venerdì 21 giugno 2013

Borghezio & Co: l'autogogna dura senza paura

C'è gente che, fin dal primo momento in cui inizia (sfortunatamente) a farsi notare, si produce in ininterrotte autodenunce da fare accapponare la pelle. Roba da harakiri per la vergogna, senza scherzi. Gente che spazia ininterrottamente fra gaffe di maleducazione imperdonabile, eccessi di violenza, figuracce per truffe e ladrocini, e ogni altro genere di azioni di gravità inaudita. Senza mai vergognarsene. Anzi, facendone addirittura una bandiera. E' un'intera classe politica, che si comporta così, e che ha i suoi indiscussi campioni nelle aree leghiste e berlusconiane (le quali, come è noto, includono anche le tolleratissime formazioni neonaziste). 
Prendiamone uno a caso. Uno come Borghezio.
Borghezio: uno che, di tutto ciò, ha raggiunto notoriamente gli apici. Uno che è andato a fare lezioni di nazismo moderno ai nazisti stessi. Ma che può darne tranquillamente anche a mafiosi e bancarottieri. Uno che ne ha fatte talmente tante che ci vorrebbe un eone per raccontarle tutte - qui un resoconto parziale, ancora molto limitato, fra tanti. Uno che (come tutti loro), si scrolla di dosso accuse gravissime e documentate con l'eterno ritornello della "persecuzione politica" [esempio, riferito a sequele di ammanchi, bancarotta fraudolenta e perfino a un omicidio: «E' curioso che questa faccenda ritorni a galla alla vigilia dello scioglimento delle Camere. Siamo di  fronte a una chiara manovra anti-Lega, orchestrata per far riemergere quella vecchia storia».] Uno che altrove chiedono a gran voce di buttare fuori a calci dal Parlamento Europeo... almeno quello; meglio che niente, visto che dalle nostre istituzioni nessuno è mai delinquente abbastanza per essere estromesso; tanto che ormai da questa gente sono occupate.

Ecco: uno così, senza alcuna pietà per sè stesso, oggi si automette per la milionesima volta alla gogna, invocando la morte civile e anche (essendo ormai illegali i roghi) la "gogna" per qualcun altro. 
E per chi? Per un altro che, come lui, si è macchiato di ignominie e delitti? Nossignore.
Il sig. Borghezio invoca tutto ciò per un altro, anzi, un'altra, che da anni e anni lavora seriamente guadagnandosi con i fatti la reputazione di persona dotata di ogni sorta di qualità umane e professionali. Una persona seria, lavoratrice, attenta, capace di spirito di servizio. Almeno fino a quando non fa uno scivolone, che non spetta a noi giustificare. Noi sottolineiamo solo (in contrasto alla reputazione di simili accusatori) l'aspetto episodico di tale evento rispetto al resto della sua storia.
Perché ahimé, a un tratto questa persona viene colta in castagna (che sia per responsabilità sua o di commercialisti faciloni non cambia) nel tipico peccato italiano di "facilitarsi" sul piano fiscale - nel caso con un escamotage che ha ridotto per ben 4 anni i suoi pagamenti riguardo a quanto effettivamente dovuto per Ici, e poi Imu. Un delitto che sul piano delle sanzioni comporta una multa amministrativa. Dunque una irregolarità certo non penale, ma grave concettualmente (e soprattutto se sei figura di governo). 
E infatti la figura in questione, senza sognarsi di gridare al complotto, ammette la gravità del fatto, si assume le sue responsabilità e si scusa. E vedremo che deciderà di fare. Almeno non cerca di scagionarsi in modo ridicolo (come fanno i Borghezio).
Ma tanto basta per meritare la furia moralizzatrice di gente in profondo odore di nazismo, mafia e truffe,  come Borghezio, che così si esprime, dall'alto del suo curriculum: «La galera non si augura mai a nessuno, ma un po' di gogna certamente, a questa ministra Idem. Forse le vere puttane non sono quelle che esercitano la professione, sono quelle piene di ipocrisia, politicamente parlando, che dicono una cosa e ne fanno un'altra. Forse le vere puttane sono certi personaggi, donne ma anche uomini, che prostituiscono la funzione di servizio che chi ha uno stipendio pubblico dovrebbe sentire di avere nei confronti dell'azienda che li paga, dell'istituzione che gli dà anche degli onori e dei piccoli privilegi o dei grandi privilegi».
Non è vero, ovviamente, che le documentatissime accuse che travolgono a camionate questi campioni del malaffare, che hanno invaso e saccheggiato le istituzioni, siano "persecuzioni politiche". E' invece certo che ministre e ministri come la Idem, che nella loro storia si sono dedicate/i a risolvere problemi lavorando sodo, anziché associarsi alla gestione mafiosa della cosa pubblica, a tutto questo sistema danno fastidio.
Non spetta a noi (ribadiamo) decidere se Idem ha torto o ha ragione, e aspettiamo di sapere di più sulla storia in sè.
Ma si lascino dire una cosa, queste persone ignobili: tutta la sporcizia che spandete in giro vi ritorna addosso. Il fatto che voi non ve ne rendiate conto non cambia il fatto che il suo peso vi sta sommergendo ed è inevitabile che ne resterete soffocati, facendo una fine drammatica quanto comica. Nel vostro interesse un consiglio: voi - almeno voi - iniziate a stare zitti.   
E TENETE GIU' LE MANI DALLA MINISTRA IDEM.

2 commenti:

  1. le meni e i denti, le hanno messo addosso, e tanto han fatto che l'hanno sbranata.
    Che c'era da aspettarsi? le poche donne di valore messe là da questo governo, in posti ecco cosa sono: foglie di fico che dopo la cerimonia col vestito buono, fatte le foto e i convenevoli, sono da buttare in pattumiera.
    Una per una le faranno fuori tutte.

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    1. e poi una per una ne scoveranno altre.
      Da mettere lì a fare politiche anti-donna
      Governo #Renzie

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