Presentiamo alle elezioni solo donne, perché solo le donne possono rappresentare la nostra rivolta contro l'ordine stabilito oggi in Turchia.
Secondo questa nota stampa 550 nomi nella lista elettorale, e sono tutti femminili. E perché alle prossime elezioni nazionali turche (il 7 giugno), per il Partito comunista KP si presenteranno solo candidate donne? "Presentiamo solo donne, perché solo loro possono rappresentare la nostra rivolta contro l'ordine stabilito in Turchia. Non si tratta solo della partecipazione delle donne alla politica. Il fatto è che quest'ordine imposto si fonda sull'oppressione femminile: non può esistere senza l'uccisione e l'umiliazione quotidiana delle donne".
Un discorso interessante! perché questi concetti fanno fatica a farsi largo, quanto quello che non esistono "diritti umani" senza diritti (anche) delle donne.
In verità, visto dall'Italia il quadro politico non è ancora chiarissimo; diverse dichiarazioni per le prossime elezioni puntano su donne e giovani - ma aspettiamo conferme. Se questa notizia verrà confermata, però, potremo parlare di scoperta e riconoscimento del patriarcato politico.
Ecco, la motivazione di questa scelta.
Se davvero sarà questa, la scelta, eccola: l'idea innovativa. Eccolo, il segnale forte. Solo donne: e non certo per bellezza: ma perché - come ben dice questa acuta analisi - (anche) le donne sono un sistema politico. Ed è ora di riconoscere gli obiettivi strategici dei sistemi politici; solo così certe "strane" alleanze non appariranno più così strane.
Secondo questa nota stampa 550 nomi nella lista elettorale, e sono tutti femminili. E perché alle prossime elezioni nazionali turche (il 7 giugno), per il Partito comunista KP si presenteranno solo candidate donne? "Presentiamo solo donne, perché solo loro possono rappresentare la nostra rivolta contro l'ordine stabilito in Turchia. Non si tratta solo della partecipazione delle donne alla politica. Il fatto è che quest'ordine imposto si fonda sull'oppressione femminile: non può esistere senza l'uccisione e l'umiliazione quotidiana delle donne".
Un discorso interessante! perché questi concetti fanno fatica a farsi largo, quanto quello che non esistono "diritti umani" senza diritti (anche) delle donne.
In verità, visto dall'Italia il quadro politico non è ancora chiarissimo; diverse dichiarazioni per le prossime elezioni puntano su donne e giovani - ma aspettiamo conferme. Se questa notizia verrà confermata, però, potremo parlare di scoperta e riconoscimento del patriarcato politico.
Ecco, la motivazione di questa scelta.
Se davvero sarà questa, la scelta, eccola: l'idea innovativa. Eccolo, il segnale forte. Solo donne: e non certo per bellezza: ma perché - come ben dice questa acuta analisi - (anche) le donne sono un sistema politico. Ed è ora di riconoscere gli obiettivi strategici dei sistemi politici; solo così certe "strane" alleanze non appariranno più così strane.
Le donne sono un sistema politico che si contrappone, direttamente e frontalmente, a dittature e integralismi. E' talmente ovvio.. eppure stupisce che, per una volta, un'organizzazione politica abbia saputo (voluto) comprendere l'ovvio e tirare le dovute conseguenze.
E' quello che ha fatto la differenza in Kurdistan, e che lì ha consentito di respingere l'Isis.
E' quello che ha fatto la differenza in Kurdistan, e che lì ha consentito di respingere l'Isis.
Tornando alla Turchia - si tratta più di un messaggio, un segnale politico, che di una vera occasione.. perché il KP è un partito di assoluta minoranza, che presumibilmente non potrà ottenere in Parlamento nemmeno un seggio. Alle ultime elezioni, le regionali del 2014, aveva solo 19.245 voti, appena lo 0,04%. Tuttavia il segnale che mandano è forte, non dubitiamo che avrà effetto sulla Turchia e nel mondo.
E il resto dei partiti turchi cosa fa? esattamente all'opposto del KP c'è il famigerato AKP, il partito islamico del premier Erdogan; sostenuto da un cantante (una specie di Apicella turco, ma purtroppo più popolare!): è Ugur Isilak, che il 7 giugno addirittura per il partito repressivo-religioso si candiderà. Uno che, sul fatto che partite si giocano proprio sulle donne, non si nasconde dietro a un dito. Ecco infatti il suo programma politico: “è nella natura della donna appartenere all’uomo. Nel profondo del suo cuore, se ogni femminista non si sente incatenata a un marito, o a un uomo, non sente di essere la sua schiava e di appartenergli, che venga a dirmelo in faccia: perché essere proprietà di un uomo è nella natura di ogni donna. Le femministe non possono essere felici perché negare di appartenere agli uomini è contro natura. Al contrario un uomo non appartiene a una donna, ne è il proprietario”. E per completare il pateracchio di balle assurte a verità assolute, questo simpatico portatore di disvalori sub-umani ha stravolto un canto popolare dell’Anatolia, per farne in inno elettorale che definisce Erdogan “luce della speranza per milioni” di turchi, “il leader che abbiamo atteso per anni” e “l’incubo degli oppressori”.
Tornando agli altri partiti turchi: i principali partiti di opposizione dicono di puntare sulle donne; il solo che presenterà liste paritarie (con il 50% di candidate donne), è il Partito Democratico del Popolo (partito di sinistra vicino al popolo curdo); e si tratta già di una scelta dirompente e di assoluta novità.
Tutti gli altri, complessivamente, presentano una componente femminile intorno al 20%. Ma se sono state lavate nel cervello al punto di aderire alle tesi del partito islamico, meglio sarebbe se fossero zero.
Tornando agli altri partiti turchi: i principali partiti di opposizione dicono di puntare sulle donne; il solo che presenterà liste paritarie (con il 50% di candidate donne), è il Partito Democratico del Popolo (partito di sinistra vicino al popolo curdo); e si tratta già di una scelta dirompente e di assoluta novità.
Tutti gli altri, complessivamente, presentano una componente femminile intorno al 20%. Ma se sono state lavate nel cervello al punto di aderire alle tesi del partito islamico, meglio sarebbe se fossero zero.
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