lunedì 30 settembre 2013

Il dono innato della Boldrini. Si, ma quale?

Ci sono donne che hanno pensato bene di attaccare la presidente della Camera in difesa del loro diritto a essere sguattere felici. Bene, siamo anche noi felici per loro, senza offesa. Perché chi scrive, se posso fare una nota personale, adora servire chicchessia (a maggior ragione marito e figli, soprattutto perché nessuno dà il fatto per scontato). 
Ma questo non significa che tale modello debba essere apprezzato e tantomeno imposto di default a tutte le donne. Perciò, sulla falsariga di quella lettera (che dispiace molto vedere sbandierata come un trofeo di cui vantarsi nel sito di Beppe Grillo) abbiamo scritto qualcosa anche noi, alla Presidente. Certo quella signora aveva il diritto di scrivere la sua; e noi sentiamo il dovere di dire che, da donne, abbiamo un altro punto di vista. Eccolo:
Cara Presidente Boldrini,
Lei ha un dono innato, che è quello di riuscire a fare uscire dai gangheri quelli che non riescono a metterla al posto suo, né a spedirla a casa a fare la calza. Incredibilmente si accaniscono nel disperato tentativo di far di lei polpette e come in ogni tragicommedia che si rispetti ottengono il risultato opposto.
Tra questi perfino donne che fanno affermazioni tali da riuscire ad offendere non solo lei, ma la totalità delle donne non soggette ai dettami dei Giovanardoidi, oltre che tutte le famiglie non convenzionali, o anche solo tolleranti, che fortunatamente sono sempre più diffuse. Perché per fortuna, Presidente, la famiglia non è pìù, oggi, (solo) quel granitico blocco che stritola l’individualità delle donne, la famiglia come la vediamo noi è un po’ diversa.
Ha presente il piacere che può provare una madre – so che lei ama questo termine quanto lo amiamo noi – ma anche una non madre che avrà le sue ragioni per non volere figli, ma anche delle amiche che vivono insieme senza uomini in casa, ma anche una che vive con un gruppo di amici in comunità, o con i genitori o coi nonni… Bè, insomma, cara Presidente, ha presente il piacere che può provare questa donna, dopo una giornata di duro lavoro, a trovarsi all’ora di cena in compagnia di chi pare a lei (sia questi il suo ragazzo, o magari la sua ragazza, o anche il marito – e, se ci sono, anche dei figli), mentre tutti partecipano al lavoro della tavola, o magari lo fanno a turno (oggi io domani tu) trascorrendo senza servi né padroni probabilmente l’unico momento della giornata davvero in famiglia?
Se non lo sa glielo dico io, e Le dico anche che la ringrazio per aver intuito la sottile violenza che emana dall’immagine univoca di famiglia standard che nellla pubblicità mostra sempre la mamma come una cameriera, e di quanto questo suggerisca una visione sminuente della donna. 
Mia nonna ha dedicato la sua vita a fare questo e mi creda, se sono diventata femminista lo devo a lei. A mia nonna che andava a Messa dal “prevosto” tutte le domeniche, e andava anche a Lourdes, ma su quanto il “matrimonio” l’avesse imbrogliata si è chiarita le idee presto, e su divorzio e diritto di scelta delle donne non si è mai fatta plagiare da nessuno. Ha avuto rimpianti tutta la vita per essere stata strappata alla scuola a 19 anni da un marito padrone, ma è riuscita lo stesso a mantenere la sua libertà interiore, e poi ce l’ha insegnata.
Io lavoro, e quando si sta in cucina trascorro uno dei pochi momenti rilassanti della giornata proprio perché so che nessuno, né mio marito né mio figlio, si aspetta di essere servito per dovere, ma ciascuno dà volentieri una mano agli altri.
Negli altri Paesi europei una pubblicità simile non sarebbe mai stata trasmessa? Non sarei così certa; in quanto a sessismo, tutto il mondo è paese... In alcuni ne trasmettono ben di peggio; in altri non dubito che ci sarebbe più attenzione - Paesi meno arretrati dell’Italia, in cui non si considera “cultura familiare” l’abitudine di considerare le donne sguattere per dovere sociale.
Probabilmente gli altri Paesi europei non hanno nemmeno una Presidente della Camera che si trova continuamente attaccata anche per il solo fatto di appartenere al genere femminile.
Presidente continui a fare il Suo lavoro anche a nome del 52% della popolazione che viene eternamente dimenticata, faccia ciò che compete alla terza carica dello Stato. Il Suo è un ruolo istituzionale in un’istituzione dalla lunga tradizione in grave disequilibrio maschile; ma ora il Parlamento ha eletto un rappresentante di SEL che è anche una donna consapevole, non l’ennesimo uomo abituato a farsi servire a tavola (e a letto, e negli uffici, e nelle sedi di partito).
La disparità tra uomo e donna cesserà quando si smetterà di vedere la donna come un essere indifeso da tutelare e proteggere, in quanto schiacciata da consuetudini e retaggi di una cultura che a quel ruolo la inchioda. Solo allora ci sarà davvero un rapporto paritario. Grazie dunque per la sua vigilanza.
E ora mi scusi, mio marito mi sta chiamando, mi ha preceduto in cucina dandomi il tempo di completare questa lettera, ora che è pronto mi dispiace farlo aspettare. Devo andare a cena con la mia famiglia, una famiglia che mi rispetta e che amo - so che Lei capisce come tutte le donne che hanno la stessa fortuna.

PS - per inciso, facciamo presente che la frase per cui Boldrini è così ridicolmente incriminata è stata estrapolata da una conferenza su donne e media anche alla luce delle indicazioni della Convenzione di Istanbul: dunque non ha senso al di fuori di quel contesto. Qui l'intervento completo:

1 commento:

  1. bel post, bellissima lettera, ho visto che è stata molto condivisa e commentata su facebook e che uno dei commenti è stato il rimando a quest'altro post, che non so se conoscete, lo segnalo a tutt* anche qui:
    http://www.contaminazioni.info/donne-che-odiano-le-donne-perche/

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