Aggiornamento: qui > a questo post trovate tutte le informazioni; le date 2016: 8 ottobre assemblea nazionale [dalle 10,30 alle 17, all'Università La sapienza di Roma]; 25 Novembre manifestazione nazionale; 27 Novembre: nuova riunione organizzativa.
Donne: i diritti conquistati con lunghe e durissime lotte sono a repentaglio, tutti. Mentre la rappresentazione ufficiale magnifica una presunta raggiunto parità, nei fatti le contraddizioni restano irrisolte; noi donne rischiamo e perdiamo la vita con impressionante frequenza nelle relazioni con uomini violenti, dentro e fuori le nostre case; sperimentiamo la discriminazione nell’accesso e nella permanenza sul mercato del lavoro, l’inferiorità di salari e pensioni, lo scaricabarile sulle nostre spalle del lavoro di cura iniquamente distribuito, non visto, non valorizzato né riconosciuto.
Donne: i diritti conquistati con lunghe e durissime lotte sono a repentaglio, tutti. Mentre la rappresentazione ufficiale magnifica una presunta raggiunto parità, nei fatti le contraddizioni restano irrisolte; noi donne rischiamo e perdiamo la vita con impressionante frequenza nelle relazioni con uomini violenti, dentro e fuori le nostre case; sperimentiamo la discriminazione nell’accesso e nella permanenza sul mercato del lavoro, l’inferiorità di salari e pensioni, lo scaricabarile sulle nostre spalle del lavoro di cura iniquamente distribuito, non visto, non valorizzato né riconosciuto.
La legge 194 per la maternità consapevole, che garantisce l'autodeterminazione e dà accesso all’aborto libero, gratuito e sicuro, è disattesa, svuotata, trasgredita in quasi tutto il nostro paese. La legge che punisce la violenza sessuale come grave reato contro la persona è ancora troppe volte calpestata nei commissariati e nei tribunali mettendo sotto accusa le donne al posto di assassini e stupratori. Le nuove leggi - vedi il cosiddetto decreto "antifemminicidio" - strumentalizzano le donne e basta.
Nella consapevolezza generale ancora non emerge la coscienza che la violenza maschile - quella espressa dall’uomo qualunque che sfrutta, picchia, perseguita, stupra, uccide - sia un dato strutturale e pervasivo della società, dunque non il frutto "della follia" ma di un sistema.
La rappresentazione della violenza affidata agli esperti - criminologi, avvocati, psicoterapeuti - assicura una lettura opposta e neutra, che prescinde dall’analisi femminista, che sostiene il metodo dei Centri antiviolenza nati dall'esperienza e dal movimento delle donne.
Siamo davanti a un tentativo di svalutazione della storia, delle esperienze e delle pratiche del femminismo. Non per caso i Centri sono sempre più in difficoltà, e chiudono in molte città. L’intento, diventato palese con la pubblicazione del (cosiddetto) Piano Nazionale Antiviolenza, ora si concretizza con l’azzeramento delle condizioni di sostenibilità. Le misure di questo Governo, così come dei precedenti, contro la violenza - al di là della occasionale, temporanea, estemporanea indignazione per i femminicidi - sono frammentate, scarsamente finanziate e improntate a emergenza, sicurezza, ordine pubblico. In alternativa a questo si mira ad istituzionalizzare i Centri antiviolenza, svuotandoli di senso, azzerandone metodo specifico e dimensione politica.
La complessità, l’ampiezza e la gravità della violenza esercitata sulle donne sono tali da mettere in discussione e violare i fondamenti stessi della cittadinanza e dei diritti umani. Mentre lottiamo per noi stesse sappiamo bene che il fronte è grande quanto il mondo: e con immenso dolore e indignazione vediamo le nostre sorelle, donne come noi, con figli come i nostri, affogare nel Mediterraneo cercando scampo dalla violenza: guerre, dittature, fondamentalismi e terrorismo. Quelle che arrivano vive, sovente, sono già sopravvissute a prigione, torture, stupri, schiavitù sessuale, abusi di ogni genere. Nell’ipotesi migliore, invece di case tranquille e di cure, trovano centri di "accoglienza" e di transito; invece di incontrare l’azione sapiente e familiare di altre donne, che saprebbero come sostenerle, si scontrano con controlli e polizia.
Per questo, per tutto questo, è il momento per ascoltare le nostre diverse anime e riconoscerle come una ricchezza, con cui costruire un nuovo modo di stare al mondo creando e rafforzando alleanze, conquistando nuovi spazi pubblici e politici.
Per questo invitiamo tutte ad accogliere l'invito a un incontro nazionale a Roma in autunno: una assemblea di tutte le donne – di tutte quante vogliano cambiare per creare condizioni di vita diverse e approcci che rispettino il vivere insieme – nella quale darci nuove prospettive, intervenire sulla scena politica e culturale, nella consapevolezza che siamo noi donne il “soggetto imprevisto” della storia.
Ass.Articolo 51 Laboratorio di Democrazia Paritaria vorrebbe partecipare all'assemblea. Come aderire?
RispondiEliminascusa il ritardo!
Eliminabisogna mettersi in contato con D.I.R.e.:
Tel. +39 392 720 0580
oppure:
La Presidente
direcontrolaviolenza@women.it
Segreteria
direcontrolaviolenza@women.it
Stampa
press.direcontrolaviolenza@women.it
Ass.Articolo 51 Laboratorio di Democrazia Paritaria vorrebbe partecipare all'assemblea. Come aderire?
RispondiEliminaAssociazione Nadyr centro antiviolenza di Fondi LT vorremmo esserci
RispondiEliminaAttenzione: QUI: http://politicafemminile-italia.blogspot.it/2016/08/lautunno-caldo-delle-donne-tutte-roma.html
RispondiEliminal'AGGIORNAMENTO la pot. con tutte le date; per adesioni scrivere (anche) a nonunadimeno@gmail.com