Oggi, 12 giugno 2015, alle 18 appuntamento davanti all'Ambasciata dell'Arabia Saudita a Roma (via Giambattista Pergolesi 9).
Perché oggi è venerdì, giornata "santa" in cui è annunciata la nuova fustigazione del giovane blogger condannato a 10 anni di galera e 50 frustate alla settimana per 1000 frustate totali (!). E finalmente qualcuno, anche nel nostro sordo e autistico Parlamento, sente la voce di Raif Badawi. Nel silenzio generale, almeno la senatrice Laura Puppato si accorge di lui, annunciando presto una "interrogazione perché il Governo si attivi per sua liberazione".
Dice Puppato: "La settimana prossima depositerò un’interrogazione al Ministro degli Esteri Paolo Gentiloni perché riferisca sulla situazione del blogger saudita Raif Badawi, condannato a dieci anni di carcere e a mille frustate. La ferocia della pena, di per sé inaccettabile, non trova ancor più nessuna giustificazione, visto che la ‘colpa’ sarebbe semplicemente quella di aver criticato alcuni membri del governo arabo. Chiederò che il governo si attivi in sede all’Unione Europea perché si facciano pressioni su Ryad al fine di liberare il blogger e di ricongiungerlo alla sua famiglia ospitata in Quebec. Ho voluto portare il tema in Senato anche grazie alle sollecitazioni di molti cittadini giustamente colpiti da questa vicenda: l'Europa, e l’Italia, non possono unirsi di fronte a Charlie Hebdo e poi disinteressarsi di fronte a Raif”.
Dice Puppato: "La settimana prossima depositerò un’interrogazione al Ministro degli Esteri Paolo Gentiloni perché riferisca sulla situazione del blogger saudita Raif Badawi, condannato a dieci anni di carcere e a mille frustate. La ferocia della pena, di per sé inaccettabile, non trova ancor più nessuna giustificazione, visto che la ‘colpa’ sarebbe semplicemente quella di aver criticato alcuni membri del governo arabo. Chiederò che il governo si attivi in sede all’Unione Europea perché si facciano pressioni su Ryad al fine di liberare il blogger e di ricongiungerlo alla sua famiglia ospitata in Quebec. Ho voluto portare il tema in Senato anche grazie alle sollecitazioni di molti cittadini giustamente colpiti da questa vicenda: l'Europa, e l’Italia, non possono unirsi di fronte a Charlie Hebdo e poi disinteressarsi di fronte a Raif”.
Vi rimandiamo anche all'appello di Amnesty: firmiamolo tutti e tutte.
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