mercoledì 27 febbraio 2013

Elezioni 2013: scrive Cinzia Romano

Le donne elette prendano la parola e l’iniziativa
Forse sarà proprio il caso di sforzarci di vedere  i risultati elettorali con occhi nuovi, liberandoci delle  analisi che finora ci hanno accompagnato e guidato, mi viene da dire, a non capire quello che ci capitava intorno. Penso ai partiti ma anche al mondo dei media che tanto si somigliano: tutti a parlarsi sempre e solo fra loro, pensando che il loro tinello o salotto sia il mondo. Così, capita che Pd e Sel scambino le primarie per le elezioni vere, mentre i media spacciano la loro smaccata propaganda per notizie vere. E stendiamo un velo pietoso sui sondaggisti, perché metterli alla berlina  è ormai come sparare sulla croce rossa.
Consapevole che del senno del poi sono piene le fosse, non voglio infierire e mi limito  a ricordare che le parole sono importanti, fondamentali, e devono corrispondere a comportamenti coerenti. Altrimenti diventano chiacchiere in libertà, che non producono affatto rassicurazioni  ma irritazione, rabbia e ribellione per una politica svuotata del suo significato. E il voto ce lo ha mostrato chiaramente!
Tutti a parlare di rinnovamento, di ruolo insostituibile di giovani e donne, di riforma della politica e delle istituzione. E poi? Se oggi abbiamo più donne e giovani è  soprattutto grazie al Movimento 5 stelle e, se domani avremo le riforme sempre sbandierate, sarà perché lo tsunami elettorali ha messo i partiti con le spalle al muro.
Nel nuovo Parlamento abbiamo più donne e ne sono lieta. Ma dobbiamo nasconderci quanti anni, quanta resistenza, quanta fatica anche nel centrosinistra c’è voluta per arrivare alla soglia del 30%? Il Pd stavolta l’ha superata mentre Sel, che aveva speso più parole,  ne ha invece elette davvero pochine. Dobbiamo far finta di dimenticare come il Movimento 5 stelle sia stato messo all’indice anche da organizzazione e movimenti delle donne perché nel suo programma non aveva il capitolo “politica delle donne” e poi ne ha elette alla Camera il 34,2% e al Senato il 38,8% ? E i primi dati delle preferenze nelle regionali sono sconfortanti: sembra lo scrutinio del Conclave, tanto per restare alla cronaca!
Oggi sui giornali tutti ci magnificano il modello Sicilia. Bene! Ottimo. Peccato che nessuno ci racconti che, dalle elette del Movimento 5 Stelle alla Regione, viene anche la richiesta di una stella in più del movimento, per avere nuove politiche e diritti di pari opportunità. Vedi la locandina qui sotto...

Possibile che a nessuna-nessuno venga mai il dubbio che è la struttura dei partiti, saldamente in mano agli uomini (di solito di una certa età), ad allontanare o relegare a un ruolo insignificante le donne e i giovani che invece, in un movimento riescono ad esserci, a proporsi e a contare? 
Io resto convinta, e i dati elettorali mi incoraggiano, che la struttura del potere piramidale non funziona più. E che le donne elette hanno oggi il compito maggiore: dare l’ultimo scossone ai corpaccioni anziani e malati dei partiti, per rifondarli.
Il nuovo Parlamento dovrà subito eleggere i presidenti di Camera e Senato, di commissioni e poi il Presidente della Repubblica.
E’ troppo chiedere di risparmiarci dai soliti noti, da gratificare per il passato di chiara fama che si auto attribuiscono? E’ utopico eleggere delle donne? Perché no, anche una come Presidente della Repubblica? Giuro che non penso, anche se la stimo, alla solita Emma Bonino.
E’ ora di allargare lo sguardo anche fuori dal Palazzo, perché solo così avremo l’imbarazzo della scelta. 

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