In risposta ai tanti fake, ai giornalisti, politici e agli haters che gridano addirittura al complotto, o alla presunta "mancanza di basi scientifiche" delle proteste per il clima #fridaysforfuture, e addirittura invitano saccentemente i ragazzi a tornare a scuola, rimandiamo alla lettera aperta del marzo scorso, rivolta agli studenti dagli scienziati del CNR e dell'Istituto di ricerca per la Protezione Idrogeologica. Di seguito il testo completo:
Cari studenti che state scioperando per il clima,
noi scienziati e studiosi dei cambiamenti climatici e dell’ambiente vi offriamo tutto il nostro sostegno.
Ci unisce il desiderio di studiare la realtà, e una delle realtà che oggi purtroppo emerge è la difficoltà per gli esseri umani a rimettersi in discussione: così si spiegano gli attacchi contro di voi e le accuse ingiuste, come quella di avere sporcato una piazza che avete lasciato pulitissima o di essere pupazzi nelle mani di adulti che vi userebbero - sono accuse che servono, a chi le inventa, ad evitare di prendere coscienza della crisi climatica in cui ci troviamo.
E' un riflesso fin troppo umano; a nessuno fa piacere sapere che il nostro pianeta rischia di diventare inospitale, con un drammatico calo delle risorse a nostra disposizione.
Ma non è moralmente accettabile che si neghi pubblicamente il dato scientifico, come ci è capitato di leggere in questi giorni. Possiamo affermare con certezza che se leggete di qualcuno che nega che i cambiamenti climatici dipendano dall’uomo, oppure che nega siano un grave pericolo, non sta parlando della realtà, ma della difficoltà ad accettarla.
E il vostro, il nostro compito è di aiutare a diffondere questa importante consapevolezza. Perché sul clima non esistono nemici, solo interlocutori da persuadere alla realtà.
Vi chiediamo allora di tentare assieme di persuadere la classe politica, di andare insieme ad incontrarla.
Prima delle elezioni del 2018 ci siamo uniti in un comitato, “La Scienza al Voto”, per convincere tutte le forze politiche a fare del contesto ambientale in pericolo il centro di ogni altra politica – e abbiamo proposto un accordo di legislatura trasversale, ritenendo che molte azioni siano importanti ed urgenti qualunque sia l’appartenenza a partiti o movimenti: abbiamo in effetti incontrato alcune disponibilità, ma manca ancora una consapevolezza diffusa e di conseguenza un’azione adeguata.
I politici non ci devono temere: la politica è l'arte di organizzare la vita sociale, e ai politici spetta il grandioso, storico compito di organizzare la transizione ecologica.
A noi spetta di ricordare loro che ci sono però due elementi basilari da rispettare, cui peraltro l'Italia si è già obbligata aderendo all'Accordo di Parigi:
- una riduzione delle nostre emissioni molto maggiore di quella ad oggi prevista, indispensabile per limitare l'aumento della temperatura a 1,5°C rispetto all'era preindustriale, e dunque le catastrofi più gravi (e naturalmente un efficace adattamento ai cambiamenti non più evitabili);
- un impegno sostanziale verso i paesi più poveri, secondo il principio della giustizia climatica, poiché essi sono i meno responsabili e i più colpiti dalla manomissione del clima, e devono essere aiutati a svilupparsi rinunciando all'uso dei combustibili fossili - che a noi occidentali è invece stato permesso – come pure ad adattarsi agli impatti dei cambiamenti climatici, potenzialmente in grado di suscitare migrazioni epocali.
I politici potranno naturalmente essere stimolati da un'opinione pubblica consapevole della crisi climatica e delle sue soluzioni, e potranno a loro volta stimolare i cittadini a raggiungere questa consapevolezza – sostenuti da coloro che formano le coscienze e il pensiero collettivo, gli insegnanti e i giornalisti, cui spetta uno speciale dovere di raggiungere una consapevolezza in materia di manomissione del clima e di possibili soluzioni alla crisi.
Cari studenti, la strada di fronte a noi è difficile, ma chiara. Vogliamo, se lo ritenete opportuno, percorrerla insieme?
Antonello Pasini, fisico e climatologo, CNR (Coordinatore)
Carlo Barbante, chimico e climatologo, CNR e Universita Ca’ Foscari, Venezia
Leonardo Becchetti, economista, Universita di Tor Vergata, Roma
Alessandra Bonoli, ingegnere della transizione, Universita di Bologna
Carlo Cacciamani, fisico e meteorologo, Protezione Civile
Stefano Caserini, ingegnere ambientale, Politecnico di Milano
Claudio Cassardo, meteorologo e climatologo, Universita di Torino
Sergio Castellari, fisico e meteorologo, INGV
Andrea Filpa, urbanista, Universita di Roma Tre
Francesco Forastiere, epidemiologo, CNR
Fausto Guzzetti, geologo, CNR
Vittorio Marletto, fisico e agrometeorologo, ARPAE Emilia-Romagna e AIAM
Cinzia Perrino, biologa ed esperta di qualita dell'aria, CNR
Nicola Pirrone, ingegnere ed esperto di cambiamenti globali e inquinamento atmosferico, CNR Mario Motta, ingegnere dell'energia, Politecnico di Milano
Gianluca Ruggieri, ingegnere ambientale, Universita dell’Insubria
Federico Spanna, agrometeorologo, Regione Piemonte e AIAM
Stefano Tibaldi, fisico e meteorologo, CMCC
Francesca Ventura, fisico e agrometeorologo, Universita di Bologna e AIAM
Carlo Barbante, chimico e climatologo, CNR e Universita Ca’ Foscari, Venezia
Leonardo Becchetti, economista, Universita di Tor Vergata, Roma
Alessandra Bonoli, ingegnere della transizione, Universita di Bologna
Carlo Cacciamani, fisico e meteorologo, Protezione Civile
Stefano Caserini, ingegnere ambientale, Politecnico di Milano
Claudio Cassardo, meteorologo e climatologo, Universita di Torino
Sergio Castellari, fisico e meteorologo, INGV
Andrea Filpa, urbanista, Universita di Roma Tre
Francesco Forastiere, epidemiologo, CNR
Fausto Guzzetti, geologo, CNR
Vittorio Marletto, fisico e agrometeorologo, ARPAE Emilia-Romagna e AIAM
Cinzia Perrino, biologa ed esperta di qualita dell'aria, CNR
Nicola Pirrone, ingegnere ed esperto di cambiamenti globali e inquinamento atmosferico, CNR Mario Motta, ingegnere dell'energia, Politecnico di Milano
Gianluca Ruggieri, ingegnere ambientale, Universita dell’Insubria
Federico Spanna, agrometeorologo, Regione Piemonte e AIAM
Stefano Tibaldi, fisico e meteorologo, CMCC
Francesca Ventura, fisico e agrometeorologo, Universita di Bologna e AIAM
Gli attacchi alle mobilitazioni per il clima continuano senza posa: dalle dietrologie farneticanti di giornalisti rissosi e sempre schierati con la politica della paura, però contro le persone, e di politici a loro affini; perfino da isolate voci di scienziati in ritardo sulla Storia: a cui certo non appartiene Carlo Rubbia.. ma i suddetti giornalisti riescono anche, giocando sui titoli, a fargli dire il contrario di quello che lui effettivamente dice... e le persone superficiali rilanciano, senza aver capito niente.
Preferiscono dar credito agli haters che diffondono tranquillamente foto false con cui si attribuiscono ai manifestanti comportamenti incivili.
Ma cosa vi aspettavate, che quelli che per decenni non hanno fatto niente, nascondendo sotto il tappeto la realtà e inventando falsi nemici con cui mettere tutti contro tutti, si svegliassero di colpo? che comprendessero finalmente che diluvi e incendi trascineranno via anche loro? e smettessero quindi di rissare e arraffare?
Macché; continueranno a remare dalla parte sbagliata, come pirati che si infilzano, con lo scrigno sotto al braccio, mentre il galeone affonda.
Da parte nostra cercheremo sempre di riparare la nave, salvando anche loro; ognuno faccia la sua parte; grazie Greta, grazie a tutti quelli che partecipano.
Nessuno è grato più di tutti noi, che gridiamo inascoltati da decenni [e qui ci sono solo alcuni fra gli esempi più recenti: Si deve dichiarare lo stato di emergenza nazionale (4 ottobre 2015) - il mondo brucia. Dichiarare l'emergenza ambientale globale (24 luglio 2018) - ma di quale crescita stiamo parlando? - (3 febbraio 2013) - Chiamata urgente delle donne per il clima (11 ottobre 2013) eccetera.. ]; no, nessuno è più grato a questa ragazza, che con la sua straordinaria tenacia è riuscita a farsi udire, a far udire anche la nostra voce.
PS.. e a proposito delle pseudo-notizie di certi giornali grondanti rabbia: secondo Libero "500 scienziati" avrebbero scritto all'Onu, smentendo Greta e i dati sul surriscaldamento globale. E chi sarebbero? nessun link, nessun approfondimento, perché è meglio non approfondire. Si scoprirebbe che i presunti "studiosi", che contrappongono le loro certezze a quelle degli scienziati (veri) più autorevoli al mondo, (oltre a non essere affatto "500" ma solo poco più di una decina) altro non sono che personaggi al servizio delle compagnie petrolifere, capitanati da Guus Berkhout: uomo della Shell fondatore, appunto, di una organizzazione negazionista olandese nata proprio con lo scopo di diffondere campagne contro la riduzione delle emissioni. Complimenti a tutti: negazionisti e stampa anti-scientifica che si appella alla "scienza".