La Turchia chiama, e (quasi) solo il web (per ora) risponde (di seguito guardate, infatti, chi ha risposto fino adesso). I social network (definiti da Erdogan "la peggiore minaccia per la società") si mobilitano in sostegno dei Turchi in una prova di forza il cui evidente scopo governativo è uno solo: imporre in quel paese, come già in molti altri altrove, un modello di società teocratica gravemente lesivo dei diritti dei cittadini, e in particolare delle donne. Sostenere questa lotta non è solo buono e giusto.
Noi sappiamo che sostenere questa lotta è vitale per noi stessi, per tutte e tutti noi:
1. e in difesa di un modello di democrazia che, con tutte le sue tragiche colpe e lacune, è qualcosa di infinitamente migliore delle orribili carceri a cielo aperto realizzate - ad oggi - da tutte le dittature teocratiche;
2. e in difesa dei diritti delle donne ovunque.
A maggior ragione tutte/i ci chiediamo dove diavolo sia la nostra ministra degli esteri.
Non è affatto retorica dire che le donne, in tutto ciò, giocoforza giocano (scusate il gioco di parole) un ruolo davvero di primo piano. Senza di loro niente si potrà fare per i diritti di tutti; e se si perde la battaglia per la democrazia, loro più di tutti perdono tutto. Chi di noi ha l'età per ricordarlo, dovrebbe ripassare quanto successo in Iran nel 1979, e chi non ha quell'età dovrebbe saperlo:
A pochi giorni dall'insediamento di Khomeini, dopo la rivoluzione contro la precedente dittatura, in cui si erano impegnate moltissimo, le donne hanno capito di star per cadere in una dittatura ben peggiore. A fiumane si sono riversate nelle piazze, ma nessuno le ha aiutate; dopo averle spremute come rivoluzionarie, si vede che i compagni maschi non le vedevano poi così male, un po' più modeste e tradizionali. E poi erano fiduciosi che ora, senza lo Scià, le cose sarebbero andate meglio. E così abbiamo visto, a suon di impiccagioni e frustate, in che stato sono state ridotte in primis le donne iraniane, ma anche l'Iran intero, nel giro di breve tempo.
Allora non c'era la rete, che potesse creare un cordone di solidarietà internazionale. Ma oggi c'è. Erdogan ha ragione, a dire che i social network sono una sciagura: ma non per la "società"; per quel tipo di società e per quelli come lui. E le iraniane, anche le giovanissime, oggi impegnate nella difficilissima resistenza contro la teocrazia, lanciano un avvertimento a tutte (e a tutti). Come dice qui Maryam Hosseinkah: non lasciamo sole le donne che battagliano, come furono lasciate sole le nostri madri nel 1979: "facciamo rete".
Sapete.. è precisamente, e anche, in risposta a questo appello di Maryam che è nata questa rete. Allora diamoci da fare, ancora e di più.
Le organizzazioni per i diritti umani hanno promosso petizioni internazionali, da Avaaz ad Amnesty. C'è l'appello degli accademici internazionali (qui la traduzione). E ci sono i difficili sforzi del web. Ma le istituzioni dove sono? Emma Bonino, dove sei? Non crediamo basti un generico auspicio rilasciato distrattamente. Dov'è l'Unione Europea? Come ha scritto Gianmarco De Piero giorni fa:
una grande tristezza: dov'è la voce dell'Unione europea? La commissione? I rappresentanti della Democrazia europa questa notte dormivano? Non avevano accesso a web? Non hanno visto gli assalti della polizia contro uomini e donne feriti che cercavano riparo in Ostello? Non hanno nulla da dire su quello che accade sull'uscio di casa? Sono solo valvassori di un impero che cade a pezzi.
E in Italia, la politica, dov'è? Perché non risponde nemmeno ai disperati appelli come quello dell'associazione sanitaria turca? C'è chi sollecita risposte, anche fra i politici. Ma non sono molti: per ora abbiamo assistito solo a queste sollecitazioni: • la senatrice Laura Puppato, che giorni fa ha invitato pubblicamente il governo italiano ad agire contro le violazioni dei diritti umani e delle donne in Turchia, e che sta preparando in merito anche una mozione in Senato.
• Di ieri l'appello delle Donne Democratiche Venete.
• Anche dall'ultradestra c'è una donna che si è espressa: l'eurodeputata Cristiana Muscardini.
• E lo hanno fatto i Verdi. E poi?
Certo: ci sono blogger, pagine fb, attivisti/e; e siamo daccapo: è la politica, che non fa il suo dovere.
Donne politiche, deputate, amministratrici: le donne turche vi chiamano a sostegno di tutto il popolo turco. Fate sentire la vostra voce, obbligate il Governo italiano e l'Unione Europea a prendere posizioni serie.
brave! per ora silenzio di tomba, davvero,bisogna insistere
RispondiEliminafaccio girare su fb
Annina
grandi verità, i 2 video inclusi nel post andrebbero fatti vedere a scuola
RispondiEliminama scusate, non so voi, io ho passato la sera sui tg, alla ricerca di uno straccio di notizia sulle proteste in Turchia, in Brasile.. nix, va bene? NIENTE! solo le beghe paesane dei nostri politici accattoni, ma che informazione è questa? ma è democrazia? grazie a Dio ci sono i blog e fb, se no che ne sapremmo noi di quello che succede nel mondo?
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