La politica italiana sta dando uno spettacolo di sè sempre più farsesco e sconcertante. Un ex-presidente del Consiglio che, dopo una condanna definitiva, insulta ed esautora per 10 minuti filati, da tutte le tv, la Corte Suprema di Cassazione, chiedendo indignato ai cittadini se è così che si ripagano le forze migliori del paese (lui); i suoi luogotenenti che in spregio di qualunque regola democratica - e di ogni senso del ridicolo - esigono la "grazia" dal Presidente, e ricattano l'intero Parlamento. Le forze politiche che, invece di alzare la voce, compatte e indignate, contro una simile grottesca, e violenta, aggressione alle istituzioni, proclamano "e ora la riforma della giustizia" - strumentalizzando esigenze per certi aspetti reali, ma come se davvero questa condanna derivasse da qualche anomalia che ha consentito una "persecuzione giudiziaria". La totale assenza di dignità e del più basilare senso della vergogna; e la memoria corta, sempre troppo, troppo corta.
E tutto questo avviene oggi, 2 agosto: nell'anniversario di una orrenda strage da cui ancora non si riesce a prendere monito.
Questo orologio segna le 10,25 del 2 agosto 1980. Per non dimenticare.
• Per non dimenticare che prima di Andreotti c'era Mussolini.
• Mussolini ci ha lasciato Gelli: "Benito Mussolini mi mandò alle Bocche di Cattaro per organizzare un centro di spionaggio. Con lui ebbi un colloquio, nel salone dei mappamondi di Palazzo Venezia, terminato con un abbraccio e la promessa di servire il partito. Oggi io sono l'ultimo gerarca fascista in servizio permanente effettivo ancora vivente" (Licio Gelli, l'ultima intervista a Raffaella Fanelli).
• Dopo Mussolini c'è stato Andreotti.
Ieri sera (1 agosto, data della sentenza di Cassazione che ha confermato la condanna di Berlusconi), La7 ha trasmesso "Il Divo".
Una storia fedele, piena di fedeli citazioni; guardandola stupisce vedere come la sola differenza fra Andreotti e Berlusconi è che il primo è infinitamente più discreto, colto, elegante, raffinato del secondo: ma gli argomenti sono esattamente gli stessi, gli obiettivi anche.
• Con Andreotti e Gelli c'era Cossiga: avevamo la P2, l'Anello e Gladio - e in qualche cassetto li abbiamo ancora.
• Dopo Andreotti abbiamo avuto Berlusconi; e ancora Gelli.
• Il dopo-Mussolini è un eterno presente, flussi e riflussi che, alternando bombe e "pacificazioni", tiene in scacco un paese pervaso di mostruose reti di ricatti e di potere. Oggi entriamo in un illusorio dopo-Berlusconi, in continuità con tutto quello che c'è stato prima, e il cambiamento deve venire da altre fonti: non dai rubinetti in mano a quelli che lo promettono da sempre.
2 agosto 2013 • Ricordando tutte le vittime delle connivenze di Stato, tutti coloro che rischiano nel combatterle - e fra questi la coraggiosa Tina Anselmi.
Nel frattempo l'Associazione nazionale magistrati ha diffuso una nota: "a fronte delle dichiarazioni diffuse ieri dopo la pronuncia della sentenza di condanna per la 'vicenda Mediaset', l'Associazione nazionale magistrati ricorda che, se è lecita la critica nei confronti dei provvedimenti giudiziari, specialmente quando questa provenga da quanti sono direttamente destinatari della condanna, tuttavia sono inaccettabili e vanno respinti con fermezza gli insulti e gli attacchi verbali rivolti ai magistrati, fino alla Corte di Cassazione, insulti e attacchi che si risolvono in un'aggressione nei riguardi dell'intera magistratura".
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