sabato 2 maggio 2020

COVID19: anche le taskforce sono #tuttimaschi. Dateci voce: non è una richiesta, è un ordine

Una lettera al Presidente del Consiglio e una petizione: per l'ennesima volta le donne si trovano a dover reclamare il primario diritto costituzionale di esistere e di essere rappresentate, sempre ignorato dagli organismi che si auto-riproducono al maschile.
È la solita vecchia storia. Prima di avanzare di ogni millimetro conquistato siamo state perseguitate, imprigionate, bruciate, ridicolizzate; quando abbiamo chiesto di essere rappresentate ci avete arrestate e uccise; né più né meno. Addirittura sentenziando: la morte è pienamente meritata da una donna [Olympe de Gouges, ndr] che dimentica le virtù che convengono al suo sesso - cioè essere schiava e basta: quel che ancora accade in gran parte di mondo.
E qui, dove l'uguaglianza è sancita dalla Costituzione, lo risolvete semplicemente togliendoci voce? Non siamo d'accordo; e ancor più dato che quanto ha fatto il potere maschile è un vero disastro. Quindi basta: #datecivoce

26 agosto 1789: a Versailles, l'Assemblea Nazionale Costituente francese emana la Dichiarazione dei diritti dell'Uomo e del Cittadino. Da allora i libri e la Storia (rispettando una lunga tradizione e, ad oggi, Wikipedia inclusa) sorvolano sempre su un dettaglio: tale dichiarazione si riferiva all'Uomo esclusivamente in quanto maschio, mentre la donna non vi era minimamente contemplata. Due anni dopo, nel 1791, Olympe De Gouges, raffinatissima letterata e politica, tentò di colmare questa lacuna pubblicando un documento complementare, la Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina: - atto che, insieme alle sue altre coraggiose prese di posizione contro la deriva dittatoriale, le costò poco dopo la ghigliottina. Un anno dopo, nel 1792, Mary Wollstonecraft pubblicava in Inghilterra la Rivendicazione dei diritti della donna, con critiche ai soggetti politici e morali
Ma la condanna della De Gouges venne addirittura lodata dal procuratore della Comune di Parigi, Chaumette, con la motivazione che la morte sia pienamente meritata da una donna che dimentica le virtù che convengono al suo sesso. Cioè l'obbedienza alla schiavitù a cui le donne si devono attenere. [l'articolo completo > a questo LINK]
[un altro pezzo che mostra la ridicolizzazione di ogni rivendicazione femminile > a questo LINK]. Di seguito "nessuna tassazione senza rappresentazione": l'orazione di Ortensia, cancellata dalla storia.

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