sabato 26 settembre 2015

Pestarsi con stile: violenza domestica con Alessi

Nààààà, mi dispiace Alessi. Pestarsi con humour, gridarsi cose orrende con leggerezza e ironia no, non esiste; tantomeno con stile. Rassegnatevi; pestare (anche se si fa allegramente nelle classi alte come nelle più popolari) è volgare. Darsi addosso a quel modo è irrimediabilmente cafone, sapevatelo.
I primi commenti al nuovo spot Alessi (espressamente per l tv!), peraltro, già vi avvertono:

Si legge male? ve li leggiamo noi: zunilda gonzalez 2 ore fa horrible, questa pubblicità, invece una pubblicità di Alessi sembra una scena di Violenza Domestica!!! veramente brutto da vedere! • Enrico Peritore 4 giorni fa assurdo, roba da matti che cosa si comunica? a lanciarsi gli oggetti in addosso? ma voi avete figli? ..che messaggio date? • Alessandro Giglio 1 settimana fa Sarò oldissimo io, ma che campagna di merda.  · 
E aggiungiamo: «Se non ce li avessi quei piatti (“Alessi”) e quegli utensili da cucina (“Alessi”), come potrei lanciarteli addosso? Come farei a litigare con te? (..) qualcuno lo fa. E senza elmetto sulla testa. Il campo di battaglia potrebbero essere (…) - per esempio, la cucina. A casa mia era proprio la cucina.
I piatti di guerra li ho visti sparare a distanza corta, quattro o cinque metri al massimo. Coltelli ad altezza d’uomo. (..) Ecco, ho visto piatti volare. A distanza corta e a velocità feroce. Certo, oggetti ordinari, acquistati alla bisogna, tutti spaiati. Di servizi completi — di piatti, posate — non ce n’erano dietro le mensole della credenza. Né ci ho visto mai caffettiere o portafrutta di design. Quelli stavano dentro la vecchia televisione in salotto: oggetti animati di design dentro una scatola parlante, i piatti, le caffettiere, gli apribottiglia della pubblicità. E lo sono ancora oggi, “quelli della pubblicità”.
Oggi che sono passati almeno 20 anni dalle ultime guerre casalinghe tra i miei genitori. Nondimeno, per combattere in cucina, stoviglie spaiate e lame arrotondate andavano benissimo. Forse gli arnesi di design volteggiano più leggiadri ed eterei. Forse sono più aerodinamici. 




Forse all’epoca, quando in cucina sfrecciavano piatti e coltelli, c’era ben poco da (sor)ridere.
Solo il mio rannicchiarmi sulla sedia, a tavola, mentre la fondina di spaghetti al burro si raffreddava indifferente, e io mi coprivo gli occhi con le ginocchia. Avrei voluto sparire. Sospendere il senso dell’udito. Polverizzare quei dischi volanti di finta ceramica Limoge. Ricomporne le schegge affilate in un puzzle monocolore. Riavvolgere ogni fotogramma di quei ricordi neonati. Fermare la mano che estrae la prima pallottola dallo scolapiatti. Avrei voluto fermare la guerra. (…)
Sei tu che non capisci l’ironia di fondo, i giochi di parole, di coppia, di piatti, di pentole. Sei tu che non capisci o fai finta di non capire (cit.) i messaggi di Alessi. 
Sapete che vi dico? Cambio canale» (Claudia)
Citiamo lei (dal blog di una nota esperta di comunicazione e pubblicità) perché conclude il discorso meglio di noi.
E ci resta un dubbio. Chissà se il prestigioso Lorenzo Marini Group, che firma questa pubblicità per la tv, è abbastanza esperto da sapere che far "sorridere" su un fenomeno esecrabile lo sdogana (ancor più di quel che già è) e ancor più lo diffonde. Insieme al marchio, che dovrebbe ambire a ben altro.

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