domenica 23 febbraio 2014

I giornali mandano in passerella il giuramento delle neoministre

Battuto abbondantemente il tasto dell’inesperienza e dell’incompetenza delle neo ministre, in cerca di “notizie” fresche, i giornali ci raccontano il giuramento del nuovo governo trasformandolo in una ridicola e imbarazzante (per chi la scrive e per chi la legge) sfilata di moda. Il linguaggio del giornalismo politico e di quello della moda si mescolano: diventano un giallo il colore della giacca della ministra della Salute; uno scivolone gli stivali della ministra ai rapporti con le Regioni; uno scontro tra calze velate e coprenti. Si intervistano “esperte” per il taglio dei pantaloni (troppo stretti o troppo larghi), si stilano le pagelle delle ministre in base al guardaroba.
Di fronte a un governo che per la prima volta è composto da metà uomini e metà donne, i grandi giornali  – chissà se per stupidità, stizza o misoginia - mandano in edicola e online il peggio degli stereotipi di genere. 
Per par condicio e completezza dell’informazione vorremmo un chiarimento: le cravatte dei ministri della Giustizia e dell’Agricoltura erano bordeaux o rosso veneziano? E la differenza tra le scelte cromatiche dei due ministri, rispetto ai loro colleghi e soprattutto al premier, dobbiamo interpretarle come “prime crepe” nell’esecutivo? Urge un editoriale, perché i lettori devono sapere!

Se non ora, quando? Donne e informazione

3 commenti:

  1. Certo, le donne vanno rimesse sempre al loro posto, no?

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  2. infatti il problema non è come si vestono le ministre, il problema sono certi quotidiani

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  3. Qualcuno deve avervi preso sul serio, ieri mattina l'ANSA commentava il look delle ministre al Senato e come postilla aggiungeva che Franceschini aveva la cravatta rossa (o bordeaux, non mi ricordo).

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