Egr. Patrizia Tomio, presidente Conferenza Nazionale degli Organismi di Parità delle Università Italiane
e p.c. alla Ministra Giannini e alla Consigliera di Renzi per le P.O. Martelli
Gentile Professoressa Tomio,
la presente per sollecitare una presa di posizione pubblica e ferma dell’organismo da Lei presieduto nei confronti dell'attuale rettore (il minuscolo non è un refuso) dell’Università La Sapienza di Roma [che ha ufficialmente promosso l'imbarazzante concorso a "Miss Università" 2015, dall'imbarazzante titolo "la studentessa più bella e sapiente degli atenei italiani", ndr].
Siamo sorprese che questo non sia già avvenuto e ci aspettiamo che anche la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane si esprima in merito.
La nostra associazione si occupa da anni anche di sessismo ma quanto è successo supera quanto abbiamo visto finora: il Rettore di un’università che non solo presiede un concorso di bellezza - oltretutto sponsorizzato da un centro di chirurgia estetica - ma che inoltre, di fronte al clamore mediatico che questa sua azione provoca, si rifiuta di assumersi la responsabilità del suo operato.
Per quanto ci riguarda, il rettore della Sapienza si deve dimettere. Per questo abbiamo firmato e fatto circolare la petizione “La bellezza all’università non deve contare. Eugenio Gaudio dimettiti” che, conta già oltre 27.000 sostenitori.
In attesa di Suo cortese riscontro,
distinti saluti.
La Presidente, Donatella Martini
Milano, 05.06.2015
C'è da dire che, tempestivamente, la prof. Tomio aveva già duramente commentato l'iniziativa; e lei stessa immediatamente auspicato quanto richiesto da questa lettera. Questa la sua dichiarazione, riportata da L'Internazionale: "Mentre gli organismi di parità e le/i delegate/i del rettore/rettrici per queste tematiche svolgono un quotidiano e faticoso lavoro all’interno degli atenei, impegnandosi sul piano scientifico, didattico e culturale, per promuovere il superamento delle asimmetrie nella rappresentanza di genere, nella formazione, nelle carriere all’interno dell’università, ci troviamo di fronte a manifestazioni che sembrano rimettere in discussione quanto realizzato in questi anni, lo sforzo per rimuovere stereotipi, il dialogo con la componente studentesca per una sensibilizzazione su questi temi. Prendiamo atto, con comprensibile rammarico, del coinvolgimento dei vertici di una grande università in questa iniziativa e ve ne diamo notizia, anche per raccogliere suggerimenti per una presa di posizione pubblica da parte della conferenza nazionale, eventualmente anche presso la Conferenza dei rettori delle università italiane".
Ora però è necessario che si esprimano, in via ufficiale, anche gli organismi interessati. Ringraziando Patrizia Tomio, ci associamo dunque alla lettera di DonneinQuota. L'imbarazzante titolo la studentessa più bella e sapiente degli atenei italiani offensivo per le donne, evoca imbarazzanti associazioni di idee - offensive per gli asini.
e solo a noi, il fatto che un rettore si presti a un'iniziativa di così basso livello, sponsorizzata da chirurghi plastici, fa sorgere anche imbarazzanti dubbi sulle ragioni che devono averlo spinto a farlo?
Ma in conclusione: concorsi di bellezza nelle Università un corno. Punto e basta.
C'è da dire che, tempestivamente, la prof. Tomio aveva già duramente commentato l'iniziativa; e lei stessa immediatamente auspicato quanto richiesto da questa lettera. Questa la sua dichiarazione, riportata da L'Internazionale: "Mentre gli organismi di parità e le/i delegate/i del rettore/rettrici per queste tematiche svolgono un quotidiano e faticoso lavoro all’interno degli atenei, impegnandosi sul piano scientifico, didattico e culturale, per promuovere il superamento delle asimmetrie nella rappresentanza di genere, nella formazione, nelle carriere all’interno dell’università, ci troviamo di fronte a manifestazioni che sembrano rimettere in discussione quanto realizzato in questi anni, lo sforzo per rimuovere stereotipi, il dialogo con la componente studentesca per una sensibilizzazione su questi temi. Prendiamo atto, con comprensibile rammarico, del coinvolgimento dei vertici di una grande università in questa iniziativa e ve ne diamo notizia, anche per raccogliere suggerimenti per una presa di posizione pubblica da parte della conferenza nazionale, eventualmente anche presso la Conferenza dei rettori delle università italiane".
Ora però è necessario che si esprimano, in via ufficiale, anche gli organismi interessati. Ringraziando Patrizia Tomio, ci associamo dunque alla lettera di DonneinQuota. L'imbarazzante titolo la studentessa più bella e sapiente degli atenei italiani offensivo per le donne, evoca imbarazzanti associazioni di idee - offensive per gli asini.
e solo a noi, il fatto che un rettore si presti a un'iniziativa di così basso livello, sponsorizzata da chirurghi plastici, fa sorgere anche imbarazzanti dubbi sulle ragioni che devono averlo spinto a farlo?
Ma in conclusione: concorsi di bellezza nelle Università un corno. Punto e basta.
Nessun commento:
Posta un commento