Scrivono le deputate del Comitato direttivo dell’Intergruppo per le donne, i diritti e le pari opportunità:
Il dibattito politico sta toccando nuovi e preoccupanti livelli. Le donne di tutti gli schieramenti sono tornate protagoniste, non però per quanto fanno o per i risultati che ottengono, quanto per gli attacchi di cui sono oggetto:
le avvilenti considerazioni sulle mamme-sindache; gli insulti volgari riferiti all’aspetto fisico; le vignette sessiste della campagna referendaria che invita a “trivellare” la sorella, per finire con l’invito alla terza carica dello Stato a “farsi curare, internare, mettere su un barcone in senso contrario” [livelli che periodicamente tocca documentare - per constatare che niente cambia, vedi ad esempio 3 anni fa, ndr].
Il dibattito politico sta toccando nuovi e preoccupanti livelli. Le donne di tutti gli schieramenti sono tornate protagoniste, non però per quanto fanno o per i risultati che ottengono, quanto per gli attacchi di cui sono oggetto:
le avvilenti considerazioni sulle mamme-sindache; gli insulti volgari riferiti all’aspetto fisico; le vignette sessiste della campagna referendaria che invita a “trivellare” la sorella, per finire con l’invito alla terza carica dello Stato a “farsi curare, internare, mettere su un barcone in senso contrario” [livelli che periodicamente tocca documentare - per constatare che niente cambia, vedi ad esempio 3 anni fa, ndr].
Dietro a tutto questo c’è quasi sempre la solita, vecchia idea: quella che la politica, specie nei ruoli decisionali, non sia per le donne [la cui premessa, ci preme aggiungere, è l'irriducibile misoginia su cui poggia la cultura patriarcale che pervade tutto, ndr].
Come deputate del comitato direttivo dell’intergruppo parlamentare per le donne, i diritti e le pari opportunità esprimiamo la nostra preoccupazione e la nostra ferma condanna per quanto sta accadendo e per l'inaccettabile escalation di toni che il discorso pubblico sta assumendo.
Vogliamo, per questo, esprimere la nostra solidarietà alle colleghe per le parole che sono state loro rivolte e a tutte le donne che nella società e nei diversi livelli istituzionali - dai Comuni, alle Regioni, ai Parlamenti – sono state e spesso sono ancora oggetto di offese.
Chiediamo a tutte le forze politiche e ai loro leader di attuare subito una moratoria di simili insulti e di tutti i linguaggi non appropriati e a sfondo sessista.
Non è infatti solo una questione di forma. Attacchi di questo genere diventano sostanza in un Paese in cui secondo l’Istat un terzo delle donne nel corso della vita subisce violenza, verbale o fisica. Finiscono infatti, inevitabilmente, per alimentare e dare legittimazione allo svilimento e alla discriminazione delle donne nella società, nel mondo del lavoro, nelle istituzione, nella vita politica e nei media.
In questi anni si sono compiuti molti sforzi e molti altri se ne devono ancora fare affinché, anche in Italia, si possa raggiungere una parità tra donne e uomini. Una parità intesa come possibilità di incidere e cambiare la società e come possibilità di mettere il proprio talento e la propria intelligenza liberamente al servizio dello sviluppo economico, sociale e politico delle nostre città e del nostro Paese.
Chi ricopre ruoli pubblici ha il dovere di porre fine a questi comportamenti e di schierarsi apertamente contro una tale deriva.
Le deputate del Comitato direttivo dell’Intergruppo per le donne, i diritti e le pari opportunità
Dorina Bianchi, Elena Centemero,Tiziana Ciprini, Adriana Galgano, Chiara Gribaudo, Pia Locatelli, Lorena Milanato, Margherita Miotto, Marisa Nicchi, Caterina Pes, Anna Rossomando, Marina Sereni, Valeria Valente.
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