avendo capito molto grossolanamente che tutta la povertà, tutta la malattia in cui ci troviamo, hanno a che vedere con esso tutti hanno in bocca l’ “ambiente”: ma nessun progetto politico lo mette al centro. Ancora si sorvola sul fatto che il grottesco antropocentrismo ignorante è proprio la precisa ragione per cui il mondo ci si sta polverizzando sotto ai piedi. Media e politici discettano di iniziative ambientali come qualcosa di "importante", e non essenziale. Qualcosa di collaterale: non di centrale, imprescindibile fulcro di tutto. Qualcosa che si può discutere a margine; mentre al centro resta l'anacronistico modello di una crescita infinita in un mondo finito, e che infatti ormai già collassa.
Quelli che ci vedono chiaro restano soli a premere dal basso, sono ragazzine con le trecce e scienziati inascoltati, bollati di profeti di sventura.
Vogliamo proporre un progetto politico a partire dal femminismo? Bene, allora almeno noi donne mettiamo al centro l’urgenza della sopravvivenza, che ora è al cuore di tutto. Qualunque progetto “femminista” che parta dai margini, e non dal centro del vero problema; che parta dalle conseguenze, e non dalle cause, è destinato a fallire, così come la politica maschile che ci ha portato qui. E qual è il vero problema? è la stessa cultura predatoria che sta alla base dell'economia iniqua, a sua volta giocata tramite la violenza contro il Pianeta e contro le donne - la cultura dello stupro.
Non si contano gli appelli che abbiamo lanciato da questo piccolo blog..: fin dalla domanda alla politica, nel 2013: ma di qual crescita stiamo parlando? alla chiamata urgente delle donne per il clima, nello stesso anno. Dalla richiesta di dichiarare l'emergenza ambientale nazionale nel 2015, fino all'appello, nel 2016, per vere politiche della salute; dalla richiesta di dichiarare l'emergenza ambientale globale nel 2018 al primo allarme, nel marzo scorso, per l'attenzione data ai "rimedi" solo a valle, nell'assenza di discussione sulle vere cause del Covid19.
Quanti post abbiamo fatto, su questo blog, sul problema delle cause del Covid e dunque dei veri rimedi? della necessità di andare a monte dei problemi? Eccoli: QUI ce n'è un repertorio.
Ecco perché crederemo a questo nuovo progetto (o a qualunque altro) solo se prometterà una battaglia durissima per l’ambiente e per le donne come elementi che non si possono disgiungere, e come fattori di garanzia per l’umanità intera.
se è così, ci stiamo in tante
RispondiEliminacominciavo a non sperarci più