E' passato un mese esatto dalla strage di Parigi: altro sangue scaturito da un odio orribile che devasta l'umanità, che non si può certo combattere esercitando altro odio. La Resistenza si, non si può evitare; ma la guerra è un'altra cosa. Abbiamo bisogno di guarigione: i sentimenti sono gli ormoni dell'umanità; e questa umanità gronda secrezioni di paura, odio e di follia. Qualcosa che deve essere riequilibrato con il suo esatto contrario.
Oggi, in più di cento città italiane, si svolgono incontri pubblici di riflessione; moltissimi nelle scuole, altri nelle piazze: fiaccolate e iniziative tese a rafforzare l’impegno per la pace contro la cultura dello scontro e dell’indifferenza.
Oggi, in più di cento città italiane, si svolgono incontri pubblici di riflessione; moltissimi nelle scuole, altri nelle piazze: fiaccolate e iniziative tese a rafforzare l’impegno per la pace contro la cultura dello scontro e dell’indifferenza.
L'iniziativa è promossa dalla Tavola della pace, come Giornata nazionale contro il terrorismo, la guerra e la violenza, con l'invito: Reinventiamo la libertà, l’uguaglianza, la fraternità! A questo LINK trovate l'elenco degli incontri inn molte città.
Una giornata di testimonianza, e di solidarietà e vicinanza a tutte le persone perseguitate dalle guerre, dalle dittature, dalla violenza e dalla miseria.
Come dice Flavio Lotti: per vincere questa sfida abbiamo bisogno di una moltitudine di persone consapevoli e responsabili. Il pericolo è grande e dobbiamo sentirci tutti impegnati a reagire con intelligenza e lungimiranza. Dobbiamo innanzitutto contrastare quelle idee pericolose che ci invitano alla “guerra santa contro l’Islam” o che inducono alla rassegnazione. Agli irresponsabili che soffiano sul fuoco delle nostre paure, a quelli che inneggiano alla legge del taglione e delle rappresaglie, dobbiamo contrapporre l’impegno deciso di chi sa che le guerre non risolvono i problemi, semmai li aggravano. E che a forza di rispondere “occhio per occhio” si diventa ciechi.
Come dice Flavio Lotti: per vincere questa sfida abbiamo bisogno di una moltitudine di persone consapevoli e responsabili. Il pericolo è grande e dobbiamo sentirci tutti impegnati a reagire con intelligenza e lungimiranza. Dobbiamo innanzitutto contrastare quelle idee pericolose che ci invitano alla “guerra santa contro l’Islam” o che inducono alla rassegnazione. Agli irresponsabili che soffiano sul fuoco delle nostre paure, a quelli che inneggiano alla legge del taglione e delle rappresaglie, dobbiamo contrapporre l’impegno deciso di chi sa che le guerre non risolvono i problemi, semmai li aggravano. E che a forza di rispondere “occhio per occhio” si diventa ciechi.
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