Legge elettorale: Senatrici, Testo Italicum non garantisce rappresentanza di genere
Rilancio ancora sul cambiamento della bozza dell’Italicum, di cui parlo anche su Donneuropa.
E di seguito vi riporto tutte le dichiarazioni di ieri, a partire da quella che ha aperto il dibattito firmata insieme alle colleghe Mussolini e Bianconi.
Legge elettorale: Senatrici, “Testo Italicum non garantisce rappresentanza di genere”
“Il testo base di legge elettorale presentato nella serata di ieri, è del tutto deludente per quel che riguarda la rappresentanza di genere. Non viene, infatti, salvaguardato il principio antidiscriminatorio previsto dagli art.3 e 51 della Costituzione, articoli che sanciscono la pari dignità sociale dei cittadini e condizioni di eguaglianza nell’accesso agli uffici pubblici e alle cariche elettive. Niente di tutto questo lo ritroviamo nel testo base del cosiddetto “Italicum”. Nonostante l’elemento positivo introdotto all’art.1, comma 9, ovvero l’inammissibilità delle liste che violano il principio di pari opportunità, la stravagante alternanza dei generi due a due maschera in realtà un ritorno al passato cancellando di fatto l’ unico elemento capace, come è noto, di garantire una reale rappresentanza.”
“Stando così le cose, per rendere realmente efficace il principio di pari opportunità nella rappresentanza politica è necessario introdurre un vincolo all’alternanza di genere uno a uno nelle liste e la medesima alternanza nei capilista. Immaginiamo, infatti, che andando a votare con questa legge risulteranno eletti soltanto i primi due nomi in lista, se non addirittura solo il primo. Insomma, quella presentata ieri è una formula del tutto inadatta con la quale rischiamo di perdere l’occasione di un cambiamento profondo: una democrazia realmente paritaria attraverso una legge elettorale che garantisca l’equità di genere”.
Sen. Valeria Fedeli (Pd)
Sen. Alessandra Mussolini (Fi)
Sen. Laura Bianconi (Ncd)
Legge elettorale: Fedeli (Pd), “Rappresentanza di genere, gli uomini sono pronti alla sfida?”
“Il testo base dell’Italicum non rispetta affatto la rappresentanza di genere come invece si è voluto far intendere. In esso infatti è sì prevista la parità tra donne e uomini nelle liste, ma non c’è nessun avanzamento rispetto alle garanzie di una parità sostanziale tra numero di elette ed eletti, nei fatti prefigurando ancora lo scenario di un Parlamento con forti discriminazione di genere.”
Lo dichiara la Vice presidente del Senato Valeria Fedeli: “In queste ore la voce delle donne di diversi schieramenti, appartenenti al mondo della politica, dei sindacati, delle associazioni e della società civile, si sta levando alta per chiedere una riforma che garantisca una democrazia paritaria. Una democrazia che conti sul paritario contributo di donne e uomini. Proprio per questo quella per un’equa rappresentanza non è una battaglia di genere ma una battaglia di uguaglianza e civiltà che uomini e donne devono affrontare insieme”. Prosegue Fedeli: “Mi piacerebbe che deputati e senatori condividessero questa priorità facendo sentire anche la loro voce e le loro proposte per modificare il testo e garantire una legge elettorale che sia realmente paritaria. Siamo all’avvio di una riforma che, se davvero paritaria, può essere storica: sono pronti alla sfida i leader, i parlamentari e gli uomini del nostro paese?”
Lo dichiara la Vice presidente del Senato Valeria Fedeli: “In queste ore la voce delle donne di diversi schieramenti, appartenenti al mondo della politica, dei sindacati, delle associazioni e della società civile, si sta levando alta per chiedere una riforma che garantisca una democrazia paritaria. Una democrazia che conti sul paritario contributo di donne e uomini. Proprio per questo quella per un’equa rappresentanza non è una battaglia di genere ma una battaglia di uguaglianza e civiltà che uomini e donne devono affrontare insieme”. Prosegue Fedeli: “Mi piacerebbe che deputati e senatori condividessero questa priorità facendo sentire anche la loro voce e le loro proposte per modificare il testo e garantire una legge elettorale che sia realmente paritaria. Siamo all’avvio di una riforma che, se davvero paritaria, può essere storica: sono pronti alla sfida i leader, i parlamentari e gli uomini del nostro paese?”
Deputate: 50% siano capilista
(ASCA) – Roma, 23 gen – Capilista al 50% donne. Lo chiedono in una nota congiunta sollecitando una modifca della bozza di legge elettorale arrivata ieri in commissione Affari costituzionali alla Camera, le deputate Roberta Agostini (Pd), Dorina Bianchi (Ncd), Elena Centemero (Fi), Titti Di Salvo (Sel), Pia Locateli (Psi), Gea Schiro’ (Pi), Irene Tinagli (Sc). ”Le norme contenute nel testo di proposta di riforma della legge elettorale che riguardano la parita’ di genere vanno cambiate – si legge nella nota – l’affermazione del principio della parita’ tra uomini e donne nelle candidature e’ sicuramente un fatto nuovo e importante, anche perché e’ prevista l’inammissibilità’ della lista in caso di violazione della norma. Ma enunciare il principio e’ condizione necessaria ma non sufficiente se vogliamo compiere un salto di qualità nelle regole per applicare davvero l’articolo 51 della nostra Costituzione. Bisogna quindi affrontare senza riserve il tema dell’alternanza di genere tra singole candidature – dicono le deputate – e prevedere che i capilista siano al 50 per cento donne. Lavoreremo nel corso del dibattito parlamentare x modificare il testo attraverso la presentazione di emendamenti. Non si tratta di una questione di quote ma di un salto di qualità, di un avanzamento della nostra democrazia”.
L. elettorale: Se non ora quando, Italicum non va bene
(ANSA) – ROMA, 23 GEN – La proposta di legge elettorale appena depositata, il cosiddetto Italicum, “viene meno all’impegno che gran parte dei partiti avevano assunto di dare maggiore rappresentatività al Parlamento e quindi di assicurare una presenza paritaria di uomini e donne”: e’ il commento di “Se non ora quando” alle novità in materia di legge elettorale. Secondo le donne del comitato che nel febbraio 2011 portò in piazza un milione di persone in nome della dignità femminile,
“si e’ lasciato intendere all’opinione pubblica che veniva rispettato il principio della parità, ma in realtà non e’ così: c’e’ un trucco”. “Poiché non è prevista l’alternanza dei due generi ma solo il limite di due candidati dello stesso genere consecutivi nei collegi, il 50 e 50 a livello circoscrizionale risulta puramente formale e le donne elette saranno ben poche. Chiediamo a tutte le forze presenti in Parlamento, alle parlamentari di tutti gli schieramenti di tenere fede agli impegni assunti, assicurando nella legge che sarà approvata l’effettiva alternanza di genere nelle liste ed anche per i capilista” concludono. (ANSA).
Lella Golfo: 50% donne in liste elettorali criterio di civiltà
Ora introdurre alternanza, pronte a presentare profili eccellenti Roma, 23 gen. (TMNews) – “Il riequilibrio tra i generi è il vero articolo rivoluzionario della proposta di riforma della legge elettorale. Finalmente si smette di lasciare la presenza di donne alla magnanimità dei segretari di partito e s`introduce un meccanismo che garantisce una congrua presenza femminile in Parlamento, come noi proponiamo da oltre 25 anni. È un segnale preciso di cambiamento e di svolta”. Lo dice Lella Golfo, Presidente della Fondazione Marisa Bellisario. “Ora aspettiamo di leggere in testo che uscirà dalla Commissione Affari costituzionali – continua Golfo – e mi auguro che in caso di liste bloccate e mancanza di preferenze sia prevista un`alternanza di uno a uno tra uomini e donne in lista. E poi se il 50% è un criterio di civiltà, la stessa ragionevolezza la chiediamo nei criteri di scelta e selezione delle candidate. Siamo pronte a mettere a disposizione dei partiti il nostro ‘serbatoio’ di profili eccellenti perché le prossime donne che entreranno in Parlamento devono essere espressione della migliore società italiana. Come già sta avvenendo, grazie alla mia legge sulle quote di genere nei CdA delle società quotate e controllate”.
L. elettorale: sindacati, bene parità genere in liste, ma serve di più
CGIL, CISL E UIL, servono fatti, rafforzare norma
Roma, 23 gen. (Adnkronos/Labitalia) – Bene l’attenzione alla parità di genere nelle liste, ma si puo’ fare di piu’. E’ questa la posizione di Cgil, Cisl e Uil su quanto previsto dall’Italicum, il nuovo modello elettorale proposto dal segretario del Pd, Matteo Renzi, e che andrà all’esame del Parlamento. In particolare, la proposta di legge prevede che “a pena di inammissibilità, nel complesso delle candidature circoscrizionali di ciascuna lista nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura superiore al cinquanta per cento, con arrotondamento all’unita’ superiore, nella successione interna delle liste nei collegi plurinominali non possono esservi più di due candidati consecutivi del medesimo genere”. Per Loredana Taddei, responsabile area politiche di genere della Cgil, “la parità di genere deve essere rispettata nella sostanza”. “Il metro di misura -spiega a Labitalia- e’ la Costituzione. Rispetto alla democrazia paritaria la differenza la fanno le donne che entrano in Parlamento. Fatti -conclude- non parole”. E per Liliana Ocmin, segretario confederale della Cisl con competenza sulle donne, “l’importanza di credere nel riequilibrio democratico fa ben sperare”. “Ci sono le intenzioni positive -spiega a Labitalia- ma si poteva azzardare di più con la doppia preferenza uomo-donna. Noi infatti viviamo in un momento di alto ‘spread’ etico e morale -sottolinea- in cui la donna viene rappresentata come soggetta a mercificazione e non per le sue potenzialità”. Per Ocmin, quindi, “serviva la doppia preferenza”. “Speriamo che nel dibattito parlamentare sia raccolta questa proposta -conclude- come sindacato speriamo che questo avvenga”. Soddisfatta anche Maria Pia Mannino, responsabile politiche di genere della Uil. “Finalmente la trovo -spiega a Labitalia- una norma intelligente. La politica finalmente si e’ accorta che il 50% e oltre del Paese e’ donna. Questo e’ un momento molto importante. Anche la Tunisia ha fatto delle grandi aperture sulle donne -aggiunge- e l’Italia non puo’ certo restare indietro. Mi auguro -conclude Mannino- che quindi la norma non venga eliminata e che anzi sia rafforzata”.
L. elettorale, Servidori: Assicurare pari opportunità
Si sta discutendo della legge elettorale e le donne dei vari schieramenti politici o comunque impegnate nelle istituzioni e nella partecipazione attiva, devono impegnarsi sulle proposte in campo assumendosi la responsabilità di entrare nel merito: un accordo sulla nuova legge elettorale deve avere una presenza paritaria, ogni forza politica deve coerentemente misurarsi con il coraggio di restituire potere di scelta dei e delle candidate alla cittadinanza agendo dunque anche in una ottica di democrazia paritaria effettiva.Condividendo l’Accordo comune per la democrazia paritaria sottoscritto tra molte associazioni, è lecito e fondamentale esprimere con forza il rispetto e il rigore delle pari opportunità nel sistema elettorale che si sta definendo poiché più elette in Parlamento e nelle istituzioni è sicuramente garanzia di attenzione, promozione realizzazione di riforme dalla parte delle donne, del lavoro, della sicurezza e del nostro Paese. In sostanza la mia proposta:
• elevare la soglia dell’accesso al premio dal 35% al 40%
• preferenze su liste in cui siano alternati candidati uomini e donne
• rivedere al ribasso le soglie di accesso per i partiti minori in coalizione, tenendo conto dei livelli attuali.
L. elettorale. Binetti: sia opportunità per presenza femminile
(DIRE) Roma, 23 gen. – “Mentre il dibattito parlamentare si concentra sulle soglie di sbarramento e sul premio di maggioranza, non possiamo dimenticare quanto si sia discusso precedentemente sulla valorizzazione della donna e sulla lotta a tutte le possibili discriminazioni. Dal Trattato di Istanbul alla mozione sul femminicidio prima e alla legge poi, l’intero parlamento ha votato a maggioranza pressoché assoluta, il necessario e dovuto riconoscimento al ruolo delle donne in casa, nel mondo professionale e in tutte le Istituzioni”. Lo afferma Paola Binetti deputata Udc-Per L’Italia. Continua l’esponente centrista: “L’attuale proposta di legge, ribattezzata Italicum, presenta luci ed ombre. Nonostante l’elemento positivo introdotto all’art.1, comma 9, ovvero l’inammissibilità delle liste che violano il principio di pari opportunità, l’alternanza dei generi due a due porta a un ritorno al passato che cancella di fatto l’ unico elemento capace di garantire una reale rappresentanza. Nei ‘piccoli partiti’, quelli che questa legge penalizza in vista di un rafforzamento del sistema bipolare, le donne potrebbero non essere mai elette, perché c’e’ il rischio fondato che nella migliore delle ipotesi si eleggano due candidati e questi siano solo ed esclusivamente maschi, come e’ nella migliore tradizione politica italiana”. Conclude il deputato Per L’Italia: “Forse l’alternanza uno ad una o una ad uno, potrebbe garantire maggiori e migliori condizioni di equità”.
L. elettorale: Cantini-Di Giorgi, ok alternanza di genere
(ANSA) – ROMA, 23 GEN – “Pd, Forza Italia e Ncd lavoreranno per reintrodurre nell’iter parlamentare della legge elettorale il vincolo dell’alternanza di genere uno ad uno”. Lo affermano le senatrici Laura Cantini e Rosa Maria Di Giorgi, componenti della Direzione Pd. “Il Pd ha sempre grande attenzione alla rappresentanza di genere – sottolineano le parlamentari – il segretario Renzi come sindaco di Firenze ha una giunta composta da 5 donne e tre uomini. La modifica al testo sarà esaminata nel corso del dibattito in aula”, concludono. (ANSA).
L. elettorale. Carfagna: alternanza uomo-donna anche per capilista
(DIRE) Roma, 23 gen. – “Tra le numerose proposte di modifica della legge elettorale, la piu’ opportuna e dovuta riguarda il riequilibrio tra i generi. Nello specifico l’alternanza tra i capilista. Che le liste elettorali siano composte da un numero uguale di donne e uomini e’ un caposaldo inemendabile che rappresenta, di per sé, una grande conquista democratica. Ma con questa legge elettorale non basta”. Così, la portavoce del gruppo Forza Italia alla Camera dei deputati Mara Carfagna, nell’ultimo editoriale di ‘ThinkNews’, il quotidiano online che dirige. “La vera battaglia – aggiunge- riguarda la rotazione al vertice delle liste tra candidati di sesso maschile e femminile. La nuova legge elettorale deve prevedere eguale composizione numerica di genere e medesima alternanza al primo posto nelle liste. Sarebbe una norma di buon senso, di civiltà. L’affermazione di un’oggettiva uguaglianza delle opportunità che consentirebbe al nostro Paese di essere considerato un esempio virtuoso tra le democrazie occidentali”.
Cirinnà (Pd): correggere l. elettorale su rappresentanza genere. Donne non chiedono privilegi ma parità che non le escluda.
Roma, 23 gen. (TMNews) – “Il testo della legge elettorale depositato alla Camera presenta un’evidente svista che dovrà essere corretta. Non è infatti pensabile fare dei passi indietro
rispetto alla rappresentanza di genere”. Lo afferma la senatrice del Pd Monica Cirinnà. “In particolare – aggiunge la senatrice – è necessario reintrodurre il vincolo dell’alternanza di genere uno a uno (e non due a due come è previsto dal testo), sia nelle liste che nei capilista. E’ facile capire le profonde ragioni che risiedono in tale modifica: non solo per rispondere astrattamente a un principio costituzionale, ma perché, in presenza di liste bloccate corte e dell’elezione soltanto dei primi della lista, nella pratica si giungerebbe ad un forte squilibrio nella rappresentanza di genere”. “Tra le tante interlocuzioni in tema di legge elettorale e rappresentanza di genere ho sentito una voce autorevole sostenere che ‘si deve trovare il modo per rispettare la costituzione stando attenti al confine tra dovuta non discriminazione e non consentito privilegio’. La realtà è che le donne italiane non chiedono privilegi, ma una democratica rappresentanza paritaria che non le escluda, a maggior ragione ora che sarà diminuito il numero dei parlamentari con ‘abolizione del Senato, dal prossimo Parlamento che dovrà affrontare tutte le grandi riforme che incideranno in modo decisivo sulla vita delle donne italiane e delle loro famiglie”.
L. Elettorale: Moretti (Pd), correzioni su rappresentanza genere
(AGI) – Roma, 23 gen. – Modificare la proposta di revisione della legge elettorale per garantire “un’alternanza di genere uno a uno”. E’ quanto propone la deputata del Pd Alessandra Moretti che giudica positivo l’impianto dell’Italicum. “Occorre attivarsi – afferma – per correggere la legge nella direzione di un’alternanza di genere uno a uno: dire che il 50% dei candidati sono donne ma prevedere poi un’alternanza nel rapporto del tutto iniquo di due uomini per ogni donna penalizza severamente la rappresentanza di genere ed e’ un tentativo di nascondere la vera questione: si possono candidare migliaia di donne ma l’Italicum prevede liste corte e con questo sistema non si garantisce che tra i primi nomi, e dunque tra gli eletti, ci sia un numero equo di donne”. Il Pd, sottolinea Moretti, “si salva con le primarie, ma credo che il punto sia quello di consentire a tutte le donne che fanno politica, a prescindere al colore, di potersi esprimere nelle sedi opportune, come ci ricorda la carta costituzionale. Su questo punto – conclude – auspico che il dibattito parlamentare giunga a un accordo in grado di riconsegnarci un parlamento dove, al pari di quello attuale, la parità di genere resti garantita”.
L. elettorale: Bergamini, Ok Carfagna, parità sia concreta
(ANSA) – ROMA, 23 GEN – “Rispetto alla rappresentanza di genere, si puo’ e si deve fare qualcosa in più di quanto attualmente previsto nella nuova legge elettorale. Come giustamente osservato da Mara Carfagna, l’alternanza tra i candidati e’ una conquista democratica che va consolidata, adeguandola ai meccanismi previsti dall’Italicum. In tal senso, aderisco con convinzione all’iniziativa di un emendamento volto ad assicurare una reale parità di genere tra i capilista, per far sì che la sempre maggiore partecipazione politica delle donne italiane sia una prospettiva concreta e non una buona intenzione”. Lo dichiara in una nota la responsabile comunicazione di Forza Italia Deborah Bergamini.
L. elettorale: Agostini(Pd), testo non assicura rispetto art.51
(ANSA) – ROMA, 23 GEN – “Le norme del testo di riforma elettorale che riguardano la parita’ di genere devono essere corrette. La previsione di un equilibrio tra i generi la cui violazione comporta l’inammissibilità’ della lista, pur positiva, non e sufficiente ad assicurare il rispetto sostanziale
dell’articoli 51 della Costituzione. Dovremo lavorare per cambiare il testo e garantire un’ alternanza tra uomini e donne nelle liste e soprattutto nella selezione dei ruoli di capolista. E’ una questione che riguarda la qualità e l’efficienza della nostra democrazia”. Lo dichiara la deputata democratica Roberta Agostini.(ANSA).
L. elettorale: Maturani (Pd), garantire rappresentanza genere
(ANSA) – ROMA, 23 GEN – “Un atto di coerenza con il dettato costituzionale e di aderenza al ruolo effettivamente svolto dalle donne nella società e nelle istituzioni”. Lo chiede in una
nota Pina Maturani, vicepresidente Pd di Palazzo Madama intervenendo in merito alle misure sulla rappresentanza di genere contenute nel testo base sulla riforma elettorale. “Non si può – prosegue nella nota la senatrice – stabilire che nessun sesso può essere rappresentato nella misura superiore al 50% pena l’inammissibilità della lista stessa, per poi aggiungere che nelle liste vi e’ una presenza consecutiva di due a due. Oltre ad essere incoerente con quanto affermato prima, questa disposizione ha il sapore amaro di una beffa. L’unico strumento valido e consolidato per garantire la presenza paritaria nelle liste bloccate e’ il vincolo di alternanza di genere anche per i capolista. Ogni altra diversa misura non garantirebbe una piena agibilità politica delle donne nelle istituzioni e sarebbe in aperta violazione del principio antidiscriminatorio così come scolpito dal dettato costituzionale”. “Auspico vivamente – aggiunge Maturani – che nel corso dell’iter parlamentare queste disposizioni vengano corrette con l’impegno trasversale di tutte le forze politiche. Non si recupera autorevolezza alla politica senza atti di coerenza e trasparenza verso il corpo elettorale di questo Paese, compostotanto per esser chiari, di donne e di uomini in egual misura”. (ANSA).
Pia Locatelli – Psi Per democrazia paritaria necessario introdurre obbligo di alternanza di genere tra singole candidature
“Un conto e’ dichiarare che la nuova legge elettorale va verso la democrazia paritaria, che significa il 50% di donne elette, e un conto e’ assumere iniziative coerenti perché questo accada. Il testo proposto dal relatore alla Camera, prevedendo nelle liste bloccate un’alternanza di non più di due nominativi dello stesso genere, rischia di portare nel nuovo parlamento meno donne di quelle che ci sono attualmente”. Lo afferma Pia Locatelli, presidente onoraria dell’Internazionale socialista donne, e deputata del Psi. “Con la nuova legge, infatti, si potrebbero avere liste con due nominativi maschili e uno femminile in alternanza, con il risultato che, nella migliore delle ipotesi, si eleggerebbe il 30% di donne, nella peggiore nessuna. Se si vuole veramente una democrazia paritaria e’ necessario introdurre l’obbligo di alternanza di genere tra singole candidature e prevedere che i capilista siano al 50% donne”. (AGI)
Elena Centemero (ASCA)
”Bene ha fatto la collega Mara Carfagna a sollecitare l’impegno affinché il giusto principio di rappresentanza di genere previsto nel cosiddetto Italicum possa trovare un’effettiva e piena applicazione nella realtà”. Lo afferma in una nota la deputata di Forza Italia, Elena Centemero. ”A tal fine – aggiunge – presenteremo, io insieme a tutte le deputate di Forza Italia, un emendamento alla legge elettorale che inserisca l’effettiva alternanza di genere a livello di capilista, nella speranza che venga condiviso da tutte le altre forze politiche”.
Francesca Beneduce Presidente Comm. regionale pari opportunità della Campania (ANSA)
”Nell’attuale discussione sulla nuova legge elettorale, tornata opportunamente alla ribalta politica e mediatica, è del tutto assente il tema del riequilibrio di genere della rappresentanza”. E’ quanto affermano le rappresentanti della Conferenza nazionale delle Presidenti degli organismi di pari opportunità regionali che sollecitano ”un immediato impegno delle forze politiche e istituzionali a inserire nelle varie proposte di normativa una forma di incentivo all’accesso del genere sottorappresentato, in piena coerenza con il dettato costituzionale”. ”Il principio paritario uomo-donna nella rappresentanza elettiva è ben presente nel nostro ordinamento ed anche a livello comunale, dove è stato applicato, ha già dato buoni frutti”, sottolinea la Presidente della Commissione regionale pari opportunità della Campania Francesca Beneduce per la quale ”sarebbe davvero grave se la riforma elettorale per il Parlamento, di cui tanto si discute per rispondere finalmente alle esigenze di cambiamento, non tenesse conto di questa innovazione necessaria alla qualità della nostra democrazia, se si parla di cambiamento è necessario partire da qui, per questo abbiamo già inoltrato formale richiesta di audizione sul punto, alla Commissione Affari costituzionali della Camera, dov’è incardinato l’inizio dell’esame della riforma il 27 gennaio prossimo”. Sul tema anche Fiorella Girace, già presidente dell’organismo, che sottolinea: ”Proprio dalla nostra Regione, unica in Italia ad avere una legge elettorale con la doppia preferenza di genere, parte questa nuova battaglia. Abbiamo noi stimolato il dibattito all’interno della Conferenza nazionale delle Presidenti degli organismi di pari opportunità; per ottenere questo risultato è opportuno rivolgersi a tutte le forze politiche attualmente impegnate a trovare un accordo in modo trasversale”.
Rosanna Filippin Segretario del Pd Veneto, ‘assieme alla riduzione dei costi della politica come indicato da Renzi’ Padova, 23 gen. (Adnkronos)
”La nuova legge elettorale e una riduzione dei costi della politica così come indicato dal segretario del Pd Matteo Renzi deve essere condivisa e sostenuta. Si tratta di una proposta di legge mediata, innovativa da un lato con l’introduzione del doppio turno su collegi plurinominali a liste bloccate”. Lo sottolinea il segretario del Pd Veneto, Rosanna Filippin ”Le primarie per la scelta dei candidati in lista – che il Pd farà sempre come ribadito dal segretario – va parzialmente a correggere la mancanza della preferenza – spiega Filippin – Mi auguro sia possibile ragionare ancora sull’introduzione delle preferenze viste le limitate dimensioni delle circoscrizioni, ma l’obiettivo e’ quello di arrivare ad una nuova legge elettorale in tempi brevissimi. Nella proposta presentata vedo il lato positivo dell’impossibilita’ di candidature multiple e della parità di genere, che potrà essere migliorata nel testo definitivo”.
Gea Schirò – Per l’Italia. (Italpress)
“Non è vero che la proposta rispetta la parità di genere. La parità, infatti, riguarderebbe le candidature nell’intera circoscrizione e non collegio per collegio. E quindi le donne possono essere messe in maggioranza nei collegi perdenti e in minoranza in quelli vincenti. La parità dev’essere rispettata collegio per collegio”. Lo afferma in una nota la deputata dei popolari Per l’Italia Gea Schirò.
Titti Di Salvo Sel Roma, 23 gen. (Adnkronos)
”Quando si parla dell’art. 51 della Costituzione sulle pari opportunità per donne e uomini nelle assemblee elettive si parla di eletti e non di candidati”. Lo afferma la vicepresidente dei deputati di Sel Titti Di Salvo commentando la proposta di legge di modifica della legge elettorale presentata dal Pd, Fi e Ncd. ”Il 50 per cento di donne previsto nella proposta di riforma della legge elettorale denominata Italicum, amplificato dai giornali come innovazione, così com’e’ potrebbe addirittura produrre una riduzione del numero delle donne presenti in Parlamento rispetto a quello attuale”, sottolinea. ”Per ottenere veramente la parita’ e’ necessaria l’alternanza di donne e uomini nelle liste e il 50 per cento di capilista donne per rispettare il principio costituzionale. Questo e’ l’unico modo per garantire realmente la rappresentanza di genere. Più donne in Parlamento più qualità della democrazia”, conclude Di Salvo.
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