mercoledì 18 giugno 2014

Mondiali, la Nazionale che potrebbe mettere l' #Italiaingiococontrolaviolenza

La prossima partita che l'Italia giocherà ai Mondiali sarà venerdì 20 giugno, contro il Costarica; quella successiva il 24 giugno, contro l'Uruguay. Oltre a quella italiana, è questa la bandiera che vorremmo vedere portare dagli Azzurri: quella contro la violenza sulle donne. 
Un segno di lutto per l'ennesima tragedia, il massacro di Motta Visconti, che il 15 giugno ha rimandato nel  mondo un'immagine devastante del nostro Paese, e per i femminicidi che subito l'hanno seguita - quello del 16 giugno a Pietra Ligure e quello del 17 a Siracusa.
Un segno di dissociazione dalla normalità della violenza, un segno di attenzione verso la strage delle donne. Cesare Prandelli: impegnati anche stavolta…

ascolta la richiesta che viene da tantissime donne italiane, che in questi giorni chiedono un' #Italiaingiococontrolaviolenzasulledonne, giocatori della Nazionale: scendete in campo con un messaggio chiaro
Con l'occasione ringraziamo - oltre a Prandelli che in tema ha già preso posizione, anche Kaka, che si è esposto in prima persona, in vista dei Mondiali, contro la violenza dello sfruttamento sessuale che sempre accompagna le trasferte sportive di questi grandi eventi. 
E a tutti - giocatori e tifosi - diciamo, anche riguardo alla violenza sulle donne: non voltatevi dall'altra parte. Mostrate al mondo un'altra Italia.  
E sia chiaro: conosciamo bene l'altra faccia dei mondiali; le violazioni dei diritti umani e gli arresti, gli sperperi di soldi pubblici, gli assassinii dei bambini strada; e su tutto questo - per quel che vale la nostra voce - abbiamo già detto e non ci stanchiamo di richiamare l'attenzione. Ma chiedere un segno in campo non significa ignorare o sorvolare su tutto ciò, per scoprire improvvisamente chissà quale "magia" del gioco. No - semplicemente sappiamo che i calciatori sono modelli. Modelli maschili, che potrebbero essere veicoli formidabili di messaggi culturali che là dove la maschitudine domina arrivano poco. Messaggi minimali, se vogliamo, ma di cui il mondo ha sete.


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