Atene oggi brucia (domani sarà la California o l'Amazzonia!) perché il mondo brucia. Incendi dolosi, l'estremo calore fa il resto. Corruzione + riscaldamento globale: in fondo 2 facce della stessa medaglia. Svegliamoci: anche Atene va a fuoco non per caso: ma perché il pianeta nel suo insieme sta bruciando e annegando.
A causa del riscaldamento globale brucia perfino il Polo Nord; brucia il nord del mondo dalla Svezia alla Lapponia. Ma solo l' 1% degli incendi è causato "dai fulmini": la causa di tutti gli altri è l'uomo. Come Cassandre che gridano nel deserto, gli ecologisti lo dichiarano da quando esiste la parola ecologia: non c'è più tempo. Bisogna agire subito. Agire drasticamente per proteggere il pianeta, contro la corruzione e contro i danni ambientali causati da corruzione e ignoranza.
Oggi tocca alla Grecia: già oltre 70 morti accertati fra le persone, ma se ne temono oltre cento; una catastrofe immane per perdita di animali e di foreste, interi borghi distrutti; ma tutto ciò non è un "disastro naturale".
Poiché esiste uno Stato di Emergenza Climatica e Ambientale Planetario, se avessimo dei politici che, invece di fare zuffe per il proprio piccolo potere personale, sanno vedere e ascoltare, sarebbe già dichiarato da un pezzo lo Stato di Emergenza Ambientale globale.
E qui lo ripetiamo. Quando fin dagli anni Settanta chi sapeva vedere già iniziava ad avvertire cosa sarebbe successo, la replica più frequente era: si! a sentire gli ecologisti, fra 20 anni.. Poi venne il tormentone le stagioni non sono più quelle di una volta - anch'esso con sfumatura ironica, come fosse la solita cazzata assurta a neo-luogocomune. Ma in realtà, le "allarmiste" previsioni ecologiste erano molto ottimistiche: si sono avverate tutte, ma in peggio. Le ecologiste (si, donne in prima fila) e gli ecologisti sono ancora lì - ci sono sempre stati - ma nessuno li ascoltava allora e nessuno li ascolta adesso. Eppure l'Emergenza Climatica Planetaria non la stiamo inventando noi Cassandre, è un fatto accertato; e non solo perché dichiarato dall'Onu e anche dal Papa. E' chiara da tanto a chiunque capisca di territorio e, francamente, a ognuno che abbia un cervello. Dunque, se esiste una emergenza planetaria, ogni governante che abbia cervello dovrebbe dichiarare l'emergenza nazionale; e, tutti insieme, gli organismi internazionali dovrebbero dichiarare l'emergenza ambientale globale: questa è la priorità, il vero nemico; non le miriadi di pretesti trovati da tutti per far nuove guerre, contro la Terra e contro i poveracci.
E invece no; non vorremo mica allarmare le masse. Meglio trovare piccoli nemici contro cui è più facile convogliare la rabbia; meglio costruire muri.
Così quel che ci allarma più di tutto è l'irresponsabilità con cui, dove si decide, si continua a far finta di nulla, dedicandosi a zuffe infami. E là dove non si fa finta di nulla, e si lanciano allarmi, anche là si fa un doppio gioco.
Così quel che ci allarma più di tutto è l'irresponsabilità con cui, dove si decide, si continua a far finta di nulla, dedicandosi a zuffe infami. E là dove non si fa finta di nulla, e si lanciano allarmi, anche là si fa un doppio gioco.
Perciò da qui, siamo solo un sussurro che grida nel deserto, ma ancora noi lo chiediamo: serve dichiarare lo Stato di Emergenza Ambientale permanente, con tutto quello che ne consegue.
Cari politici, ma di quale crescita stiamo parlando? basta: smettete di promettere la luna, svendendo la Terra.
Alla luna che promettete è ridicolo credere. Vogliamo invece la Terra: qui, e ora; la vogliamo perché non è nostra, ma degli esseri viventi presenti e futuri, dei nostri bambini e dei loro bambini.
nessuno ha dichiarato un bel niente, e così meno di 1 anno e mezzo dopo questo articolo è andato a fuoco mezzo mondo; come veniva previsto qui, anche la California e, grazie a quel czzone di Bolsonaro, anche l'Amazzonia a ritmi mai visti prima, la Siberia, e infine è rimasta incenerita mezza Australia, insieme a oltre 1 miliardo di animali
RispondiEliminae infine, invece dell'emergenza ambientale, ora siamo nell' "emergenza sanitaria" per pandemia. Come se non fossero entrambe la stessa identica cosa.