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lunedì 24 agosto 2015

Jae West nuda sta al fianco della tua vulnerabilità. Vestita solo di cuori d'amore

Appena messo piede a Piccadilly Circus con il mio cartello, i pennarelli in una mano, e la benda per gli occhi nell'altra, non ho potuto fare a meno di provare un opprimente senso di vulnerabilità, per ciò che stavo per fare. 

Osservando la gente, in una qualunque domenica all'ora di pranzo, cercavo di ignorare i pensieri terrorizzati che si susseguivano nella mia testa. Avevo visto in giro molte famiglie e persone di culture diverse, e temevo di offenderli con l'esibizione del mio corpo nell'atto di libertà che stavo per compiere.
Mentre i miei vestiti cadevano a terra e ponevo la benda sugli occhi ho potuto percepire uno scarto di attenzione e confusione, un'agitazione nell'aria. Il mio cuore batteva mentre tutti gli scenari peggiori si affacciavano alla mia mente. E temevo che nessuno volesse disegnare un cuore d'amore sul mio corpo, e di restare là in mutande, messa in mostra solo per essere ridicolizzata.
I minuti che passavano mi sembravano ore. Di solito durante gli esperimenti pubblici un paio di persone stanno in mezzo alla folla, per intervenire se necessario, ma sapevo che Elliot e Pete, che erano gli unici là con me, erano entrambi con le macchine fotografiche, e così dovevo davvero contare sul pubblico. A un tratto ho sentito una delle penne nella mia mano sinistra scivolare fuori.. la sensazione della penna che scorreva sulla mia pelle è stato uno dei più travolgenti sentimenti di sollievo, gratitudine e amore che abbia mai provato. Sono letteralmente scoppiata in lacrime. 

Non so chi fosse quella prima persona che è corsa verso di me, ma le sono infinitamente riconoscente per il suo gesto. Dopo che quel primo cuore è stato disegnato, ho sentito come altri si siano sentiti liberati, e in grado di seguire il suo esempio, perché ben presto tutte le penne stavano lasciando rapidamente le mie mani. 



Uno dei momenti più emozionanti e di ispirazione, per me, è stato udire un padre spiegare ai suoi bambini quel che stavo facendo: come lui riconosceva che tutti dovrebbero amare se stessi esattamente come sono, e apprezzare i propri corpi come li hanno ricevuti. Mi ha scaldato il cuore sapere che i suoi figli, e altri come loro, sarebbero cresciuti comprendendo l'impatto di questo problema che ci riguarda tutti, e avere la sensazione di aver contribuito disegnando un cuore d'amore sul mio corpo. 
Se tutti potessero riconoscere e apprezzare, fin dall'infanzia, come sono belli, penso che questo mondo sarebbe molto diverso. Con la crescente diffusione di disturbi alimentari e problemi di autostima in tutto il mondo, questo atto pubblico di auto-accettazione mira a spingere le persone a mettere in discussione il vero rapporto che hanno con se stesse e con l'immagine del proprio corpo. Questo fa parte del Liberators international tour attraverso l'Europa [qui il Liberators International, e qui la pagina facebook, ndr].
Ma cosa ha detto la Polizia? 
La polizia inglese ha apprezzato la mia decisione di manifestare; mi hanno semplicemente chiesto se nei paraggi c'erano altri che vegliavano su di me, per problemi di sicurezza. Alla fine dell'esperimento, quando mi sono rivestita ho anche abbracciato una poliziotta, in ringraziamento. 
Come è nata l'idea? Ho sempre voluto sostenere l'accettazione di sé e della propria immagine corporea dopo aver sperimentato io stessa un disturbo alimentare all'epoca del liceo e fino ai 20 anni. Come dice Richard Bach insegniamo meglio ciò che noi stessi più abbiamo bisogno di imparare, quindi lo faccio anche per questo. Una sera, guardando il TED talk di Amanda Palmer L'arte di chiedere, mi sono sentita veramente ispirata dalla sua vulnerabilità e dal suo coraggio. 



Lei spiegava come si fosse denudata per permettere ai suoi fan di disegnare e scrivere sul suo corpo ciò che volevano. Quella sera, andando a letto, ho pensato di collegare la vulnerabilità della nudità con i problemi di autostima in un luogo pubblico. Solo immaginare il mio corpo coperto da cuori d'amore disegnati da altre persone mi ha fatto salire le lacrime agli occhi. Era un reality check (una verifica reale) di quanto duri possiamo essere con noi stessi, di come possiamo essere davvero i nostri peggiori critici. Le aspettative non realistiche che poniamo su noi stessi ci possono portare a rifiutare l'amore che gli altri ci offrono apertamente, a causa di un senso di indegnità. Sapevo che questo era un concetto globale che può riguardare molte persone, così mettermi in quella situazione era davvero mettersi dalla parte di tutti quelli che, là fuori, devono affrontare insicurezze in relazione al loro aspetto.
Jae West


venerdì 20 giugno 2014

Non solo questione di fiducia, ma di lobby. A partire dai bagni. Si, dalle toilettes dove i gentlemen fanno meeting

"Studiano e fanno carriera, perché le donne restano indietro? la risposta provocatoria di due giornaliste": una certa insulsaggine in questa recente copertina de L'Internazionale. A voi direttori di giornali, che (da giornaliste donne) ci mandate a dire che il baco è sempre delle donne, mandiamo a direprovocate meno, informate di più. Studiate anche voi, signori, magari scoprirete cosa sia il leaky pipe che affligge la carriera delle donne
Così, invece di una Catwoman piagnucolosa, paralizzata dalla scarsa autostima, in copertina metterete magari una Catwoman in azione. Forse impegnata a scrutare, appesa a un cornicione, verso la finestra di una toilette maschile. 
Si, perché fa francamente infuriare che (e parliamo de L'Internazionale, non di "Libero"): si sfrugugli ancora sulle presunte deficienze femminili, per spiegare l'esclusione delle donne. Come spiega bene Lucrezia Reichlin, la frequentazione del potere ha convinto perfino lei (mai stata "femminista"), che inizialmente è necessario fare spazio alle donne anche forzosamente, altrimenti la storia dimostra che non si muove niente, perché è la preponderanza maschile stessa che crea lo sbarramento, costruendo tutte le relazioni solo fra uomini e in ambienti al maschile, ai quali le donne non hanno accesso e nei quali, dunque, non riescono a fare network


A partire dai bagni maschili - si: proprio così: questo (scherzando, ma non troppo) lo specifica proprio lei, spiegando come, nelle istituzioni del potere, proprio nelle riunioni informali e a volte più casuali si creano relazioni e si fa lobby, e a volte si raggiungono accordi che incidono poi su ciò che si decide negli incontri ufficiali. Riunioni come quelle che si creano nelle toilette delle istituzioni (eccola! un'attività in cui le donne sono ancora scarse). E se le donne, dove si decide, continuano a essere pochissime (e dunque isolate), nei rispettivi bagni femminili si troveranno altrettanto sole. E finché nei bagni femminili, dentro ai luoghi del potere, le donne si ritroveranno sole, significherà che sono sole anche fuori, e continueranno ad avere ben più alte difficoltà a creare e fare alleanze. Per questo le donne sono "meno brave a fare network" (e dunque a consolidare autorevolezza e potere): non certo perché non lo sappiano fare, ma perché sono tagliate fuori a priori dalle reti delle relazioni.
Solo un esempio fra tanti, beninteso. E certamente, anche l'autostima conta - specie se minata fin dalla più tenera infanzia da modelli penalizzanti. Ma chi, in tema di carriere e dirigenza, vuole parlare di esclusione delle donne studi di che si tratta. Indaghi sui tubi che perdono, e i soffitti di cristallo, che impediscono l'affermazione delle donne ai vertici: nonostante queste siano ormai la maggioranza dei laureati e - contro ogni stereotipo - abbiano dimostrato grande attitudine in tutte le carriere.  
Ps… magari qualcosa potranno insegnare anche i CEO (tutti uomini), che recentemente si sono resi disponibili a portare, al Global Summit of Women del 2014, il proprio punto di vista (ancorché tutto al maschile) dei meccanismi di esclusione a cui ogni giorno assistono.
Nella foto: Founder and former CEO of Booz & Co. Shumeet Banerji, CEO of Taj-Deloitte Gianmarco Monsellato, Chairman and CEO of Technip Thierry Pilenko, former CEO of Telstra and Orange Sol Trujillo, Chairman and CEO, Societe Generale Frederic Oudea, and Sodexo CEO Michel Landel at the Male CEO Forum: Redefining the Marketplace — The Business Case for Gender Equity