Scrive Laura Boldrini: su alcuni giornali troverete la mia replica, anche attraverso interviste, su una vicenda che mi ha lasciata esterrefatta e addolorata. Una vicenda cavalcata da una certa stampa per cui, stando ai loro titoli, sarei maschilista, padrona e addirittura aguzzina. Non solo "certa stampa", ma in primis una donna e (secondo noi anche brava giornalista), Selvaggia Lucarelli, si è scagliata senza esitazioni contro Laura Boldrini, scatenando le orde (oltre che di una certa stampa) di tanti entusiasti accusatori. Ma siamo sicure e sicuri che la cosa sia andata esattamente come è stata presentata? No: francamente noi non lo siamo affatto. Ci dispiace ma per ora preferiamo stare fra coloro che si tengono nettamente fuori da questa ondata di sdegno. Che assomiglia tanto a quella che distrusse Josefa Idem. Che si, fu spazzata via proprio mentre stava per avviare uno straordinario lavoro. Un ottimo lavoro che dopo di lei fu lasciato cadere (il tutto per un putiferio sollevato su una cosa ingigantita, che fosse accaduta a un uomo non avrebbe costretto alle dimissioni nessuno).
Prima certi fatti vanno approfonditi e chiariti; invece qui, al momento, le sole cose chiare sono quanto resti popolare lo sport di dare addosso alle donne e quanto Boldrini si sia impegnata per le donne e per i diritti di tutti.
#donneconBoldrini: ci dispiace ma per ora preferiamo restare FUORI dall'onda di sdegno che assomiglia tanto a quella che distrusse Josefa Idem. Prima certi fatti vanno approfonditi e chiariti! E al momento ci è chiaro solo quanto @lauraboldrini ha fatto per le donne e i diritti pic.twitter.com/O1mRBNRZOC
— Retedellereti (@Retedellereti) March 27, 2021
Quindi, fino a quando le querelanti non avranno querelato e dimostrato, ci atterremo a una storia che parla da sola; quella di una donna che può starvi antipatica, ma che ha sempre dimostrato di impegnarsi per i diritti onestamente. E in merito diamo spazio a quanto spiega Boldrini stessa:
Come dichiarato nelle diverse interviste, con Lilia, la mia ex collaboratrice domestica, non c'è alcun contenzioso, alcuna vertenza, alcun conflitto. A maggio mi ha detto che non poteva venire a lavorare di sabato, come le avevo chiesto, ed abbiamo deciso di sospendere il rapporto professionale. Lo abbiamo fatto in assoluta serenità. Ho pagato ogni anno il TFR, essendo ovviamente un rapporto regolare. Restavano da saldare gli scatti di anzianità che né Lilia né io sapevamo stabilire a quanto corrispondessero. Quindi abbiamo deciso di rivolgerci al Caf (lei) ed alla commercialista (io). Ci sono stati dei problemi nel rintracciare la persona del Caf incaricata e questo ha prolungato i tempi, disguidi anche dovuti al difficile momento che stiamo vivendo. Oggi ci sarà un secondo incontro dopo quello di giovedì scorso proprio per definire la cifra. Questi confronti sono assolutamente normali quando si chiude consensualmente un rapporto di lavoro di anni.
Per quanto riguarda la mia ex collaboratrice parlamentare, da subito le ho manifestato i miei dubbi sul fatto che potesse sostenere un pendolarismo Lodi-Roma. Roberta mi ha sempre detto di volerlo fare ed io ho rispettato la sua volontà, essendo lei una donna appassionata di politica, seria e capace, determinata.
Poi dopo il lungo lockdown, ha chiesto di poter continuare a lavorare da casa, per ragioni legate alla famiglia e ad un problema di salute del figlio. Per cui, dopo esserci confrontate, tenendo conto che il suo ruolo e la sua presenza in ufficio erano importanti per tutto lo staff, abbiamo convenuto che le due esigenze non potevano incontrarsi e quindi ci siamo salutate con un abbraccio commosso.
Roberta coordinava le attività di segreteria, preparava bozze di interrogazioni parlamentari e principalmente si occupava della mia agenda, incastrando le visite nei territori, gli impegni pubblici e istituzionali, con quelli di natura più privata. Un tipo di lavoro concordato con lei fin dall'inizio. Bisogna tener presente che quando le agende sono complesse non sempre si riesce da soli a comporre il quadro, specialmente quando non si ha la famiglia sul posto a cui far riferimento, come nel mio caso. Diventa complicato se non impossibile fare cose semplici come andare in farmacia o fare l’appuntamento per una visita medica. Per questo è capitato che mi sia anche rivolta a Roberta, come era negli accordi.
Per tutte queste ragioni sono rimasta incredula e molto dispiaciuta a leggere di un malessere e di un malcontento che non mi sono mai stati esplicitati da Roberta.
Un’ultima cosa. La più importante. So di essere esigente sul lavoro, perché lo sono in primis con me stessa, e perché sento la responsabilità del ruolo, ma mai e poi mai ho voluto ferire la dignità dei miei collaboratori e delle mie collaboratrici.
Quindi, concludendo, di cosa sono accusata? Del ritardo, in tempi di Covid, nel fare i calcoli degli scatti di anzianità che non compete a me fare? Di aver chiesto alla mia collaboratrice di inserire in agenda anche i miei impegni privati, lavoro su cui a monte avevamo già un accordo? (Laura Boldrini, 25 marzo 2021)