PARITA' E COSTITUZIONALITA'/RASSEGNA • Intervistata da Liana Milella la costituzionalista Lorenza Carlassare torna sulla legge elettorale, già duramente criticata sul piano costituzionale.
E la ringraziamo ora per aver definito il termine "quote rosa", in rapporto agli emendamenti per il riequilibrio di genere, come inaccettabile. Perché quel termine lo è: e fingere che sia corretto è far finta di non capire.
Addirittura definire tali emendamenti "anticostituzionali", poi, una mascalzonata - che non solo Francesco Paolo Sisto pro-domo Forza Italia, ma molti commentatori maschi non esitano a commettere. Ci dispiace, ma sulla Costituzione è ben più autorevole Carlassare. Che dice: Mi sono sempre battuta contro questa stupida denominazione di "quote rosa", usata per abbassare la serietà e l'importanza di un discorso che riguarda la democrazia e l'integrazione della rappresentanza. La Consulta si è già pronunciata sul tema [dell'equilibrio fra i generi nelle candidature, ndr]. Con la sentenza 49/2003 ha fugato ogni dubbio e ha respinto il ricorso del governo su una legge della Val d'Aosta che prevedeva la presenza obbligatoria di entrambi i sessi nelle liste elettorali". Garantire la parità di chance e d'elezione tra uomo e donna lo impongono importanti documenti internazionali e l'articolo 51 della Costituzione, rafforzato dalla modifica del 2003. Ritengo proprio che sarebbe incostituzionale il contrario, perché l'art. 51 è chiarissimo nel voler assicurare la parità di chance. Chiede Milella: cosa promuove fra le opzioni alternanza uomo-donna, capilista alternati, o il 40% di essi alle donne? Francamente nessuna, perché non rispettano la parità di chance. L'alternanza non serve perché potrebbe essere eletto solo il capolista, e se è maschio il discorso è chiuso. La seconda è veramente stravagante, perché non vedo come si possano comparare collegi del tutto diversi tra loro. La terza è uguale alla seconda, ma ulteriormente peggiorata. Se le liste non fossero bloccate andrebbe consentito il doppio capolista e la doppia preferenza. L'ha adottata la Regione Campania, il governo è ricorso alla Consulta, ma ha perso. Ci sarebbe la piena parità di chance perché all'elettore verrebbe consentito di esprimere una seconda preferenza per un candidato di sesso diverso. La preferenza, poi, eviterebbe il maggior vizio di incostituzionalità, un elettore cui viene negata qualsiasi possibilità di scelta. Fonte: Così questa riforma è incostituzionale, bisogna dare le stesse chance a tutti
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