mercoledì 14 gennaio 2015

Georges Wolinski: lettera aperta a una moglie femminista

In omaggio a George Wolinski, padre fondatore di Charlie Hebdo, assassinato a 80 anni nella strage del 7 gennaio 2015, vi proponiamo questa lettera, da lui scritta nel 1978. Una lettera aperta a una sua donna femminista… in fondo è rivolta anche a ciascuna di noi. 
Perché ti ho scritto questa lettera aperta? è che ho raggiunto l'età in cui si ama fare bilanci. Non sono più giovane, non sono ancora vecchio. Mi restano ancora un bel po' di begli anni di cui intendo approfittare il più possibile. Tu sei inseparabile da questi anni, il che mi rende molto felice.
Se solo tu fossi quel po' più ipocrita, artefatta e sottomessa, quanto la maggior parte delle donne è costretta ad essere, questo mi semplificherebbe l'esistenza. Ma tu non mi fai sconti. Il tuo sguardo è implacabile, l'udito infallibile; è impossibile, davanti a te, essere debole, vile, disonesto o brutale, o avere le unghie non troppo pulite. Tu sei veramente la donna di cui avevo bisogno, perché non sono volitivo ma, grazie a te, mi sembra di esserlo. Da solo, mi sarei trascinato tutte le notti nei bar. Sarei diventato grasso, sporco e alcolista. Credo che tutto ciò che gli uomini fanno di buono, lo facciano per cercare di impressionare le loro donne. Fortuna che esistono! Ma impressionarle diventa sempre più difficile. Perché loro gettano su di noi questo sguardo terribile, che ci spaventa per la sua lucidità. E dimostrano ogni giorno che sanno fare tutto altrettanto bene di quanto possiamo farlo noi. Certo nell'epoca in cui viviamo stanno prendendo forma nuovi tipi di rapporto nella coppia. Costumi e abitudini di vita sono cambiati più nell'ultimo decennio che in cent'anni [siamo nel 1978, ndr]. Ho trascorso la mia giovinezza fra i tabù, eppure avevo genitori aperti e amorevoli. Le madri di oggi danno alle loro figlie delle libertà che le loro madri non avrebbero nemmeno potuto immaginare. Viviamo in un periodo di cerniera, in cui i valori borghesi collassano e si avanza verso un socialismo inevitabile. Nel mezzo di questo sconvolgimento, in cui donne emotive scoprono le gioie della sorellanza e riscoprono, da adulte, le amicizie dell'adolescenza… in cui i maîtres d’hôtel, presto stanchi, non si stupiscono più di vedere donne sorseggiare vino alle cene di lavoro, e in cui donne imprenditrici presiedono consigli di amministrazionie col sigaro in bocca… l'uomo resta, comunque - come l'oro - il bene-rifugio.
Essere femminista è ok; è normale; è di moda ed è chic. Ma restare sola, nella vita, è ancora una tara per le donne, una ragione di angoscia e fonte di scherno. Anche voi avete bisogno di noi, ne sono certo, come noi di voi. Ma voi, voi avete soprattutto bisogno di fare bambini e questi bambini, più di quanto accada a noi, poi vi incatenano. Riflettete abbastanza su questo problema, anziché lamentarvene a posteriori dandocene troppo facilmente la responsabilità? quando vi rifiuterete di fare le chiocce? Noi siamo come insegnanti incanutiti di colpo. La nostra autorità ha subito un colpo. Certi non riescono a sopportarlo. Altri, fin troppo compiacenti, vi si adattano all'eccesso. Altri infine - e io faccio parte di questi, almeno spero, preferiscono essere amati più che obbediti; essere stimati e non temuti, e richiedono solo un minimo di rispetto, di gentilezza e di comprensione. Alla fine, siamo piuttosto orgogliosi di avere donne femministe. Sono per noi un'etichetta di intelligenza e di apertura mentale. Immagino che fra i Romani ci fosse chi doveva liberare i propri schiavi per motivi simili. Vorrei aggiungere che il femminismo, dopo tutto, vi occupa, vi dà da lavorare - un lavoro che non sottraete all'uomo. Scrivete libri in cui ci dite cosa pensate di noi. Fate giornali che non si occupano di moda, per farvi prendere sul serio. Lottate, manifestate, vi date da fare, vi indignate. Ridete di noi. Sì, questo vi impegna al punto che forse vi impedisce di pensare a come vorreste che fosse la società che sognate. E a tutte le barriere di pregiudizi che vi avviluppano. Riflettete a cosa significa davvero una società al femminile, in cui uomini e donne condividono i compiti in modo paritario e ditemi se questo è ciò che vorreste. Il femminismo, come l'ambientalismo, riunisce persone di tutti gli orientamenti. E, come l'ambientalismo, non significa niente senza il potere politico e senza l'influenza che questo potere può esercitare. Come l'ambientalismo, il femminismo è generatore di speranza davanti alla presa di coscienza che ci propone, e fonte di disperazione per la grandezza del problema da affrontare. Le donne sono trattate ingiustamente sul nostro pianeta. Sono mutilate, schiavizzate, considerate come incubatrici e bestie da soma. Le ho viste sgobbare nel deserto mentre gli uomini sorseggiavano tè alla menta, seduti all'ombra, ma ho visto praticamente la stessa cosa anche sotto il grigio cielo parigino e nelle nostre campagna. Sì, tutto ciò deve cambiare. Io conto su di te e sulle tue piccole amiche. Da quel fallocrate che sono, mi si stringe il cuore quando penso a tutte queste donne sfortunate che non hanno un marito gentile come il tuo. Georges Wolinski, Lettera aperta a mia moglie (Albin Michel; 1978)
Una donna che oggi dice un doloroso addio, a sua volta con immutato amore, a chi così sensibilmente  e paritariamente l'ha amata per 40 anni.

2 commenti:

  1. Bellissima lettera scritta nel 1978!!!!!

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  2. era un uomo che rispettava le donne e all'amore per la sua aggiungeva un riconoscimento della libertà nell'agire e nel pensare

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