sabato 23 luglio 2016

NFL: riassumi Ray! vogliamo che Ray Rice torni a giocare

Ricordate l’atleta di punta della National Football League americana che fu sospeso dopo il brutale pestaggio alla fidanzata, in ascensore?


Un fatto impossibile da insabbiare. Il pestaggio ripreso dalle telecamere dell’hotel, fece il giro del mondo; lui immenso, lei minuta; con un paio di colpi l’ha quasi ammazzata; altrettanto brutale il suo modo di spostarne il corpo svenuto per trascinarlo fuori dall'ascensore, quasi fosse un sacco di spazzatura.



Da allora, benché fosse una star al culmine della carriera, Rice non ha più avuto accesso alle partite: dal 2014 è sospeso a tempo indeterminato; col rischio di non poter mai più giocare, la sua carriera finita. Dopo aver seguito un programma di riabilitazione le accuse contro di lui sono state sospese, tuttavia la sua espulsione dalla National Football League non è stata annullata.
Oggi, a 2 anni di distanza, Rice chiede di tornare a giocare, ma lo fa promettendo anche di devolvere i suoi guadagni totali, per un intero anno, ad associazioni contro la violenza; e dichiarando: non sono fiero di me per come mi comportai allora, ma sono fiero del mio cambiamento e contribuire ad aiutare altri uomini che hanno bisogno di aiuto a rendersi conto della gravità della violenza domestica, e a saper chiedere aiuto. Ora riconosco che questa violenza è un’epidemia che va combattuta; il mio obiettivo oggi non è solo tornare a giocare a calcio, ma mostrare il mio vero cuore.

Bene, ci torni! Speriamo siano tante le donne che, da tutto il mondo, chiederanno che la sua richiesta sia accolta. Speriamo sia sincero ma, sincero o no, ben vero è che il suo esempio può far riflettere e aiutare molti; mentre la vendetta non interessa a nessuno.
Alle donne in particolare, invece, proprio questo interessa più di ogni cosa: che gli uomini violenti sappiano trasformarsi e aiutare altri a farlo. 
Che siano capaci di riconoscere ciò di cui serve diventare consapevoli e cercare, per quello che è possibile, di porre un rimedio; anziché auto-giustificarsi, sempre, negando, mistificando, manipolando; il cercare scuse, eufemismi, tirarsi fuori. Cioè quello che, poi, fanno praticamente tutti. Quello che non perdoneremo mai a Oscar Pistorius; perché rappresenta la ragione stessa e ulteriore, la terribile aggravante, per cui Oscar Pistorius è e sempre sarà veramente imperdonabile.
L'arroganza irredimibile per cui, dopo averla braccata senza pietà, il suo massacratore osa evocare quella che lo amava, dopo averla assassinata, per farle dire: lei non vorrebbe vedermi in galera.
No, forse non avrebbe mai voluto; ma ora, al mondo, è molto più probabile che lei avrebbe una sola cosa da dire; ed è in questa lettera:  Io perdonavo tutto, Oscar, ricordi? Non sapevo cos’era il rancore, credevo nella tenerezza. Ma questo non ti sollevi: sappi anche che non posso perdonarti, io, per il male che fai agli altri. Non solo a chi mi amava e ora mi piange – parlo dell’affondo che sferri a tutti quelli e quelle che, grazie a te, potrebbero ricevere soccorso e che invece, ora, abbandoni. Uomini accecati da svegliare, donne senza difese da liberare. In Sudafrica una donna è violentata ogni 4 minuti, e ogni giorno altre 4 vengono ammazzate, Oscar: ogni giorno, ogni minuto, vengono annientate da uomini come te. Nessuno li ferma e la mite sentenza che oggi ti salva, Oscar, ne incoraggia altri e condanna altre donne allo stesso, orribile, inevitabile destino. [... il resto qui]

A tutti gli uomini come Ray, e come Oscar, è questo perseverare ciò che tutte noi, davvero, non possiamo perdonare.
Però Ray no: per forza o per amore, lui le radici di quella violenza ha deciso di riconoscerle, anche in se stesso, e accettato di combatterle, pubblicamente.

domenica 17 luglio 2016

Il fanatismo islamico, i killer dell'Isis, il razzismo fascista e l'invasione delle meduse giganti

Per la serie cercare i nessi. Dopo l'ennesima strage islamista ecco gli ennesimi post grondanti revanscismo fascista; ad esempio:


Idee grondanti anche ignoranza e atroce stupidità; perché è proprio vero che solo una politica di pace può sconfiggere il terrorismo

Davanti a queste reazioni dovremmo sempre ricordare l’istruttiva storia della medusa di Nomura, e cioè di quando nel Mar del Giappone ci furono le prime invasioni di meduse giganti. Si tratta in effetti di una temibile medusa (Stomolophus nomurai), scoperta nel 1920 nel Mar della Cina, che può raggiungere diametri di oltre un metro e pesi fra i 100 e i 200 kg. 



Ora, anche a causa del riscaldamento climatico, il ripetersi di  invasioni di questi grossi invertebrati si fa sempre più frequente nelle acque costiere giapponesi. Una tragedia per i pescatori che, sempre più spesso, se ne ritrovano le reti piene e inquinate, il loro veleno infatti contamina i pesci rendendoli non più commestibili. 

Nel tentativo di liberarsene i pescatori hanno dunque iniziato a maciullare le meduse colpendole dalle barche con dei bastoni: esattamente la strategia che vantano tutti i vari Trump, Le Pen, Strache & Co, inclusi i Trump de noantri, come Salvini. 
E sono state sconfitte, da questa virile determinazione, le meduse giganti? Macché. Quelle cretine, anziché diminuire, hanno iniziato ad aumentare esponenzialmente.



Ma come è possibile? ma che vogliono? che gli ha preso?
Ecco cosa: gli ittiologi hanno poi scoperto che quando queste creature vengono colpite brutalmente, reagiscono scatenando a mille il proprio meccanismo riproduttivo: subito le femmine rilasciano tutte le uova e i maschi tutti gli spermatozoi. 

Gli intelligenti uomini, dunque, nella partita hanno avuto la peggio: convinti di sterminarle, hanno finito per causare la loro riproduzione sempre più intensa e veloce, finendo per diventare ancora più schiavi del problema di cui si volevano liberare.

Ed è la stessa, identica cosa con la violenza sociale e politica o religiosa; da dovunque sembri provenire; benché la resistenza anche armata sia la sola opzione, in determinate condizioni, radicalizzare la violenza non è mai la soluzione per ridurre il tasso di violenza; non è mai la guerra che può sconfiggere la guerra. E’ per questo che il fondamentalismo e il razzismo fascista sono parenti e strettamente alleati fra loro. 

Non ci vuole un genio per capire quanto sarebbero diverse le cose oggi se da sempre - ma basterebbe dalla prima guerra del Golfo Persico in avanti! anziché spendere trilioni di triliardi di dollari ed euro in armi e rappresaglie - o anziché solo in quelle - si fosse investito anche in assistenza ai civili, educazione, arte e creatività, ricostruzioni, politiche di pace e di amicizia con quelle popolazioni devastate. 
No, si investiva solo in business (e dunque in corruzione); portando nei luoghi di guerra ancora più violenza, guardando allo stupro come a qualcosa di veniale, e del resto impossibile da debellare (non è la piaga più antica del mondo? e ci sono - sempre - problemi più gravi, no?). E mentre si crivellava tutto si stringevano gli affari più solidi con paesi come l'Arabia Saudita, cha sua volta esportava trilioni di dollari in tutte le periferie del mondo per "assistere" le persone disperate, e (loro si!) "investire in educazione": e cioè aprire in modo capillare una Madrassa dopo l'altra, cosiddette scuole coraniche che tirano su i bambini, fin da piccoli, come fanatici, gente imbottita di dolore e di rabbia, assetata di violenza e pronta a tutto per ristabilire l'ordine contro l'ingiustizia che leggono a senso unico (proprio come i fascisti di cui sopra). 

E così, oggi cos'è cambiato? nelle intelligenti politiche dominanti, niente. Nel mondo è cambiato che le meduse giganti dell'orrore straripano e non si possono più contenere, perché non ci sono più "Paesi", Stati ed eserciti regolari, che si contrastano, ma la guerra è penetrata nel sangue dei singoli, dilagando come un virus. Sono miriadi di singoli, gravemente malati, che muovono guerra ai loro simili e al resto del mondo come fossero Stati, mettendo in campo il loro singolo esercito armato: di tritolo oppure di un tir, come a Nizza; tutto fa brodo.


Ma quelli che gridano cazzate ignoranti, che ne sanno della storia?? 
L’ignoranza è la causa di tutti i mali, del resto; come insegna il buddismo. Ma essendo ignoranti, gli ignoranti continueranno a non saperlo.

Non perdiamo la speranza, perché esistono anche quelli che, invece che dalla pancia e dalle budella, si fanno guidare, nei loro pensieri, anche dal cuore e dal cervello; quindi alle vere soluzioni non smettono di pensare. Vedi ad esempio, sempre a proposito delle invasioni di meduse:


Teniamo saldi i nervi, e stiamo fra quelli.

mercoledì 13 luglio 2016

Tragedia ferroviaria di Corato: i disastri si potrebbero prevenire; ma le politiche per il territorio e la sicurezza soccombono sotto le speculazioni

Disastro ferroviario a Corato: ma davvero si può pensare di spiegare la faccenda con l' errore umano? A monte il vero errore è pensare di poter delegare la sicurezza agli operatori. E ancora più a monte di non pianificare, ma speculare: dunque, non saper governare

Le persone fanno errori per definizione; per questo la gestione di un sistema serio deve far sì che l'errore umano sia prevenuto o contenuto. Come non pensare con indignazione oggi, martedì 12 luglio 2016, all'accanimento con cui si sostengono progetti insensati come la TAV Torino Lione? e al fatto che ancora si delira sul Ponte di Messinamentre i lavori più basilari, a livello locale, sono trascurati, e va a rotoli la sicurezza?



E' di undici anni fa esatti un documento dell'allora senatrice Anna Donati dal titolo "Ferrovie italiane: più sicurezza sulla rete, meno tratte inutili ad alta velocità" (del 13 gennaio 2005); il quale si concludeva indicando come tassative e prioritarie le seguenti azioni:  
1. forte ridimensionamento del piano di investimenti faraonico promesso dal Governo Berlusconi,  con selezione accurata delle priorità per gli interventi  per le ferrovie 
2. accelerazione e completo finanziamento del piano di ammodernamento tecnologico e messa in sicurezza della rete esistente, anticipandone  l’ entrata in funzione 
3. azioni concrete di miglioramento del servizio per il trasporto ferroviario locale in aree critiche, con investimenti mirati sul materiale rotabile.
Ma, teniamo a precisare, di documenti e studi come quello ne potremmo citare mille altri; che restano però, più che altro, carta straccia. In questo momento (quasi a mezzanotte del 12 luglio) le notizie dicono che le vittime del terribile disastro ferroviario sulla tratta Andria-Corato sono già 27. Una tratta a binario unico, mancante del sistema di controllo marcia treno (Scmt): l’ok alla messa in marcia tra una stazione e l’altra viene dato ancor oggi via dispacci telefonici.  


A pag. 4 del documento di cui sopra del 2005, si trova questa tabella:


che la Donati commentava così: dalla tabella si deduce che il costo complessivo degli investimenti aumenta in misura considerevole e soprattutto a causa delle nuove e grandi opere previste dalla Legge Obiettivo che, da sole, fanno lievitare di 54 miliardi il costo del Piano.  Sono in concreto  le nuove tratte ad Alta velocità Torino-Lione, il nuovo traforo del Brennero, l’alta velocità Salerno-Reggio Calabria connessa e funzionale alla realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina, solo per citare le più rilevanti sul piano economico.  Basta calcolare la somma di questi nuovi investimenti per tratte ferroviarie ad Alta velocità previste dalla Legge Obiettivo, che richiedono in totale investimenti per 42, 6 miliardi di euro. Denaro che, dice la Donati, sarebbe invece meglio destinare ad ammodernare e potenziare le linee esistenti e a investire in sicurezza. 
Cassandre. Chi le ascolta? per definizione, mai nessuno. Per questo oggi, 12 luglio 2016, in Italia abbiamo assistito a un tipico disastro le cui caratteristiche siamo abituati a derubricare come "da terzo mondo": qualcosa, cioè, che in genere nemmeno ci sogniamo di temere, per noi, quando saliamo su un treno italiano.

Il 13 maggio 2016, undici anni dopo il documento già citato, "Ferrovie italiane: più sicurezza sulla rete, meno tratte inutili ad alta velocità, (ed esattamente 2 mesi fa), la stessa ex-senatrice (ora assessora ai trasporti e infrastrutture nella giunta di De Magistris) tornava sull'argomento con questo articolo: cancellata la legge Obiettivo il rischio è che restino in corsa le grandi opere; che così si conclude: Il rischio concreto è che, cancellata la legge obiettivo, non si cancellino le grandi opere inutili e devastanti, mentre nuove semplificazioni sostituiscono quelle previste dal Codice Appalti del 2006. Serve una azione energica di indirizzo sul regime transitorio della legge Obiettivo del Ministro Delrio, capace di trasformare in fatti concreti le politiche positive annunciate nell’Allegato al DEF, per realizzare le opere utili, snelle e condivise.
Sapremo ascoltare, adesso?

sabato 9 luglio 2016

Assemblea nazionale delle donne in autunno

Aggiornamento: qui > a questo post trovate tutte le informazioni; le date 2016: 8 ottobre assemblea nazionale [dalle 10,30 alle 17, all'Università La sapienza di Roma]; 25 Novembre manifestazione nazionale; 27 Novembre: nuova riunione organizzativa.
Donne: i diritti conquistati con lunghe e durissime lotte sono a repentaglio, tutti. Mentre la rappresentazione ufficiale magnifica una presunta raggiunto parità, nei fatti le contraddizioni restano irrisolte; noi donne rischiamo e perdiamo la vita con impressionante frequenza nelle relazioni con uomini violenti, dentro e fuori le nostre case; sperimentiamo la discriminazione nell’accesso e nella permanenza sul mercato del lavoro, l’inferiorità di salari e pensioni, lo scaricabarile sulle nostre spalle del lavoro di cura iniquamente distribuito, non visto, non valorizzato né riconosciuto.


La legge 194 per la maternità consapevole, che garantisce l'autodeterminazione e dà accesso all’aborto libero, gratuito e sicuro, è disattesa, svuotata, trasgredita in quasi tutto il nostro paese. La legge che punisce la violenza sessuale come grave reato contro la persona è ancora troppe volte calpestata nei commissariati e nei tribunali mettendo sotto accusa le donne al posto di assassini e stupratori. Le nuove leggi - vedi il cosiddetto decreto "antifemminicidio" - strumentalizzano le donne e basta.
Nella consapevolezza generale ancora non emerge la coscienza che la violenza maschile - quella espressa dall’uomo qualunque che sfrutta, picchia, perseguita, stupra, uccide - sia un dato strutturale e pervasivo della società, dunque non il frutto "della follia" ma di un sistema
La rappresentazione della violenza affidata agli esperti - criminologi, avvocati, psicoterapeuti - assicura una lettura opposta e neutra, che prescinde dall’analisi femminista, che sostiene il metodo dei Centri antiviolenza nati dall'esperienza e dal movimento delle donne.
Siamo davanti a un tentativo di svalutazione della storia, delle esperienze e delle pratiche del femminismo. Non per caso i Centri sono sempre più in difficoltà, e chiudono in molte città. L’intento, diventato palese con la pubblicazione del (cosiddetto) Piano Nazionale Antiviolenza, ora si concretizza con l’azzeramento delle condizioni di sostenibilità. Le misure di questo Governo, così come dei precedenti, contro la violenza - al di là della occasionale, temporanea, estemporanea indignazione per i femminicidi - sono frammentate, scarsamente finanziate e improntate a emergenza, sicurezza, ordine pubblico. In alternativa a questo si mira ad istituzionalizzare i Centri antiviolenza, svuotandoli di senso, azzerandone metodo specifico e dimensione politica.
La complessità, l’ampiezza e la gravità della violenza esercitata sulle donne sono tali da mettere in discussione e violare i fondamenti stessi della cittadinanza e dei diritti umani. Mentre lottiamo per noi stesse sappiamo bene che il fronte è grande quanto il mondo: e con immenso dolore e indignazione vediamo le nostre sorelle, donne come noi, con figli come i nostri, affogare nel Mediterraneo cercando scampo dalla violenza: guerre, dittature, fondamentalismi e terrorismo. Quelle che arrivano vive, sovente, sono già sopravvissute a prigione, torture, stupri, schiavitù sessuale, abusi di ogni genere. Nell’ipotesi migliore, invece di case tranquille e di cure, trovano centri di "accoglienza" e di transito; invece di incontrare l’azione sapiente e familiare di altre donne, che saprebbero come sostenerle, si scontrano con controlli e polizia.
Per questo, per tutto questo, è il momento per ascoltare le nostre diverse anime e riconoscerle come una ricchezza, con cui costruire un nuovo modo di stare al mondo creando e rafforzando alleanze, conquistando nuovi spazi pubblici e politici.



Per questo invitiamo tutte ad accogliere l'invito a un incontro nazionale a Roma in autunno: una assemblea di tutte le donne – di tutte quante vogliano cambiare per creare condizioni di vita diverse e approcci che rispettino il vivere insieme – nella quale darci nuove prospettive, intervenire sulla scena politica e culturale, nella consapevolezza che siamo noi donne il “soggetto imprevisto” della storia.



Consapevoli che, con la propria competenza ed esperienza, e solo in quanto guidate da un pensiero altro - altro dall'arroganza millenaria e guerrafondaia del potere maschile, solo le donne possono - potrebbero! rigenerare e cambiare radicalmente l’intera struttura delle sfere di potere democratico.