domenica 22 marzo 2020

Coronavirus e altre malattie del Pianeta: qual è il piano?

Prima di tutto grazie al Governo per aver chiuso tutto quello che si poteva chiudere. Ora però chiediamocelo: qual è il piano? #iostoacasa è la misura imprescindibile di sopravvivenza ora da osservare tassativamente, la prima difesa. Ma poi? qual è il piano?


Dopo il lutto e i terremoti economici, i sopravvissuti usciranno dalle quarantene e cercheranno di ricostruire una normalità. Ma già lo sappiamo, che sarà solo una breve tregua: perché un nuovo virus sostituirà il precedente e si dovrà ricominciare da capo. Lo sappiamo vero?
No, non lo sa nessuno, perché di questo non si parla. Eppure c’è ormai una immensa letteratura che spiega come il ripetersi di epidemie spaventose deriva in buona sostanza dalla devastazione ambientale che galoppa. E, in buona parte, i nuovi virus letali (per non parlare dei super-batteri patogeni) si replicano e si diffondono sempre più grazie al modo mostruoso in cui trattiamo gli animali (quelli selvatici e quelli negli allevamenti “da carne”). In attività che per inciso sono anche fra le cause più invasive con cui devastiamo gli ecosistemi, in un loop continuo.
Stiamo parlando di flagelli ben noti, a partire dall’HIV (o AIDS) e dall’encefalopatia spongiforme bovina (o “morbo della mucca pazza”) comparsi negli anni Ottanta, fino alle epidemie che negli anni Duemila si susseguono sempre più gravi: dalla Sars (Sindrome respiratoria acuta grave) alla peste suina e all’influenza aviaria, dalla Mers (Sindrome respiratoria del Medio Oriente) alla WNF (West Nile Fever), dall’Ebola fino al Covid-19 che ormai è pandemia. Questo susseguirsi di orrende malattie è, sempre, una conseguenza della eccessiva pressione umana sull’ambiente e sugli animali [per capirci qualcosa senza troppa fatica, suggeriamo la lettura di alcuni articoli a cui rimandiamo sotto].
In conclusione, proprio in questo momento in cui ci lamentiamo di inazione forzata, ci sarebbe una attività frenetica da fare, e che dobbiamo fare proprio adesso, non solo perché in quarantena forzata abbiamo il tempo di farlo, ma anche perché è precisamente questo il momento giusto per farlo, senza più aspettare: è il momento di cercare di indagare le soluzioni preventive al ritornare (altrimenti inevitabile) delle malattie planetarie, e di diffondere questa discussione il più possibile.
Su questo, almeno noi donne, dovremmo attivarci e stimolare azioni, proprio e anche come donne, perché la sfida è qui; in questi argomenti.
Se attraversiamo questa tempesta solo a testa bassa, rassegnate a tornare nello stesso sistema di valori che l’ha causata, se non approfittiamo subito per spingere il mondo a guardare verso il vero problema che è alla base di tutto, che passi avanti possiamo sperare?
Se restiamo inerti, su questi temi, diventeremo solo complici. Ed è meglio che guardiamo fin d’ora a un fatto reale: se non ci muoviamo decisamente, ora, per alzare questo tipo di consapevolezza e di informazione, si rischia che resterà un solo cambiamento, per i sopravvissuti: la militarizzazione.
E già che ci siamo, approfittiamo per rivolgere un appello a chi gestisce il servizio di informazione pubblico: bisogna elevare il livello dei programmi ovunque!
L’Italia intera è chiusa in casa, incollata tutto il giorno davanti alla tv, e cosa trova? Ore e ore di “informazione” sul coronavirus, ripetitiva e sempre uguale, film obsoleti, bei documentari ripescati dagli archivi e i soliti programmi idioti. Ma serve parlare dei corto circuiti ambientali che hanno portato a questa catastrofe e sulle miriadi di soluzioni e invenzioni da conoscere e sulle quali riflettere. [PS / aggiornamento del 30 marzo: a fine marzo Rai3 ha trasmesso interessantissime inchieste: vedi aggiornamento sotto; ndr]
Ci sono bellissimi film e documentari informativi, appassionanti e ispiranti, su questi temi, e anche capaci di elevare la nostra capacità di tenerci in salute e di avere cura del mondo. Ma sulle nostre tv niente, come se non esistessero. Eppure le quarantene di questi giorni ci danno un’occasione mai vista prima: uno share altissimo che potrebbe essere usato per elevare il livello medio di coscienza, attraverso una vera informazione, che sia di tipo formativo ed educativo, volta a elevare la capacità di cura verso il Pianeta, o ad aumentare la consapevolezza sugli effetti di certi pilastri dell’economia, come gli allevamenti intensivi. E quindi a ridurre certi consumi, e a chiedere riconversioni industriali [processo non impossibile.. tanto che qualcuno è già molto avanti su questo punto; vedi ad esempio: la Svizzera pensa di abolire gli allevamenti intensivi, in quanto dannosi anche per l'ambiente]. 
Non perdiamo l’occasione che questa catastrofe ci dà: di ripensare il mondo. Di rifondarlo.

Si, “serve un New deal for nature and people, che permetta di dimezzare la nostra impronta sulla terra. Iniziare a ricostruire gli ecosistemi distrutti, che sono la rete di protezione naturale da epidemie e catastrofi, è il primo passo da fare".
Si, bisogna cambiare tutto; e fra le prime cose da fare c’è mettere in discussione, finalmente,  l’olocausto degli animali e dell’habitat naturale, che è da considerare come prima causa di tutte queste malattie
Cominciamo da qui, nel suggerirvi alcuni video e film che riteniamo importante vedere, meditare, e far girare. Provate a cercarli, cliccando sui titoli seguenti:
•  What the health (film sull'impatto sanitario del consumo di carne e di prodotti caseari);
• The game changers (film sugli effetti sull'organismo di una alimentazione vegetariana: di grande interesse in particolare per atleti e per un pubblico maschile);
•  Forks over knives (film sul legame fra cibo e malattie);
•  Earthlings (film sulla mentalità specista e alternativa anti-specista);
•  Dominion (film sull'impatto di dolore degli allevamenti intensivi);
•  Cowspiracy (film sull'impatto ambientale degli allevamenti intensivi).
Sono quasi tutti con sottotitoli in italiano; provate a vederli: non ve ne pentirete.

Infine, ecco alcuni suggerimenti riguardo a interessanti articoli informativi:
e questo ci chiariva le idee in merito già dal 2017:
Qui già si ammoniva: "benché molti mercati di animali in Cina siano già stati chiusi o limitati, in seguito a focolai di SARS e altre malattie infettive, gli ultimi risultati dicono che il rischio è ancora presente; non dovremmo disturbare gli habitat della fauna selvatica e non immettere mai animali selvatici nei mercati. Rispettare la natura è il solo modo di tenersi lontani dai danni delle infezioni emergenti". Ma poi i mercati di animali selvatici sono stati riaperti e tutto è ricominciato come prima,  allevamenti intensivi inclusi.

NB / AGGIORNAMENTO del 30 marzo:
Nella settimana successiva a questo articolo, Rai3 ha trasmesso 3 interessantissime inchieste proprio sui coronavirus, e sul Covid-19; in gran parte dedicate anche alle loro origini legate ai comportamenti umani e all'industria alimentare. Suggeriamo caldamente di vederle a tutti quelli che se le sono perse; le trovate cliccando sui link che seguono:
• Indovina chi viene a cena / il virus è un boomerang 
  (puntata del 27 marzo 2020) 
Indovina chi viene a cena / cosa mangeremo
  (puntata del 3 aprile 2020)
Sapiens - un solo pianeta / I divoratori del pianeta
  (puntata del 28 marzo 2020)
Report / Il paziente zero (puntata del 30 marzo 2020)




venerdì 20 marzo 2020

Lettera dal Coronavirus: fermatevi. Non è più una richiesta: è un ordine.

Fermatevi, semplicemente. Alt, stop, non muovetevi. Non è più una richiesta: è un ordine.



Sono qui per aiutarvi. Questa montagna russa supersonica ha esaurito le rotaie; basta. Basta aerei, treni, scuole, centri commerciali, incontri.
Abbiamo rotto il frenetico vortice di illusioni e obblighi che vi hanno impedito di alzare gli occhi al cielo, guardare le stelle, ascoltare il mare.. ascoltare il buon senso. Abbiamo dovuto romperlo. Non potete mettervi a fare Dio.
Il nostro obbligo è reciproco, come è sempre stato, anche se ve lo siete dimenticati.
Interromperemo questa trasmissione, l’infinita trasmissione cacofonica di divisioni e distrazioni, per portarvi questa notizia: non stiamo bene. Nessuno di noi; tutti noi stiamo soffrendo. L’anno scorso, le tempeste di fuoco che hanno bruciato i polmoni della terra non vi hanno  fermato; né i ghiacciai che si disintegrano, né le vostre città che sprofondano, né la consapevolezza di essere i soli responsabili della sesta estinzione di massa.
Non avete ascoltato; è difficile ascoltare essendo così impegnati, arrampicandosi sempre più in alto sull’impalcatura delle comodità che vi siete costruiti.
Le fondamenta stanno cedendo, si stanno inarcando sotto al peso dei vostri desideri fittizi.
Io vi aiuterò. Porterò le tempeste di fuoco nel vostro corpo, inonderò i vostri polmoni, vi isolerò come un orso polare su un iceberg alla deriva.
Mi ascoltate adesso? Non stiamo bene.
Non sono un nemico; sono un mero messaggero, sono un alleato, sono la forza che riporterà l’equilibrio.. ora mi dovete ascoltate, sto urlando di fermarvi.
Fermatevi, tacete, ascoltate; ora alzate gli occhi al cielo, come sta? Non ci sono più aerei, quanto ti serve che stia bene per godere dell’ossigeno che respiri?
Guarda un albero, come sta? Guardate l’oceano, come sta? Guardate i fiumi, come stanno? guardate la Terra: come sta? Guardate voi stessi, come state?
Non puoi essere sano in un ecosistema malato. Fermati.
Molti hanno paura adesso. Non demonizzate la vostra paura, non lasciatevi dominare; lasciate che vi parli, ascoltate la sua saggezza. Vi aiuterò, se mi ascoltate.
Il Coronavirus

Testo e video di Darinka Montico

giovedì 12 marzo 2020

Questo ti voglio dire / ci dovevamo fermare

Anche da noi un grazie, per queste parole, alla poetessa Mariangela Gualtieri. Le dedichiamo, da qui, a tutte le persone che sotto la pressione del Coronavirus si sentono sole, spaventate e confuse. Specialmente a quelle che sono costrette a essere sole davvero; a quelle che si ritrovano separate e lontane dalle persone che amano.
Fate un respiro, fate fluire dentro di voi queste parole, come una verità che vi giunge insperata; da qualcuno che nell'universo vi vede, e vi vuole bene.
Chiudete gli occhi; ditevi che forse è vero: chissà che in tutta questa immensa prova, che costerà cara, non troveremo alla fine qualcosa di prezioso davvero.
Si, può essere difficile, difficilissimo.
Per tante persone l'orizzonte mentale, ora, è ingombrato solo da buio e paura; ma è proprio sostituire il panico con l'ascolto, la pazienza e la fiducia, quello che serve. Serve comprendere, e convincersi, che la pazienza che ci terrà fermi a casa ci sta tenendo al sicuro, proteggerà la nostra salute fisica; lo farà davvero. Ma, in tutta questa lunga attesa per la guarigione, che fare? Di nuovo, serve sostituire il panico con l'ascolto, la pazienza e la fiducia. Proprio nascosta in questa lunga quarantena forzata, in questo brutto buco dove non vorremmo stare, proprio lì potremo forse trovare la chiave per salvare noi stessi e il mondo. Provarci dipende da noi, proviamoci.







Questo ti voglio dire / ci dovevamo fermare.
Lo sapevamo. Lo sentivamo tutti
ch’era troppo furioso / il nostro fare. Stare dentro le cose.
Tutti fuori di noi. / Agitare ogni ora – farla fruttare.

Ci dovevamo fermare / e non ci riuscivamo.
Andava fatto insieme. / Rallentare la corsa. / Ma non ci riuscivamo.
Non c’era sforzo umano / che ci potesse bloccare.

E poiché questo / era desiderio tacito comune
come un inconscio volere - forse la specie nostra ha ubbidito
slacciato le catene che tengono blindato / il nostro seme. Aperto
le fessure più segrete / e fatto entrare.
Forse per questo dopo c’è stato un salto / di specie – dal pipistrello a noi.
Qualcosa in noi ha voluto spalancare. / Forse, non so.

Adesso siamo a casa.

È portentoso quello che succede. / E c’è dell’oro, credo, in questo tempo strano.
Forse ci sono doni. / Pepite d’oro per noi. Se ci aiutiamo.
C’è un molto forte richiamo / della specie ora e come specie adesso
deve pensarsi ognuno. Un comune destino / ci tiene qui. Lo sapevamo. Ma non troppo bene.
O tutti quanti o nessuno.

È potente la terra. Viva per davvero. / Io la sento pensante d’un pensiero
che noi non conosciamo.
E quello che succede? Consideriamo / se non sia lei che muove.
Se la legge che tiene ben guidato / l’universo intero, se quanto accade mi chiedo
non sia piena espressione di quella legge / che governa anche noi – proprio come
ogni stella – ogni particella di cosmo.

Se la materia oscura fosse questo / tenersi insieme di tutto in un ardore
di vita, con la spazzina morte che viene / a equilibrare ogni specie.
Tenerla dentro la misura sua, al posto suo,
guidata. Non siamo noi / che abbiamo fatto il cielo.

Una voce imponente, senza parola / ci dice ora di stare a casa, come bambini
che l’hanno fatta grossa, senza sapere cosa, / e non avranno baci, non saranno abbracciati.
Ognuno dentro una frenata / che ci riporta indietro, forse nelle lentezze
delle antiche antenate, delle madri.

Guardare di più il cielo, / tingere d’ocra un morto. Fare per la prima volta
il pane. Guardare bene una faccia. Cantare 
piano piano perché un bambino dorma. Per la prima volta
stringere con la mano un’altra mano / sentire forte l’intesa. Che siamo insieme.
Un organismo solo. Tutta la specie / la portiamo in noi. Dentro noi la salviamo.

A quella stretta / di un palmo col palmo di qualcuno
a quel semplice atto che ci è interdetto ora -
noi torneremo con una comprensione dilatata.
Saremo qui, più attenti credo. Più delicata / la nostra mano starà dentro il fare della vita.
Adesso lo sappiamo quanto è triste / stare lontani un metro.

Mariangela Gualtieri Nove marzo duemilaventi