Noi siamo idealmente alla manifestazione che il 5 luglio avrà luogo in Canada. Un fatto che ci riguarda tutti molto da vicino - allo stesso modo di come ciò che avviene nel nostro fegato riguarda da vicino ciò che avviene nei nostri polmoni.
Di questa lotta parla Wanda Nanibush, giovane operatrice culturale indigena:
Innanzitutto voglio riconoscere che siamo sul territorio governato dal Trattato One dish one spoon, trattato che definisce questa terra [la regione dei grandi laghi, ndr] come uno spazio che noi tutti dobbiamo condividere e del quale tutti dobbiamo prenderci cura. Questo è anche il territorio dei Mississauga e degli Haudenosaunee, e precedentemente c'erano anche i Ouendat e i Seneca, quindi voglio riconoscere tutti questi popoli. Voglio riconoscere anche i 90.000 indigeni che attualmente chiamano Toronto la loro casa. Infine, voglio riconoscere tutta la terra in Canada come terra indigena, e voglio riconoscerla come territorio condiviso con tutte le nazioni che sono giunte qui.
Di questa lotta parla Wanda Nanibush, giovane operatrice culturale indigena:
Innanzitutto voglio riconoscere che siamo sul territorio governato dal Trattato One dish one spoon, trattato che definisce questa terra [la regione dei grandi laghi, ndr] come uno spazio che noi tutti dobbiamo condividere e del quale tutti dobbiamo prenderci cura. Questo è anche il territorio dei Mississauga e degli Haudenosaunee, e precedentemente c'erano anche i Ouendat e i Seneca, quindi voglio riconoscere tutti questi popoli. Voglio riconoscere anche i 90.000 indigeni che attualmente chiamano Toronto la loro casa. Infine, voglio riconoscere tutta la terra in Canada come terra indigena, e voglio riconoscerla come territorio condiviso con tutte le nazioni che sono giunte qui.
Oggi, voglio parlare del ruolo degli indigeni in questa lotta. Noi siamo in prima linea in questa battaglia, perché noi siamo i primi che sperimentano tutti i tragici effetti del cambiamento climatico. Noi siamo anche una fonte di strategie nel mettere a punto azioni per il clima perché noi conosciamo la terra intimamente, e siamo stati in prima linea nel pensiero sul cambiamento climatico da ben prima che gli stessi scienziati ne fossero coinvolti.
Quindi penso che dobbiamo mettere i diritti indigeni al centro di questo movimento.
Quindi penso che dobbiamo mettere i diritti indigeni al centro di questo movimento.
Poiché i popoli indigeni stanno mettendo i propri corpi sul fronte che attraversa questo paese, nello sforzo di fermare cose come le sabbie bituminose, cercando di portare l'attenzione sull'allagamento delle loro terre causato dalle dighe idroelettriche, e facendo notare che il 70% di tutto l'uranio globale si trova nel territorio indigeno, quando guardiamo al nucleare come un'opzione, non è una grande opzione per noi – così, tutta questa conoscenza, in mano ai popoli indigeni, può realmente favorire i progressi delle nostre strategie.
Come Idle No More noi abbiamo presentato le voci delle donne, quelle delle persone dai due-spiriti e dei giovani. Questo ha veramente attivato voci che non erano parte di questo pensiero né parte della democrazia in Canada. Idle No More ha avuto davvero un incredibile ruolo nel sollevare la questione della democrazia e di come faremo a governare questo paese, e le sue voci davvero stanno per mettersi ai tavoli, al cuore di tutte le nostre lotte. Penso che tutte le lotte si riuniscano sotto i diritti degli indigeni.
Noi siamo qui per voi, in difesa della terra; voi sarete con noi, in difesa dei nostri diritti?
Vedi il video: Storie di resistenza delle donne indigene
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