Stanno arrivando a me, come a molte colleghe e colleghi parlamentari, centinaia di mail che chiedono di non votare il ddl Cirinnà, disciplina delle coppie di fatto e delle unioni civili (e vari esempi di questi appelli stanno circolando anche per internet).
Mi permetto, innanzitutto, di far presente agli scriventi che l'articolo 29 Cost. non parla di uomo e di donna, ma solo di coniugi senza specificarne il sesso [La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Il matrimonio è ordinato sull'uguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell'unità familiare].
È chiaro che negli anni '40 non erano immaginabili motivi per fare certe distinzioni. Faccio presente che è nello stesso quadro che, all'epoca, la Costituente discusse a lungo e duramente se le donne potessero fare i giudici, a causa delle peculiari condizioni psico-fisiche del sesso femminile. Leggi: ciclo mestruale - e non si tratta solo di aneddoti, ma di motivazioni ufficiali e straordinariamente persistenti: si dovette arrivare al 1963, con la Legge n° 66/1963 Ammissione della donna ai pubblici uffici e alle professioni (un titolo che già dice tutto sulla mentalità!) per abolire l'ignobile divieto alle donne di accedere alla carriera di magistrato [e solo dopo 50 anni da allora, nel 2013, è stata per la prima volta candidata una donna a Primo Presidente della Cassazione - e nemmeno eletta].
Ma fortunatamente la società italiana ha fatto passi avanti rispetto al 1948 e anche al 1963; ed oggi siamo pronti (dovremmo esserlo!) a sanare i debiti anche con le minoranze che non vedono ancora riconosciuti equi diritti. Eppure contro la necessità di tale riequilibrio c'è addirittura chi ricorre direttamente a Nostro Signore, appellandosi ad argomenti pretestuosi come l'utero in affitto. Pretestuosi perché questa pratica resta espressamente vietata dalla legge 40/2004, che non è toccata dal ddl Cirinnà, che parla invece di stepchild adoption, ovvero della possibilità, nelle coppie registrate, di adottare il figlio naturale del partner.
Mi permetto di far presente ai preganti che questo istituto (già valido per le coppie eterosessuali da molto tempo) servirebbe a tutelare il bambino nel caso di morte o incapacità del genitore biologico.
Gli abusi di chi si reca all'estero per la maternità surrogata restano perseguibili secondo legge. Certi collegamenti sono dunque moralismo peloso, contrario a ogni verità. Esistono purtroppo anche il turismo sessuale e la tratta degli organi. Sono pratiche abominevoli, e non si combattono abbastanza! ma come dovremmo combatterle? Forse vietando di viaggiare, o i viaggi in Thailandia, o il trapianto di organi?
In ogni cosa si nasconde un rischio, che va previsto e combattuto senza negare equi diritti ancora non riconosciuti e che non ledono proprio nessuno.
Spero che chi oggi sta combattendo così strenuamente contro il ddl Cirinnà si renderà conto che quella battaglia è contro la legittima ricerca della felicità da parte di altre persone. Qualcosa che è come l'aria pura, possiamo tutti respirarne a pieni polmoni, senza togliere nulla agli altri.
Concludo dunque chiarendo definitivamente il mio pensiero: non c'è alcun motivo per non votare il Ddl Cirinnà. Ce ne sono invece molti per votare a favore!
Laura Puppato
Mi permetto, innanzitutto, di far presente agli scriventi che l'articolo 29 Cost. non parla di uomo e di donna, ma solo di coniugi senza specificarne il sesso [La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Il matrimonio è ordinato sull'uguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell'unità familiare].
È chiaro che negli anni '40 non erano immaginabili motivi per fare certe distinzioni. Faccio presente che è nello stesso quadro che, all'epoca, la Costituente discusse a lungo e duramente se le donne potessero fare i giudici, a causa delle peculiari condizioni psico-fisiche del sesso femminile. Leggi: ciclo mestruale - e non si tratta solo di aneddoti, ma di motivazioni ufficiali e straordinariamente persistenti: si dovette arrivare al 1963, con la Legge n° 66/1963 Ammissione della donna ai pubblici uffici e alle professioni (un titolo che già dice tutto sulla mentalità!) per abolire l'ignobile divieto alle donne di accedere alla carriera di magistrato [e solo dopo 50 anni da allora, nel 2013, è stata per la prima volta candidata una donna a Primo Presidente della Cassazione - e nemmeno eletta].
Ma fortunatamente la società italiana ha fatto passi avanti rispetto al 1948 e anche al 1963; ed oggi siamo pronti (dovremmo esserlo!) a sanare i debiti anche con le minoranze che non vedono ancora riconosciuti equi diritti. Eppure contro la necessità di tale riequilibrio c'è addirittura chi ricorre direttamente a Nostro Signore, appellandosi ad argomenti pretestuosi come l'utero in affitto. Pretestuosi perché questa pratica resta espressamente vietata dalla legge 40/2004, che non è toccata dal ddl Cirinnà, che parla invece di stepchild adoption, ovvero della possibilità, nelle coppie registrate, di adottare il figlio naturale del partner.
Mi permetto di far presente ai preganti che questo istituto (già valido per le coppie eterosessuali da molto tempo) servirebbe a tutelare il bambino nel caso di morte o incapacità del genitore biologico.
Gli abusi di chi si reca all'estero per la maternità surrogata restano perseguibili secondo legge. Certi collegamenti sono dunque moralismo peloso, contrario a ogni verità. Esistono purtroppo anche il turismo sessuale e la tratta degli organi. Sono pratiche abominevoli, e non si combattono abbastanza! ma come dovremmo combatterle? Forse vietando di viaggiare, o i viaggi in Thailandia, o il trapianto di organi?
In ogni cosa si nasconde un rischio, che va previsto e combattuto senza negare equi diritti ancora non riconosciuti e che non ledono proprio nessuno.
Spero che chi oggi sta combattendo così strenuamente contro il ddl Cirinnà si renderà conto che quella battaglia è contro la legittima ricerca della felicità da parte di altre persone. Qualcosa che è come l'aria pura, possiamo tutti respirarne a pieni polmoni, senza togliere nulla agli altri.
Concludo dunque chiarendo definitivamente il mio pensiero: non c'è alcun motivo per non votare il Ddl Cirinnà. Ce ne sono invece molti per votare a favore!
Laura Puppato
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