sabato 10 ottobre 2015

La strategia della tensione colpisce oggi in Turchia, ed è planetaria

Il gravissimo attentato che stamattina ha colpito Ankara si è abbattuto su migliaia di persone che stavano arrivando alla stazione per partecipare a una manifestazione che chiedeva "pace e democrazia". Ad ora lo spaventoso bilancio ufficiale è di 86 morti e 186 feriti. Ma, secondo il partito filocurdo HDP, sarebbe già salito a 97 morti e 186 feriti


Sangue elettorale, come scrive Ivan Grozny. La manifestazione era organizzata da varie formazioni sociali (KESK: Confederation of Public Sector Trades' Unions; DİSK: Confederation of Progressive Trade Unions of Turkey; TTB: Turkish Medical Association, TMMOB: Union of Chambers of Turkish Engineers and Architects). E fra queste anche l'HDP (entrato per la prima volta in parlamento con le elezioni del 7 giugno). E cosa chiedeva? chiedeva al governo per fermare i bombardamenti contro il Pkk (Partito dei lavoratori del Kurdistan, attivo nel Sudest del paese, e attivissimo contro l'Isis nei paesi limitrofi) e per chiedere una soluzione pacifica nei rapporti fra il governo e il gruppo, bollato in Turchia come terroristico.
Nel panico che ha seguito l’esplosione, poiché i manifestanti gridavano: “Polizia assassina” la polizia ha rincarato la dose sparando in aria e picchiando, ha lanciato gas lacrimogeni e ritardato i soccorsi. E se le autorità hanno condannato l'attentato scaricandone la responsabilità a "terroristi suicidi", un Ministro turco (Eroglu) ha subito definito "terrorista" la manifestazione stessa che dalla bomba è stata colpita.

Ma il partito filocurdo Hdp punta invece il dito contro una strategia della tensione volta a colpire i curdi [già decimati dagli assedi dell'Isis]: senza mezzi termini il leader del partito Selahattin Demirtas ha dichiarato: “Siamo di fronte a uno Stato assassino che si è trasformato in una mafia”.

Manifestazioni di solidarietà spontanee hanno avuto luogo nel pomeriggio a Istanbul e in tutto il paese, con lo slogan "non ci fermeremo"; ma c'è da aspettarsi che (anche) gli attivisti di questo dissenso verranno braccati. Tutta questa violenza appare in piena continuità con le proteste di Gezi Park, e la sola strategia che sembra avere questo potere è ucciderli tutti,
Dopo il suo ingresso in Parlamento il partito filocurdo aveva già subito diversi attacchi sanguinari: dopo quello di giugno contro un suo comizio a Diyarbakir, che aveva ucciso 4 persone e il ferite altre 400, il 20 luglio la strage di Suruç contro un centro culturale filocurdo, con 32 morti, e poi all’inizio di settembre  la sede del partito ad Ankara era anche stata attaccata da nazionalisti turchi di estrema destra.
Nel frattempo i combattimenti tra il Pkk e l’esercito turco sono ripresi nel Sudest del paese, causando la morte di oltre duemila ribelli e di circa 150 fra poliziotti e militari turchi. Forze militari protagoniste di episodi come questo. E questo
E ora l'attentato di oggi, il più grave di tutta la storia del paese, precede di poco le elezioni  anticipate del 1 novembre, indette dopo quelle del 7 giugno in cui l'Akp, il Partito che da 13 anni governa il paese con pessimi risultati, ha perso la maggioranza assoluta e non è riuscito a formare alcun governo di coalizione. Ma il problema, certamente, non è solo "turco". A proposito delle scelte che il potere fa a livello economico: "Siamo governati da imbecilli", sintetizzava tempo fa Laura Tingle. Ma potremmo aggiungere: ad ogni livello siamo governati da imbecilli ostaggi delle mafie più pericolose.
E il risultato è una strategia della tensione planetaria, che operando catastroficamente ad ogni livello - economico, diplomatico, politico e ambientale - stringe la sua morsa sempre più diffusamente e più da vicino.

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