venerdì 27 novembre 2015

La stabilità della guerra

Legge di Stabilità. Il promesso taglio all'Ires che era stato promesso alle imprese è stato dirottato alla voce guerre.
Ieri, 26 novembre anche il sito delle Pmi riportava come i 2 miliardi che potrebbero arrivare dal via libera UE non saranno impiegati per anticipare al 2016 la riduzione d’imposta ma per "investimenti in sicurezza e cultura" (riferendosi, a questa voce, al bonus di 500 euro per i 18enni da spendere in iniziative culturali). Stamattina lo stesso sito delle imprese chiarisce che il 73% delle risorse che la Legge di Stabilità 2016 destina allo Sviluppo Economico va alla Difesa: solo 27% va alle imprese
Anziché ridurre le spese per gli F35, ad esempio, sono stati messi nel carrello anche il nuovo velivolo European Fighter Aircraft, le nuove Fregate Europee Multi Missione e blindati vari.

Approfondiamo? I testi che seguono sono tratti integralmente da articoli di Barbara Weisz usciti sul sito delle piccole e medie imprese Pmi.it • [scrive stamattina la Weisz]: Non c’è solo lo slittamento del taglio IRES al 2017 a penalizzare le PMI in favore della sicurezza: la Legge di Stabilità 2016 dirotterà finanziamenti per circa 3,2 miliardi dai fondi del Ministero dello Sviluppo Economico a sostegno della competitività (risorse per 3,7 miliardi di euro) alle grandi imprese del comparto armamenti. Per il Fondo di Garanzia PMI restano 772 milioni di euro.
Le cifre vengono fornite da Il Fatto Quotidiano, che ha consultato la nota integrativa al Bilancio del MiSE [a questa pagina della Ragioneria dello Stato trovate molti utili riferimenti, ndr]. 
Si tratta di un 73% di risorse che andranno a cofinanziare programmi d’armamento della Difesa. Fra le voci, lo sviluppo del nuovo velivolo European Fighter Aircraft, di nuove fregate FREMM (Fregate Europee Multi Missione) e del programma VBM (Veicolo blindato medio). Ci sono anche stanziamenti per sviluppo e consolidamento dell’industria aerospaziale ed elettronica hi-tech.
Altri dati: le risorse per la Difesa sono pari ai 2 terzi dell’intero bilancio del MiSE e al 99,7% degli stanziamenti per politica industriale e PMI (a cui sono destinati 7 milioni di euro, il rimanente 0,3%). C’è infine mezzo miliardo per Export italiano, TLC, fonti alternative. Il ministero spiega che «gli stanziamenti per la Difesa sui nostri capitoli di bilancio, approvati di anno in anno dal Parlamento, rispondono a una politica industriale che riconosce da un lato l’importanza dell’esigenza di difesa nazionale sancita dalla nostra Costituzione [ma la nostra Costituzione sancisce anche che l’Italia ripudia la guerra! ndr], e dall’altro l’elevato contenuto tecnologico di questo settore industriale che funge da volano per l’intera economia».
E aggiunge che comunque “gli investimenti per le PMI ci sono eccome”, ad esempio sotto forma di agevolazioni fiscali per 2,7 miliardi di euro, che però utilizzano risorse di provenienze comunitaria.
E le PMI protestano? Alberto Baban, presidente della Piccola Industria di Confindustria, esprime una posizione moderata e definisce le spese per la Difesa una priorità, pur lamentando «la mancanza di una politica di difesa comune a livello europeo» che «ha impedito in questi anni una effettiva revisione di queste spese per valorizzare le eccellenze dei singoli Paesi eliminando duplicazioni». In generale, si dichiara soddisfatto per le misure a sostegno delle PMI in Legge di Stabilità, definita «sufficientemente espansiva». 
Con un po’ di malizia, si potrebbe aggiungere che qualche volta le spese per la Difesa qualche buon risultato lo hanno portato anche alle PMI: Internet nasce da un Progetto della Difesa degli Stati Uniti. E’ anche vero, però, che forse le risorse per la ricerca sarebbe meglio darle alle università e magari anche alle comuni imprese: in questa direzione vanno misure legislative come le leggi degli ultimi anni sulle start-up e PMI innovative" (Barbara Weisz).

Noi rinunciamo anche a commentare; tutte queste "piccole" notizie nella notizia si commentano da sole. Con ancora più forza, però, rimandiamo tutte le donne - almeno le donne - a questo appello alle donne politiche ed elette

E chiudiamo con una piccola chiosa (che precede di 2 settimane questo pezzo), di Cecilia Strada:
La stabilità della guerra, la crescita del terrorismo.
E della fame, delle ingiustizie, della predazione globale.

1 commento:

  1. ma a quanto pare è sempre troppo tardi perché chi deve capire accetti di farlo…
    Ecco un ottimo commento a integrazione di questo articolo:
    "Noi non siamo la generazione che si è svegliata il 13 novembre dal bel sogno della felicità perpetua e delle birrette il venerdì sera. Noi siamo la generazione che vi aveva avvertiti 15 anni fa. E all'epoca non ci avete solo ignorato, ci avete irriso, ci avete persino sparato."
    http://www.linkiesta.it/it/blog-post/2015/11/27/noi-non-siamo-la-generazione-bataclan/23548/

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