Prerequisiti

Riconosciamo il femminile nella politica là dove la politica è capace di avere una visione di insieme, e dunque realmente etica, ecologica e ispirata da valori di onestà. Un quadro che si fondi sui valori della nostra Costituzione, di conseguenza dell'antifascismo e del ripudio della guerra; in cui i diritti e le conquiste delle donne non siano negoziabili, e che sempre tenga conto di alcuni punti fondamentali:

1 • CORRUZIONE, SPRECHI E PRIVILEGI DELLA POLITICA
Nessuna ricetta contro la crisi e per l'equità può dare il minimo risultato senza mettere al centro la lotta alla corruzione e agli sprechi. La corruzione è la prima causa della mancanza di risorseSi affronti il problema della stratificazione di corruttele su cui riposano (e affondano) gli enti pubblici che hanno una gestione sciatta, quando non impegnata a scambiare favori e ad avviluppare le imprese in una rete infinita di obblighi, volti più a ricattare cittadini e imprenditori che ad assisterli. Idem per le leggi sulla gestione del territorio oppure sugli adempimenti per le imprese, a volte tanto impossibili da rispettare, e tanto soggette a interpretazioni, da costituire terreni privilegiati per la politica delle mazzette.

2 • DEMOCRAZIA PARITARIA E CONTRIBUTO FEMMINILE IN POLITICA
Equità di genere: accesso alla politica garantito nei fatti anche alle donne e in base al merito. Le donne non vengono escluse perché "meno competenti" o "non interessate" alla politica, ma perché il potere  passa di mano in mano fra uomini e spesso le leggi elettorali non aiutano; e i partiti in molti casi nemmeno danno alle donne chance di eleggibilità. Questa esclusione lede i diritti femminili e fa sì che il Paese perda preziosi contributi e talenti. Un esempio fra tanti è quello del dato statistico (ignoto ai più) che le donne rappresentano solo fra il 3 e il 6% del totale dei condannati per reati di qualunque natura. Un fatto a ciò correlato è che, ricoprendo cariche dirigenziali o pubbliche, sempre le donne sono, statisticamente, notevolmente meno corruttibili degli uomini.

3 • CONTRASTO A VIOLENZA CONTRO DONNE E BAMBINI, DIRITTI SESSUALI  
Violenza, pedofilia e femminicidio non sono argomenti secondari, ma sintomi gravi che riguardano tutti, problematiche da mettere al centro per una vera prevenzione e per la tutela dalla violenza. Lo stesso vale per il diritto di scelta delle donne e per il rispetto delle scelte e delle identità sessuali, con i diritti che vi sono collegati.
Questi temi sono collegati l'uno all'altro in una sorta di "tessuto connettivo" che sostiene il sistema dei diritti (e dunque della democrazia), nel suo complesso.
Dobbiamo dire no ai tentativi di riportare le donne in stati di soggezione volti a togliere loro il diritto di scelta - tentativi che vanno sempre insieme allo smantellamento dei servizi per la prevenzione, l'educazione e la salute. No alla legittimazione di strumenti che tendono a vanificare i processi per pedofilia e violenza di genere (primo fra tutti la presunta sindrome "PAS"). No ai tagli dei servizi e dei centri antiviolenza. Si al sostegno concreto alle attività serie contro la violenza e la pedofilia e contro la tratta degli esseri umani. Si a progetti di comunicazione e di cultura per il rispetto delle donne e fra i sessi. Si al riconoscimento dei reati di femmicidio e di femminicidio. Si ad azioni concrete contro il dilagare di gravi malattie sociali quali anoressia e bulimia (nonché di ogni altra tossicodipendenza).  

4 • CONDIZIONE FEMMINILE, MINORANZE SESSUALI, DONNE IMMIGRATE
La cosiddetta "condizione femminile" non va intesa come una sorta di problema di una minoranza: e non solo perché le donne sono la metà dell’umanità, sulla cui pelle si giocano da sempre le peggiori partite del potere. Ma perché la condizione femminile attraversa e informa tutte le altre, e come tale è specchio di tutta la società, la quale non evolve e non cresce se non crescono le donne. La politica deve imparare ad acquisire uno sguardo di genere capace di includere lo sguardo femminile. Questo si può fare solo riconoscendo che il "genere" non è (solo) la donna, ma il corpus maschile che ha creduto, espellendo da sè la componente femminile, di progettare ogni norma e consuetudine a immagine dei propri desideri unilaterali, costruendo un sistema basato sui privilegi di un solo genere - quello maschile. La politica è al femminile quando è capace di avere anche questo sguardo di insieme. Da cui nel concreto scaturisce anche attenzione al diritto alla salute e all'autodeterminazione femminile. Senza dimenticare i diritti delle donne immigrate, rispetto alle cui comunità va invertita la tendenza degli amministratori a rivolgersi, sempre, solo tramite rappresentanti maschili (e spesso religiosi). 
Dopo che i servizi sociali sono stati falcidiati da decenni di tagli è prioritario ridare loro efficacia; il che significa attenzione e risorse, a partire dal salvaguardare il diritto di scelta delle donne. La legge 194 sulla maternità ha drasticamente ridotto in Italia la tragedia dell'aborto clandestino (e dell'aborto in genere). Poiché il problema, tuttora aperto, non si risolve fingendo che non esista, e riaprendo la strada agli aborti clandestini, la 194 va difesa e va rigorosamente monitorata la sua effettiva attuabilità.
L'equità di genere deve includere il diritto a un registro delle unioni civili non fondato sul "modello unico" di famiglia e la lotta a tutte le persecuzioni contro le donne (come mutilazioni, ergastoli di stoffa e matrimoni forzati, che ormai sono un problema anche nei nostri paesi), la lotta a ogni tipo di discriminazione sessuale, l'attenzione all'industria del sesso: con la violenza che esercita, il potere che dà alla criminalità, lo spaventoso peso che esercita nella corruzione. Servono leggi e servizi contro la tratta (quali il telefono di soccorso alle prostitute schiave falciato nel 2010 dal Governo Berlusconi), per garantire la tutela delle vittime della prostituzione coatta, nel rispetto dell'autodeterminazione delle donne.   

5 • EDUCAZIONE, ISTRUZIONE E INFORMAZIONE
Dove va un paese in cui la scuola e la ricerca sono state fatte a brandelli, l’università spogliata ed esautorata e in cui, nei programmi scolastici, nessuno spazio hanno il senso civico, né la parità di genere, né l’educazione affettiva, né l’educazione ambientale? Dove va un paese in cui la televisione pubblica non coltiva la cultura, e nemmeno una corretta informazione, e contribuisce anzi a nutrire i cervelli della gente, dei bambini, dei ragazzi, di spazzatura consumistica e sessista? Dove va un paese che offre ai suoi bambini e adolescenti solo sogni individualistici, competitivi e vacui, basati su modelli irraggiungibili che spingono milioni di ragazzi ai deliri alimentari e all’anoressia? E' necessario impegnarsi seriamente contro tutto questo e promuovere una cultura empatica e di pace, che includa rispetto per sé e per l’altro, inclusi gli animali e l’ambiente con ogni forma vivente.

6 • ECONOMIA SOSTENIBILE, AMBIENTE, PACE, EQUITA' E LAVORO 
La crisi economica non si risolve con gli stessi metodi che l'hanno causata: il sistema economico deve essere ripensato in chiave sostenibile e di equità. Strategie politiche di pace, la salvaguardia ambientale e la tutela della salute non sono "optional": devono essere al primo posto in agenda, produrre una serie di direttive precise pensate non solo per risolvere emergenze, ma anche per generare ricchezza; e da subito. 
A maggior ragione considerato che l'Italia si colloca, nella classifica della sostenibilità sociale e ambientale degli Stati, fra gli ultimi posti (insieme a paesi come Romania, Bulgaria, Brasile, Sudafrica), subito prima di India, Russia, Cina ed Egitto. La politica ha il dovere di valorizzare il contributo femminile all'economia, e dunque di aprire a modelli di sviluppo nuovi: più equi e volti a creare prosperità e a garantire seriamente la sopravvivenza alle generazioni future. Ricordando che un fattore decisivo di crescita è proprio il lavoro delle donne: è dimostrato che incentivare la partecipazione e il lavoro femminili è una conditio cruciale per ottenere una vera crescita culturale ed economica.
Se la crisi del sistema attuale è irreversibile, dalla crisi ci si allontana solo invertendo le sue direzioni: dunque incentivando l'economia sostenibile, a partire dal riciclaggio totale dei rifiuti e dal loro recupero come materie prime seconde; dalla viabilità a basso impatto ambientale; da sistemi di controllo sulle industrie agroalimentari; da adempimenti efficaci per le industrie agli antipodi rispetto al sistema attuale di corruttele conniventi e ricattatorie in cui affondano le istituzioni che dovrebbero rendersi garanti della tutela ambientale. E applicando una politica decisa sulle energie alternative: che esistono! ma vengono ignorate perché dove c'è petrolio c'è guerra, e dove c'è guerra c'è business dei pochi contro l'interesse di tutti. Per questo è anche necessario mettere in atto strategie politiche di pace, ripudiando in ogni suo aspetto il business della guerra che tanto spesso si cela dietro interventismi camuffati da missioni di pace. La politica al femminile mette al primo posto una visione di insieme capace di creare un'inversione di tendenza. 

7 • PARTITI SENZ'ANIMA E PERDITA DI CREDIBILITA'
I politici che vogliono vederlo hanno bene sotto agli occhi che la gente non è stufa genericamente di "partiti" e/o di particolari persone. Siamo stufi, fino all'esasperazione, di un modo di far politica che sostiene interessi corrotti e privati: in cui programmi, alleanze e modo di legiferare sono solo uno sforzo collettivo di burocrati, compromessi gli uni con gli altri, tesi a salvaguardare gli interessi propri e dei loro settori, con rispettivi feudatari, vassalli e valvassori.  La politica che ci interessa, al contrario, scaturisce, prima di tutto e sopra ogni cosa, da spirito di servizio. Da ciò discende anche la capacità di agire in modo indipendente. La politica al femminile non ha paura di sfidare davvero gli intrichi di alleanze che, promettendo (o negando) potere secondo i più triti, e ben noti, meccanismi della politica maschile tradizionale, rendono inefficace ogni vera azione di cambiamento.
14 febbraio 2013

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