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giovedì 2 giugno 2016

Femminicidio: parla l'esperto. Il prof. Crepet, ad esempio

Nel giorno del 70° anniversario del voto femminile la protesta delle donne contro il femminicidio soffia come vento nel moltiplicarsi di iniziative in piazza e sui social. Questo vento gonfia come vele i vestiti rossi sui balconi, che sbattono come bandiere per rendere visibile il sangue delle donne versato dagli uomini - la voce inascoltata delle donne si fa colore e grida.


Ma, dopo l’ultimo atroce delitto maschile, quello contro Sara, mentre tutto questo accade, vediamo cosa scrive e cosa ci consiglia in merito lo psicologo, psichiatra, esperto (?) e scrittore; non uno qualunque, uno autorevole, uno che scrive libri e “va in televisione”, e da lì consiglia, rincuora, dà certezze a milioni di persone: il prof. Crepet, per esempio. Sintetizziamo, riportando letteralmente le sue parole:

1. Ragazze, mai, mai andare all'ultimo appuntamento. Mai cedere, dopo la rottura di una storia soprattutto se la persona (persona? è sempre un maschio prof. Crepet, ndr) l'ha presa male, ha già alzato la voce o le mani, e andare all'incontro per farsi ridare gli effetti personali. Chi se ne importa delle scarpe, dei vestiti, delle catenine, delle foto... Si può sostituire tutto. E se proprio è necessario, andateci in gruppo. 
Tutto ok; e siamo d'accordo che all'ultimo appuntamento mai. Ma siamo certi prof. Crepet che al cuore del problema ci sia l’ingenuità finale delle donne che non si aspettano di essere uccise?

2. Abbiamo tante responsabilità e questo è l'effetto perverso, pensando all'età anagrafica del ragazzo, di 25 anni di consensi per tutto, 25 anni di poverino, tesoro ecc, per poi arrivare agli ultimi due dove ci sono stati dei 'no'. Dei 'no' che sono diventati frustrazione. 
Tutto ok; ma siamo certi che anche questo sia al cuore del problema? la smidollataggine delle genitrici che non immaginano che i figli diverranno per ciò assassini?

3. Ne ho visti tantissimi di casi del genere, dove ha imperato un modus educandi sbagliatissimo e fuorviante, dove durante l'infanzia e l'adolescenza non c'è stato un 'no' che ti ha insegnato a crescere, a saper accettare la sconfitta. Si arriva al 'no' senza anticorpi. E' come una patologia che si affronta senza difese immunitarie. Chi si sente dire 'no' non capisce più niente e vuole uccidere chi ha osato tanto. 
Ahhh ecco; più sberle, ci volevano, più spazio ai padri! altrimenti, e che ci vuole a capirlo? Chi si sentirà dire un ’no' - ma da "chi" prof. Crepet? chi si sentirà dire un no dal capufficio, il vigile, il direttorie banca che nega un mutuo non capirà più niente e lo vorrà uccidere? E’ così prof. Crepet? No, lei dimentica di dire che chi "è da uccidere per aver osato tanto" è sempre una donna, la mia donna, prof. Crepet.

4. un'altra riflessione, che faccio proprio da psichiatra: attenzione all'ambiente che frequenta l'altra metà (non è l’ "altra metà", prof Crepet, nella statistica è sempre lui che pesta e uccide: il maschio; ndr). Se uno frequenta giri dove si usano ad esempio le armi, anche per sport, beh un po’ di attenzione in più ce la metterei perché potrebbe esserci contiguità fra quel tipo di cultura e l'atteggiamento che poi si ha nella vita. Molti casi di femminicidio sono maturati in questi contesti.
Ahhh ecco; e poi diciamolo; non vorremo mica criminalizzare l’òmo solo perché è òmo? quelli sono mostri! casi isolati.. e salvo rare eccezioni (sempre pazzi isolati) sono poràcci, stranieri barbari, magari camorristi.. è normale che sta gente fa ste cose qua; e mi sa che scava scava, a ben vedere i femminicidi erano tutti di quel tipo di cultura lì, e tu cretina, che ci stavi a fare con gente come loro?

5. Nell’amore, poi, oggi non c'è leggerezza. E da padre dico: per favore, ragazze, vi scongiuro, aprite gli occhi. Basta con la storia della crocerossina che salva il mondo! Lasciate perdere. Indipendentemente da questo poi, bisogna che una ragazza - quando è in situazioni difficili e ha capito che lui non è certo un 'uomo da biblioteca' visto che magari ha già alzato la voce e ha detto che cose era meglio non avesse mai detto - molli subito. Ragazze l'ingenuità è un peccato mortale in questi casi.  
Ecco, appunto, ma tu cretina, possibile che ti metti sempre nei guai, e poi noi maschi ci vediamo tutti messi in croce, come se fosse un problema “maschile”..!? e non di qualche pirla e, soprattutto, di voi donne che beati chi vi capisce, volete raddrizzar le gambe ai cani?

6. Cosa dire alle madri dei figli maschi? Cresceteli insegnando loro che la violenza è una cosa stupida. Inutile. Devono sapersi difendere è chiaro ma da altro. Insegnategli a mettere una pietra sopra alle storie che finiscono, insegnate in generale ai figli, maschi e femmine, a saper perdere. La violenza è l'arma degli impotenti. Questo ragazzo che ha ucciso è un impotente, non sessualmente si intende, ma un impotente davanti alle avversità della vita. Un impotente perché non è riuscito a metterci una pietra sopra. Non è riuscito a perdere.
E si, le madri hanno le loro responsabilità, l’abbiamo già detto! e questo tema a prof. Crepet particolarmente piace. E si vedano anche dichiarazioni precedenti, ancora più pregnanti:


ma insomma, dice l'esperto, c'è anche che bisogna saper perdere, non sempre si può vincere, e allora cosa vuoi.. lo diceva anche una bella canzone dei tempi miei. E comunque è così per uomini e donne, ragazze e ragazzi, che c’entra il femminicidio? E’ così prof. Crepet? 

No, non è così, come la dipinge lei. E aggiungo che invece la pietra sopra quel tizio, il “ragazzo”, ce l’ha messa, prof. Crepet: l’ha messa, fisicamente e letteralmente, sopra a Sara stessa, così come una bella pietra tombale si mette, su tutto il problema, liquidandolo come fa lei.

Prof. Crepet, si lo so che il mio parere vale meno di zero, specie ai suoi (e altrui) occhi maschili. Ma da donna e da femminista le ritirerei la patente, quella di guida dei genitori e delle giovani generazioni, perché lei le porta a sbattere.
Sbattere contro il solito muro, di pietre o di gomma, del maschilismo che sa benissimo quello che fa, ma fa finta di non sapere, di non capire, di non vedere. Quella cultura complice che finisce sempre, prima o poi, per parlare di inasprire le pene: e mai di prevenire, andare alla radice. E questo è uno SCANDALO.


Così come è uno scandalo continuare a chiudere gli occhi sul problema della mentalità maschile tossica; giustificandola sempre come fosse una sorta di reazione naturale, e comprensibile, a ferite della sensibilità inferte da donne cattive.


Per fortuna quello zic di lucidità introspettiva necessario ce lo mette il criminologo. Ah no, pardon, la criminologa; (perché stranamente, pur essendo anche presidente della società italiana di criminologia è una donna); ora capisco. E' Isabella Merzagora, infatti, che dice:

La vicenda della giovane bruciata viva a Roma è dolorosa e orrenda nelle modalità, ma parlando dal punto di vista criminologico si tratta di un caso piuttosto tradizionale di femminicidio da possesso, una delle forme più diffuse. Tutto muove dalla discriminazione di genere, che esiste e resiste, secondo cui l'uomo non accetta che sia la donna a lasciarlo e dalla relazione tra dipendenza e criminogenesi. La dipendenza nella coppia è pericolosa, ma in una società come la nostra, in cui non esistono più i tradizionali punti di riferimento (partiti, chiesa, famiglia d'origine), il legame affettivo tra due persone resta l'unico confronto affettivo e sociale. Quando la coppia si rompe è il disastro. L'aspetto più grave è che il possesso e la dipendenza sono un fenomeno piuttosto diffuso anche tra i giovani

Ecco, ripartiamo da qui. Te lo dico con le parole di un uomo.
Chi ha orecchie per intendere intenda.

Tutte le dichiarazioni citate sono tratte dall'articolo Agi: "Ragazza uccisa a Roma: Crepet, mai andare all'ultimo appuntamento".

mercoledì 1 giugno 2016

Se Sara non sarà, noi saremo Sara. La violenza non è un fatto privato, e il femminicidio colpisce tutte noi

2 giugno 2016: le donne scendono in piazza in varie città d'Italia per gridare la rabbia contro la violenza sulle donne e chiedere impegno e soluzioni per cambiare la cultura maschilista che ci travolge e danneggia tutte e tutti.
Un flash mob diffuso, e ovunque possibile, per rompere l'indifferenza e chiedere a tutti e tutte, ma soprattutto alle donne delle istituzioni, di mettersi in gioco proponendo interventi che vadano oltre l'emergenza.



Tutte le info sulla pagina fb degli eventi.
Di seguito gli appuntamenti del 2 giugno nelle varie città:
- Milano, Piazza della Scala, ore 10
- Roma, davanti al ristorante la Tedesca in via della Magliana 1125, ore 10 
- Napoli
- Livorno, davanti Prefettura ore 10 del 2 giugno
- Pisa, ore 10 piazza XX settembre alle Logge dei Banchi
- Monza, ore 14,30 piazza san Paolo  
- Arezzo
- Genova, Piazza De Ferrari ore 17
- Varese, piazza Podestà (Garibaldino) ore 17
- Isernia 
- Potenza, con il Telefono Donna, il 2 giugno alle 11,30 in Piazza Matteotti (Piazza Sedile) 
- Benevento, ore 10 piazza Matteotti  
- Salerno, ore 11,00 spiaggia di Santa Teresa
- Messina, a Piazza Duomo
- Castiglioncello (LI), piazza della Vittoria, piazzetta di fronte al cancello del Castello Pasquini ore 10
- Latina, ore 10,30 in piazza del popolo
- Palermo, Piazza Politeama ore 10
- Cava dei Tirreni (SA), ore 10
- Bergamo, ore 10 Piazza Vittorio Veneto
- Castelfranco Veneto, ore 10 Piazza 24 maggio
- Torino, ore 17,30 Piazza San Carlo  
- Olbia, in località Santa Lucia, ore 15,00
- Ravenna, via Corrado Ricci dalle 10
- Verona, Piazza Bra ore 10
- Voghera, Campo sportivo Padri Barnabiti ore 20,30, Via Garibaldi
- Reggio Emilia, Piazza Prampolini alle 10

Alle finestre iniziamo ad esporre drappi rossi: che siano indumenti o lenzuola, questi lampi rossi devono simboleggiare il sangue che macchia la nostra società pervasa dalla cultura dello stupro: il sangue delle innumerevoli donne uccise dai loro stessi uomini - fidanzati, mariti e/o anche solo aspiranti tali, e anche da padri, fratelli o altri parenti-padroni. 
Questo sangue continuamente nascosto e rimosso, spacciato per "incidente isolato", camuffato come effetto di "troppo amore", e dunque continuamente negato, deve diventare visibile e scuotere le coscienze di tutti e di tutte.