domenica 11 settembre 2016

Il gioco dello stupro e dell'omertà

A Melito di Porto Salvo, 400 persone hanno portato la loro solidarietà alla ragazzina stuprata dal branco per 3 anni, con una fiaccolata. Se fossero stati tutti di Melito, che conta 14.000 residenti, quei 400 sarebbero il 2,8%.  Ma, in buona parte, vengono da fuori; dunque sono ancora meno. 




Dov’era il 98-99% degli abitanti di Melito? Forse ha avuto paura? o aveva altro da fare? oppure è d’accordo? D’accordo con questa mentalità, con questa sporcizia, con questa puzza insopportabile?
Avete presente quelli che, indifferenti a ogni sopruso sulle ragazze dei racket, scrollano le spalle borbottando che la prostituzione è il mestiere più antico del mondo? Sono gli stessi del maschio è cacciatore; sono gli stessi del quandu a fimmana camina e abbatti l'anca, se buttana non è, pocu 'nci mancaE delle frasi raccolte (anche) a Melito di Porto Salvo:
1. se l’è cercata
2. ci dispiace per la famiglia, ma non doveva mettersi in quella situazione
3. era una ragazza un po’ movimentata
4. non sa stare al posto suo
5. non è un caso isolato. C’è molta prostituzione in paese.

Melito di Porto Salvo; inizia la partita
si preparino le squadre: puttanella-13enne contro bravi-ragazzi.

puttanella-13enne: la squadra ha 1 giocatore, e gioca fuori casa
bravi-ragazzi: la squadra ha 9 giocatori, svariati allenatori e sponsor, e gioca in casa.

La prima partita dura 2 anni
Lei ha 13 anni e pesa 40 kg. 
Inizio dei giochi: la bambina è con Davide, che crede il suo fidanzato; ora della prova d’amore! ma poi: «questo suo amico si mette dove era prima Davide, cioè sopra di me. Però io faccio di tutto per andarmene perché non volevo e mi ero già rivestita. Così Davide ha aiutato questo suo amico a riscendermi i pantaloni. E con questo Lorenzo abbiamo avuto un rapporto, ma proprio un attimo, perché non stavo ferma, dopo di che hanno iniziato ad insultarmi…». Pian piano i pantaloni glieli riscende tutta la squadra bravi-ragazzi, a turno o in compagnia. 


Vanno a prenderla all’uscita della scuola (la media Corrado Alvaro, proprio davanti ai Carabinieri), e la portano in qualche posticino; lì la tengono ferma per i polsi, e la violentano finché gli pare; poi la obbligano a riordinare e a rifare il letto (che aveva la coperta rosa), e intanto la insultano. Si voi vidiri un masculu valenti, mentici na fimmina davanti. E tutti fanno del loro meglio.
La bambina cade in uno stato di ansia costante; non mangia più; si taglia le braccia, spesso manca da scuola. Stuprata, fotografata, ricattata, e minacciata; non da “ragazzi”, ma dalla vendetta di ‘ndrangeta, la ragazza finisce in un vicolo cieco, dove nessuno le chiede come va. Nessuno fa una piega.
Anzi no, dopo 2 anni di questa vita un ragazzo che le viene in aiuto c’è; forse inizia a volerle bene, e comunque a sottrarla alla routine; e finisce violentemente pestato, come si merita un ladro; la refurtiva viene riportata a casa e rimessa al posto suo
E poi c’è una insegnante, che decide di non stare zitta. Alla fine anche il padre si decide a prendere posizione, e viene allo scoperto per difendere la figlia.

La seconda partita  
La seconda partita dura il tempo delle indagini; stesse squadre, più quella degli inquirenti; i terzi incomodi. Giocatori di punta della squadra bravi-ragazzi: Davide, fratello di un poliziotto, con il suo amico Lorenzo, che si aiutano fraternamente nel darsi il cambio nel primo stupro di gruppo; Giovanni, «figlio del capo di una cosca di ’ndrangheta locale». Antonio, figlio di un maresciallo dell’esercito. Poi PasqualeBenedettoDanieleMicheleDomenico Mario, e un certo G.GCome i giocatori della storica squadra bravi-ragazzi-del-massacro-del-Circeo: nel loro piccolo mondo, a modo loro, sono rampolli della buona società. Fra gli allenatori: il fratello di Davide (poliziotto), che lo istruisce: «Quando ti chiamano, tu vai e dici: non ricordo nulla! Non devi dire niente! Nooooo Davide, non fare lo stortu. Non devi parlare. Dici: guardate, la verità, non mi ricordo. E come fai a non ricordare? Devi dire: sono stato con tante ragazze, non mi ricordo!» (da intercettazione) 
Le prove portano a incriminare tutti, per uno o tutti i seguenti reati: violenza sessuale di gruppo aggravata, atti sessuali con minorenne, detenzione di materiale pedo-pornografico, violenza privata, atti persecutori, lesioni personali aggravate, favoreggiamento personale.
Lei ha 15 anni e pesa ancora 40 kg.

La semifinale
Una signora intervistata per strada: «Sono vicina alle famiglie dei figli maschi. Per come si vestono, certe ragazze se la vanno a cercare» (servizio di Giusy Utano, TGR Calabria). 
Il sindaco Giuseppe Meduri (parlando del servizio al TG) «Certe ricostruzioni uscite sul servizio pubblico ci hanno offesi» (ma è quello che ha detto la passante omertosa, o il fatto di farlo emergere, che offende?).
Il parroco Domenico De Biase: «Sono tutte vittime, anche i ragazzi. E poi, io credo che certe volte il silenzio sia la risposta più eloquente». 
Il preside Anastasi: «Una situazione squallida, ma all’omertà non ci credo»
Il preside Sclapari: «La scuola non c’entra, ognuno deve pensare alla sua famiglia»
Ma cosa dobbiamo intendere, che i panni sporchi si lavano in famiglia?
Il procuratore capo di Reggio Calabria dice: «Anche i genitori [anche se per paura, ndr] sono stati omertosi. Tutti sapevano».
Di certo, anche se ancora non possiamo giudicare niente nei dettagli, qui si è aspettato troppo, troppo a lungo, e la solitudine in cui la ragazzina si trova ora lascia basiti.

Per fortuna non tutti i poliziotti (o carabinieri) sono come il fratello del generoso fidanzato della ragazzina. Per fortuna non tutti gli insegnanti sono come i presidi che non credono all'omertà. Per fortuna non tutti elogiano il silenzio. Ma chi starà, ora, al fianco di chi dovendo affrontare un processo come vittima, si ritroverà a sua volta biasimata?

La finale
Al momento, le cose sembrano tutte chiare. Nel bene e nel male; ma ci chiediamo cosa dobbiamo aspettarci nel periodo che separa l'oggi dal processo. Buone condotte? bravi ragazzi fraintesi, pentiti? Scarcerazioni? arresti domiciliari? E cosa, al momento del processo? Cosa, al momento dei soliti, buoni, vecchi argomenti del processo per stupro? La necessità di porci queste domande, sig. sindaco di Melito, ci offende tutti.
Fonte: politicafemminile Calabria

PS - e non siamo in un lontano "paese arabo", siamo in Italia! dove episodi simili e altrettanto gravi si ripetono. Vi ricordate della ragazzina di Montalto di Castro?



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13 commenti:

  1. si vedrà il bis di Montalto di Castro?
    http://27esimaora.corriere.it/articolo/una-violenza-e-sei-anni-senza-giustizia-diritto-allo-stupro/

    proprio vero che dall'epoca di "processo per stupro" gli argomenti dei bravi ragazzi non sono mai cambiati

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  2. Il tono di questo articolo puzza di razzismo, queste cose accadono in tutta Italia con le stesse identiche dinamiche e non solo in Calabria . Ovviamente se accade in Calabria tutto deve essere infarcito di folklore e proverbi( che tra l'altro sono identici nel resto d'Italia tradotti nei vai idiomi)

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    1. sig. Torretti da nessuna parte l'articolo fa riferimento alla Calabria nei termini che dice lei; se fosse come lei dice, questo blog non sarebbe (invece) "infarcito" (come è) di altre decine di articoli di cronaca e denuncia, relativi a fatti analoghi, che però proprio niente hanno a che vedere con la Calabria.
      Nello specifico, stando alle informazioni date nella conferenza stampa dagli inquirenti, è semmai vero che, fra i "ragazzi", risulta coinvolto un personaggio riconosciuto come facente capo a una cosca di 'ndrangheta, il che rende tutto più angosciante. Ma questo non è "razzismo"; sono fatti.
      Fatti che, purtroppo, come dice lei riguardano tutte le regioni, anzi tutto il mondo. Non è colpa nostra se, in questo caso, la regione interessata è la Calabria.

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    2. ehi a sto matteo qualcuno glielo dica, qui il problema è la MISOGINIAAAA, non il razzismo
      caro Matteo, non sono le denunce delle donne a essere infarcite di razzismo e "folclore", è il folclore di tutti i paesi che è infarcito di odio per le donne

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    3. è anche vero che in gran parte del resto di italia ci sono pochissimi terroni (anche se si infilano dappertutto)

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  3. Massima solidarietà alla vittima di questo crimine orrendo che non ha ovviamente nessuna colpa

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  4. Ma chi ha scritto questo articolo si dovrebbe so vergognare delle banalità che afferma e della propria scarsa capacità di analisi dell'evento che ha a che vedere di più con il problema della mentalità maschilista e violenta nel mondo

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    1. aridajee questo... ma quali banalità! quelli sono i fatti come riportati dalla conferenza stampa dei carabinieri (che per inciso sono calabresi pure loro), informati
      ed è esattamente la mentalità maschilista che qui è sotto accusa, cos'è, per te invece Melito è esente????

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  5. E non solo in Calabria come è scritto con supponenza colonialista è razzista.

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  6. Razzisti di merda vivete di ignoranza ,pregiudizi e luoghi comuni. Il cibo dei vostri cervelli atrofizzati.

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    1. Ma smettila, sei ridicolo. Io sono del sud Italia e non ho percepito nessun razzismo verso il sud. La realtà dei fatti, quella si che basta a far rabbrividire.

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  7. secondo il CORRIERE i partecipanti alla fiaccolata NON erano 400, ma addirittura solo 100
    http://www.corriere.it/cronache/16_settembre_11/tredicenne-violentata-tre-anni-solo-cento-vanno-fiaccolata-1cf1be40-781a-11e6-b8bb-2765175b9c98.shtml
    se questo dato è vero, la percentuale di partecipazione (senza nemmeno fare distinzioni fra quelli venuti da dentro o da fuori) scende dal 2% a un bel 0,72%
    complimentiiiiii

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  8. Ma noi non possiamo fare qualcosa per far sentire davvero la nostra voce? Non possiamo unirci e fare una manifestazione di solidarietà? Leggo mille commenti. Ma la ragazzina è là, sola. Cosa possiamo fare per darle un segno? Per farla sentire meno sola? Le parole scritte nel web a lei non arrivano. Inventiamo qualcosa? Avevo pensato: e se inondassimo il paese di lettere (vere lettere), cartoline, biglietti, tutti indirizzati magari ai carabinieri, perché li consegnino alla ragazzina? Lettere in cui le scriviamo la nostra solidarietà, il nostro appoggio, il nostro affetto. In cui le diciamo che è stata coraggiosa, che la vita è migliore. Che il mondo non è tutto lì. Che dite? Non so, vorrei davvero che ci fosse la possibilità di darle un segno di questo nostra solidarietà nei suoi confronti. Raffaella

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