martedì 30 luglio 2013

Se non con Marta, non certo con Stefano Esposito

Una donna che denuncia va rispettata.
Due concetti belli netti e semplici:
1. le manganellate sarebbero giuste,
2. una donna che denuncia dice falsità.
E li esprime a caldo, senza la minima riflessione, un senatore del PD. Sarebbe questo il PD della gente che ha fatto la fila alle primarie, votando compatta il patto del mai-alleanze-con-Berlusconi, per ritrovarsi con il governo che ci ritroviamo? 
A quanto pare si, almeno finché la base non se lo riprenderà. 
• Premesso che va tutta la nostra solidarietà a chiunque sia minacciato di morte - e dunque anche ad Esposito, riguardo alle minacce che ha subito dopo questo fatto, e spiace anche per cose sgradevoli successe anche nei mesi scorsi - che però ci pare molto scorretto collegare a Marta.
• Premesso che non crediamo sia il caso di far ricadere la responsabilità di simili minacce contro un'attivista che manifestava per le sue convinzioni.
• Premesso che la denuncia di Marta non ci sembra affatto così inverosimile.
• Premesso tutto ciò, pensiamo dovere di tutte e di tutti respingere il victim blaming automatico che porta a dichiarazioni aprioristiche come quelle del senatore Esposito. Perciò, se non con Marta con chi dovremmo stare? certamente con lei, e adesso. Non certo con il senatore Esposito.
E, se siete con Marta, vi ricordiamo che potete partecipare alla campagna promossa da questa pagina fb.


Riceviamo, e volentieri pubblichiamo:
Durante l'attacco ai manifestanti No Tav da parte delle forze dell'ordine avvenuto la notte del 19 luglio scorso presso il cantiere della Val Clarea, una giovane manifestante catturata dalla polizia ha denunciato pubblicamente non solo di essere stata manganellata dopo che il fermo era già avvenuto, ma anche palpeggiata nelle parti intime dagli uomini delle forze dell'ordine nonché fatta oggetto di sputi e di pesanti insulti.

Non abbiamo letto una sola riga di indignazione, né ascoltato una sola parola di condanna da parte delle varie personalità femminili radical chic, sempre pronte a riempirsi la bocca di espressioni sdegnate quando una donna diviene bersaglio della violenza maschile e delle logiche maschiliste [su questo cari amici di Marta spiace vedere che del vero impegno e delle lotte delle donne non sapete molto, e che la vostra fretta di giudicare non troppo si discosta da quella del sen. Esposito, ndr].

Ma forse Marta, giovane dotata di spirito critico e di coraggio nell'esprimere la propria opinione e il proprio dissenso nei confronti di scelte politiche scellerate, non merita la solidarietà di quelle donne che sono pur sempre complici di una classe politica non solo irreparabilmente ipocrita e machista , ma anche totalmente discreditata agli occhi di quella parte di opinione pubblica che ancora é in grado di utilizzare in modo libero il proprio pensiero.

Purtroppo è già emerso il negazionismo da parte dei sindacati di Polizia, e si preannunciano querele ai danni della vittima. Non c'erano testimoni e temiamo, come succede in paesi guidati da regimi dittatoriali, che la vittima dei soprusi paghi per il solo fatto di aver avuto il coraggio di denunciarli.

Non abbiamo dubbi che Marta abbia raccontato la verità, e non è la prima volta che alcuni reparti delle forze dell'ordine, come già successo nella caserma Diaz a Genova o il 6 dicembre 2005 a Venaus, si macchiano di comportamenti che andrebbero puniti a norma del codice penale. Per questo facciamo nostra la denuncia pubblica di Marta, alla quale va tutta la nostra solidarietà incondizionata.

Fonte: info.notav. A nome del comitato NO TAV Susa - Mompantero, delle donne del Movimento NO TAV e dei partecipanti alla fiaccolata di martedì 23 a Susa: Ilva Traversa, Fulvia Di Stefano, Doriana Tassotti, Elisabetta Lambert, Maria Grazia De Michele, Franca Fontana, Rosanna Vighetto, Gabriella Tittonel, Emanuela Favale Abbà, Nina Garberi, Elena Pozzallo, Ausilia Cinato, Nelly Cinato, Ivana Pelissero, Alice Carrà, Valter Di Cesare, Angelo Gorrino, Denis Fontana, Corrado Motta, Franco Zaccagni, Mario Fontana.

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