Ringraziamo le organizzatrici e le partecipanti al
raduno RebelRebel di Osimo e Ancona, insieme a tutte quelle che si sono riunite per
#nonunadimeno l’8 ottobre a Roma; e tutte quelle con cui ci ritroveremo alla manifestazione nazionale di Roma, il 26 novembre prossimo, e nel successivo incontro del 27.
Come contributo a questo importantissimo risveglio delle donne portiamo 2 temi: quello del riconoscimento reciproco e quello dell’immagine delle donne nella televisione pubblica.
1. l’argomento del riconoscimento reciproco, delle nostre rispettive esistenze e dei relativi operati, è di centrale importanza; perché oggi non è ancora abbastanza valorizzato, ma è alla base stessa di quell’efficace sostegno reciproco di cui abbiamo bisogno più di ogni cosa. Nel nostro paese siamo in moltissime a occuparci in vario modo di diritti delle donne; l’altra faccia di questa grande ricchezza è la debolezza che discende dalla frammentazione. Le donne non hanno aiuti e accedere a finanziamenti è difficilissimo; avere dunque sufficienti risorse, fra le quali un efficiente ufficio stampa, rimane un sogno; di conseguenza ogni realtà, fuori dal proprio territorio e dai circoli web delle donne, fatica a farsi conoscere, e dunque ad imporsi. Per questo è vitale unire le forze il più possibile; e questo si realizza a partire dal sostenerci l’un l’altra facendo conoscere non solo il proprio operato, ma quello di tutte.
2.
sul tema dell’immagine delle donne nella televisione pubblica vogliamo condividere con voi la nostra profonda preoccupazione. Quest’anno è scaduta la convenzione ventennale Stato-Rai. Il 12 aprile scorso il Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) ha convocato una consultazione definita “pubblica”, durante la quale 160 persone (in rappresentanza di 62 associazioni, 20 enti pubblici e istituzioni, 11 centri studi e think tank), hanno lavorato su 16 tavoli tematici. Ma, nonostante le nostre pressioni, le associazione di donne impegnate da anni contro il sessismo nei media e a favore della par condicio di genere non sono nemmeno state invitate. E’ stata una gravissima e ingiustificabile esclusione, che ha cancellato il lavoro, e i risultati, di 6 anni di interlocuzione con i precedenti governi, che avevano portato all’inserimento nel Contratto di Servizio 2010-2012 (tuttora vigente), di 13 emendamenti sull’immagine della donna. Inoltre è stata ignorata, e non si è ritenuto di utilizzare nemmeno come base di partenza, la bozza del Contratto di Servizio 2013-2015 (che aveva completato il suo iter fino all’approvazione,
per il quale abbiamo combattuto e alla cui stesura abbiamo collaborato
), che si presentava come la più avanzata, dal punto di genere, in tutta la storia della Rai. Il MISE ha messo online un questionario inteso a una “consultazione pubblica” (non pubblicizzata e con domande che riteniamo peraltro inadeguate). A consultazione terminata, è in preparazione la convenzione; e il prossimo passo sarà la discussione per il nuovo Contratto di Servizio. Per evitare che le donne ne siano escluse, insieme alla Rete per la Parità stiamo organizzando un convegno dal titolo: “CambieRai per non cambiare mai. Donne vere in tv” (a Roma, il 23 gennaio 2017). Invitiamo le attiviste di Roma e le giornaliste a partecipare, chiediamo a tutte attenzione al tema e aiuto alla divulgazione.
Buon lavoro a tutte; Donatella Martini
Chi siamo DonneinQuota nasce a Milano nel 2006 dal corso Donne, Politica e Istituzioni, promosso dal Dipartimento per le Pari Opportunità e riproposto in più edizioni in decine di università italiane allo scopo di favorire l’ingresso delle donne in politica. Ci occupiamo principalmente di
• rappresentanza politica femminile: per raggiungere una democrazia paritaria che rispecchi la società reale composta al 50% da donne e al 50% da uomini;
• rappresentazione della donna nei media: in base alla Risoluzione del Parlamento europeo del 3 settembre 2008 sull'impatto del marketing e della pubblicità sulla parità tra donne e uomini [2008/2038 (INI)]. Rappresentanza e rappresentazione sono temi strettamente collegati.
La strumentalizzazione e la stereotipizzazione dell’immagine femminile, infatti, contribuisce pesantemente a relegare le donne in ruoli subalterni, ostacolando il raggiungimento della parità nel lavoro, in politica e nei luoghi dove si decide. A favore della rappresentanza politica femminile nel 2010 abbiamo avviato, e vinto, il ricorso al Tar della Lombardia contro la Giunta Regionale, composta allora da 15 assessori uomini e una sola donna. Questo è stato solo il primo di altri ricorsi al Tar sostenuti successivamente per le stesse ragioni. E siamo in costante collegamento con le realtà politiche femminili per dar loro risonanza e sostegno. Riguardo alla rappresentazione della donna nei media abbiamo effettuato azioni di contrasto in molti casi di pubblicità sessista, e fondato - insieme alla Camera del lavoro/CGIL e all’associazione Amiche di ABCD - il Comitato Immagine Differente che in tema ha prodotto un DDL. Siamo nel direttivo del Coordinamento Italiano della Lobby Europea delle Donne. Facciamo parte dell’Accordo di Azione Comune per la Democrazia Paritaria, che raggruppa oltre 50 associazioni femminili italiane. Dal 14 febbraio 2013 organizziamo ogni anno a Milano il flashmob mondiale contro la violenza sulle donne One billion rising. Nel marzo 2013 abbiamo fondato Wecams (Women’s European Coalition against Media Sexism), una coalizione europea contro il sessismo nei media che, con l’appoggio di alcune eurodeputate, sta facendo pressione al Parlamento europeo affinchè le numerose risoluzioni sul tema diventino direttive vincolanti. Nel settembre 2013 è nato - su spinta propulsiva della nostra associazione - il Centro di Ricerca Interuniversitario Culture di genere, che raggruppa sei università milanesi (Università degli Studi di Milano e di Milano Bicocca, Bocconi, Politecnico, IULM e S.Raffaele) e con il quale collaboriamo attivamente.